Il mio gatto da compagnia
Da qualche giorno ho un gatto da compagnia. Cioè, non propriamente un gatto. Una pantera, ecco. O forse una tigre. Più una tigre, in effetti. La mia tigre si chiama Runalaal, e non è veramente mia, fa compagnia al mio cacciatore, più che fargli compagnia diciamo che sbrana chi cerca di avvicinarsi, non è che non sia amichevole, è che è protettiva. Più difensiva, sì, lui la tiene sempre sullo stato difensivo, che se la mette in stato di attacco quella è capace di attaccare tutti quelli che ritiene essere nemici nel suo raggio di azione e poi è un casino.
Ho voluto fortemente arrivare ad avere Runalaal, dopo aver provato un'elfina assassina, una gnoma maga, un'elfa druida e un minotauro dell'orda. Si può dire che i dieci giorni di trial di World of Warcraft li ho sfruttati fino all'ultimo secondo, curiosa di capire perché molti ci perdono le notti, altri se ne vanno in giro vestiti in modo strano ai vari festival del fumetto e del videogioco, volevo districarmi tra dungeon e gilde, per vedere cosa succede quando si vive per un po' nei pressi di Teldrassil. E ho scoperto (con i miei tempi) un po' di cose interessanti.
Engagement. Ho appena iniziato a giocare e già so che non ne avrò mai abbastanza. WoW è costruito benissimo e si basa su più metafore di quante non si possa immaginare. Si nasce in un piccolo villaggio sperduto, dove alcuni maestri ti incoraggiano, mediante quest e relative ricompense, a prendere confidenza con il personaggio, con gli strumenti, con le armi, con le visualizzazioni e con l'ambiente circostante. A ogni passo successivo, le quest ti fanno scoprire in lungo e in largo la mappa del luogo in cui cresci e ti portano a parlare con i personaggi principali con cui dovrai interagire, maestri e istruttori. Si fa pratica di livello in livello fino al livello dieci, momento in cui si è abbastanza pratici con i comandi da poter iniziare a sviluppare il personaggio. E' al decimo livello infatti che si inizia ad avere a che fare con i poteri e con le caratteristiche uniche del carattere, dalle magie agli animali da compagnia.
Metafora della crescita, iniziazione, complessità. Il personaggio nasce in un piccolo villaggio, dopo alcuni livelli viene mandato nella città, da cui si passa successivamente alla capitale, per poi iniziare a esplorare altri continenti. Mano a mano che cresce il livello, cresce anche il livello di complessità richiesto, la capitale richiede una mappa a sé stante per poter essere percorsa tranquillamente. L'iniziazione del personaggio alle pratiche avviene mediante quest concatenate successive con cui imparare i rudimenti del mestiere. La complessità è assorbita anziché appresa: si percepiscono alcuni step successivi (per esempio, attraverso il training) ma spesso ciò che porta il personaggio a gestire un ambiente più complesso passa attraverso missioni apparentemente uguali alle altre (ad esempio scoperta delle città, dei maestri, delle locande).
Gender. Quando si crea un personaggio nuovo, è possibile scegliere liberamente se creare un carattere maschile o femminile. Non mi è riuscito di trovare le statistiche dei giocatori donna che bazzicano i server europei, ma in generale credo siano sensibilmente meno dei caratteri femminili che vedo su WoW. Si pensava dunque alla differenza tra identificazione nel personaggio (e quindi alla scelta dello stesso genere) rispetto all'interazione col personaggio (e dunque, anche la scelta di un genere diverso), ma senza dati nè ricerche riesce difficile arrivare a qualsiasi abbozzo di conclusione. Proverò di nuovo a cercare.
Attività non necessarie. Esistono una quantità di attività che non sono strettamente necessarie allo svolgimento delle quest e che portano esperienza, divertimento o riconoscimenti vari. Questo tipo di attività vanno dalle professioni (alchimista, sarto, erborista...) ai giochi organizzati all'interno del gioco, ad esempio una specie di "rubabandiera" svolto in una zona specifica del continente. I "giochi all'interno del gioco" sembrano essere un'ottima strategia per mantenere alta l'attenzione e per rafforzare l'engagement.
continua...