30 aprile 2008

Mix essential: considerazioni intermedie

Mercoledì scorso ero a Milano a Mix essential, evento organizzato da un'azienda che qui non posso nominare.

Ho aspettato a scriverne perchè mi si prospettavano diverse possibilità e volevo valutare quale fosse la situazione migliore per i miei lettori. Gli scenari che mi si parano innanzi sono i seguenti:

- Non ne scrivo: i restanti blogger mi daranno della schifosa presenzialista da buffet, che non sapeva nemmeno a che conferenza era ma comunque meglio così, tanto il post sarebbe stato un elenco di amichetti trovati per caso al buffet.

- Ne scrivo: i restanti blogger mi daranno della schifosa presenzialista da buffet, che perdipiù passa il tempo a fare Markette a un'azienda già fin troppo nota

- Scrivo un post dove ammetto di essere indecisa sul da farsi: i restanti blogger mi daranno della schifosa presenzialista da buffet, che oltretutto non sa scrivere due righe, anzi, che probabilmente non ha nemmeno un cervello

Tutto questo perchè tutto sommato c'ero. Certo, se non ci fossi andata i restanti blogger avrebbero detto che sono una schifosa presenzialista da buffet che oltretutto se la tira, perchè non si abbassa nemmeno ad andare agli eventi.

Certo, se qualcuno si ponesse il problema di chiedermi perchè ero all'evento e cosa c'entra col fatto che incidentalmente sono anche blogger, tutto sarebbe più facile.

Update: ho scritto l'essenziale qui

20 aprile 2008

Beckett al confronto era uno sfigato

Io- Buongiorno, vorrei sapere che fine ha fatto il mio modem, doveva arrivare entro oggi, che succede?

Impiegato prestigiosa società spacciatrice di connessioni- Guardi, per motivi tecnici non è partito, ma se vuole stavolta glielo posso mandare in ufficio

- Oh, splendido, ma perchè per due volte mi avete detto che è possibile mandarlo solo all'indirizzo di fatturazione e non all'indirizzo in cui è più probabile che io lo possa ritirare?

- Mh, beh, mfhg, ecco, vede, beh, mfhg

- Sì capisco, che devo fare per averlo in ufficio e non perdere la mattinata per andare a ritirare il pacco in posta?

- Nessun problema, le faccio partire un nuovo modem lunedì

- E per quello che mi mandate a casa? Che devo fare?

- Niente di che, deve rifiutare il pacco

- E come faccio?

- Le poste consegnano il pacco, non la trovano, le lasciano un avviso nella bucalettere e lei con quello va in posta e dice che rifiuta il pacco

- Mi scusi, mi sta dicendo che appena arriva il modem a casa devo prendere mezza giornata, andare in posta, prendere in mano il pacco in giacenza e dire all'impiegato: "no guardi, ero solo passata per dire che rifiuto la consegna di questo pacco"?

- Ehm, sì, direi che è l'unica possibilità

- Arrivederci.

14 aprile 2008

Confessioni di una vasca da bagno

Salve... ehm.. coff coff diznlaoiudcjè, nnagg come funziona sto coso... dpocxhesdjx, ah ecco, così.

Salve, ehm. Io non dovrei essere qui, cioè, sono un comesichiama, spescial ghest, una cosa così. Mi chiamo Nella, sono la vasca da bagno bianca smaltata della Feba. Normalmente sto nel bagno, diciamo così, quella è la mia lochescion, ma insomma ecco, siccome ci sono dei problemi tra me e quella là ho pensato che è arrivato il momento di sfogarmi, se continuo così impazzisco.

Insomma, adesso ti spiego. Questa arriva qui quindici giorni fa, neanche si presenta e inizia a entrare e uscire dal bagno, poi prende, se ne va tutto il giorno e torna la sera, quando arriva neanche mi guarda e mi usa come se fossi una doccia -una doccia, capisci?- e poi se ne sta sempre nell'altra stanza, come se ci fosse chissà che cosa, ci sarà si e no un letto. Dieci giorni così, capisci, io iniziavo a preoccuparmi, dicevo: cos'ho che non va, perchè tutte le altre vasche sì e io no, forse il bianco non mi sta bene, pensavo io. Poi arriva una sera, era una iena, era, arriva a casa, mi guarda e mi riempie di acqua, mi butta dentro della roba che sembrano sassi -ma che poi si sono sciolti subito- e si piazza lì venti minuti, no dico, venti minuti. Si alza e se ne va e per una settimana non si fa vedere, io rimango lì dicendo, boh, magari non è stata bene, ho fatto qualcosa di sbagliato, quasi quasi la chiamo ma è meglio di no, poi chissà cosa pensa. Insomma, una settimana di paranoie assurde, capisci?, una non può andare avanti così.

Poi arriva stasera. Apre i rubinetti, mi butta dentro una roba liquida che inizia a fare una schiuma densa, poi vedo che prende un sacchetto di plastica e ci butta dentro un coso che mi sa che serve per ascoltare qualcosa perchè gli pendevano due fili che si è messa nelle orecchie, ma poi dico, metterlo in un sacchetto, come se io per dispetto glielo potessi bagnare (la prossima volta che non prende precauzioni le faccio vedere io cosa succede a non darmi fiducia, glielo metto in ammollo, glielo metto). Poi se ne va e torna con un accendino, aiuto, ho pensato io, questa è fuori di testa, poi vedo che ci accende due candele e spegne tutte le luci, che poi io non ho capito, cos'è questa storia dello spegnere le luci, mica mi ha chiesto se mi fa paura stare a lume di candela, nonnò, quella fa tutto di testa sua. Poi si stende, si ricopre di schiuma e sta lì. Per venticinque minuti. Io non so se hai presente, venticinque minuti di orologio, ogni tanto tira su un braccio, ogni tanto prende la schiuma in mano -quella gioca con la schiuma, capisci?- e sta lì collassata senza fare niente. Con tutte le cose che ci sono da fare al mondo, lei sta lì e non fa niente! Fuori di testa, dico io.

Che poi quella non ha mica detto una parola, ah no che non ha detto una parola, che io la sento quando è in quell'altra stanza e si mette a parlare con le posate nuove e con il plaid, cos'è sta storia, che sono, la figlia della serva? Stai con me venticinque minuti e non dici neanche una parola? Maleducata.

E poi a un certo punto, dopo che ormai mi ero abituata, dopo che eravamo entrate, per così dire, entrate un po' in confidenza, quella che fa? Prende, si alza e se ne va. Se ne va, capisci? Ora dico, con tutto il rispetto, ma si può essere trattati in questo modo? Prima fai finta di non vedermi, poi ti approfitti della mia disponibilità e poi te ne vai senza dire niente. Io non so se posso continuare così, magari sono io che ho qualcosa che non va, ma per me quella là è fuori come un balcone. Qualcuno le dica qualcosa, per favore, che se la prossima volta entra nell'acqua con un libro mi sa che non me la schiodo più.

05 aprile 2008

A Lugano tutto è superefficiente

E' talmente tanto tempo che non posto che blogger si è scordato anche come mi chiamo. Questo per avere un'idea di quanto in realtà mi senta in colpa. Anche papà (ciao papà!) è arrivato a dirmi di darmi una smossa nell'aggiornare 'sto blog inerte, quindi meglio scrivere due righe prima che il mio template si suicidi ed esploda in una miriade di pixel.

Oggi dovevo essere insieme a un po' di gente simpatica in giro per la Svizzera interna, invece son malaticcia e mi è toccato tirare il pacco. In attesa di avere una connessione decente prendo un attimo in prestito la rete da uno dei miei valorosi vicini (ciao vicino! Grazie, eh. A proposito, la tua rete va un po' lenta, ti prego di fare qualcosa in merito). Mi sembra un po' come dare gli aggiornamenti dalla trincea, ma tant'è.

Il primo di Aprile ho avuto le chiavi del mio monolocale in zona universitaria. Il che significa non solo che Lyonora può finalmente farsi i sacrosanti fatti propri, ma anche che io non sono costretta a scarrozzarmi chilogrammi e chilogrammi di peso sulle spalle ogni giorno. Se l'appartamento nuovo (anteprima del mio letto) non prevedesse anche mobili nuovi, che prevedo siano in larga maggioranza targati Ikea, l'evento avrebbe di sicuro un aspetto meno spaventoso. Appena entrata in casa ho subito fatto l'inventario stupido. L'inventario stupido è quella cosa che, se sei mai entrato in una casa nuova, sai quanto sia faticoso nonchè necessario. Ci sono alcune cose che diamo per scontato si trovino in una casa, come la moka, il sale, il mocio. Ebbene, in una casa vuota non ci sono. E alcune sono proprio indispensabili, come la carta igienica e l'adattatore per le prese. Soprattutto se hai un phon con presa tedesca e solo un adattatore per presa italiana. (papà non leggere il resto del rigo) Per fortuna avevo con me una tenaglia.

A Lugano si prende la scossa. Sempre, comunque ed ovunque. Indossando sintetico oppure no. Tocchi una finestra e ZOT! Scossa. Tocchi il tavolo e ZOT! Scossa. Tocchi il pc e ZOT! ZOT! dueeventi direttamente in vena. E' perchè l'aria è un po' secca, dicono. Hm. Da un mese ho una pelle che in confronto la squamatura di un pesce è 100% puro cachemire.

A Lugano tutto è superefficiente, gli autobus sono in orario, i treni sono in orario, a meno che non siano provenienti dall'Italia. E se un treno è in ritardo, anche se fa solo la tratta Lugano-Bellinzona, gli altoparlanti daranno comunque la colpa alle ferrovie italiane e alla stramaledetta erba del vicino che, chissà perchè, è sempre più verde.

A Lugano tutto è superefficiente, i negozi aprono alle 8 di mattina e danno per scontato che tu esca alle 5.30 dal lavoro, in modo da avere una piena mezz'ora dedicata alle compere. Dopodichè il nulla cosmico. L'ultima volta che sono stata a prendere un aperitivo in centro, alle otto meno dieci di sera mi hanno pregato di sgomberare che stavano per chiudere. La città.

A Lugano tutto è superefficiente, a livelli che talvolta rasentano l'idiozia. L'altro ieri sono andata a sottoscrivere un abbonamento per internet. L'impiegato superefficiente ha compilato la scheda con la richiesta, serve un documento? Il codice fiscale? No no, qui in Svizzera non è necessario, l'importante è che paghi regolarmente. Ti invieremo il modem tramite posta ordinaria (posta ordinaria, ti rendi conto). Ho detto, sì, ok, però se mi arriva per posta vuol dire che non posso ritirare il pacco perchè lavoro, non posso ritirare personalmente il modem qui allo sportello (che casualmente si trova nell'ufficio sotto il mio)? No, la schermata di inserimento dei dati del contratto non prevede la consegna del modem a un indirizzo diverso da quello di casa. Per nessun motivo. E ora raus, che devo lavorare.

A Lugano tutte le ciam-belle escono col bruco.

A Lugano le commesse ti accolgono con Buongiorno!, ti sorridono e sono gentili. Nessuna commessa acida e mestruata (ho il sospetto che si facciano venire le mestruazioni fuori dall'orario di lavoro, devo scoprire come si fa). Ma le file non esistono. Oggi, a due casse su due, una a ciascun piano di un ipernegozio ipercommerciale in centro, una signora sgamatissima e una signora sgamatissima, vedendomi in fila, sono semplicemente passate davanti e hanno appoggiato la merce sul banco. E le commesse, in entrambi i casi, le hanno scontrinate per prime. 'Ste strxxxe. Ah, io non ho sorriso affatto, quando ho pagato. Avranno sicuramente pensato che sono la solita italiana acida e mestruata.

A Lugano puoi decidere di passare un meraviglioso week-end con la febbre. Nessun problema, c'è una densità di 15 farmacie al metroquadro. Ma sei in Svizzera e devi ovviamente essere organizzato. A te che, malandrino!, ami tirare tardi il sabato in cui ti svegli senza avere percezione degli arti inferiori, farà comodo sapere che le farmacie il sabato aprono alle 9 e chiudono alle 12. Insindacabilmente. Tutte. Perciò, se vuoi esercitare il tuo sacrosanto diritto di ammalarti durante il weekend, augurati di avere lo stipetto delle medicine ben fornito non solo di aspirina e cotone idrofilo, come certi disorganizzati.