26 febbraio 2009

Sociologia e marketing del parrucchiere del sabato mattina

Ora sono abbastanza grandina da poter dire queste cose. Ho sempre ammirato le signore che tutti i sabato mattina se li passano dal parrucchiere, soprattutto se il parrucchiere non riceve su appuntamento, il che significa che la fila inizia ben prima del sollevarsi della serranda. Capitemi, sono cresciuta in un paese piccolo, il rituale del parrucchiere del sabato mattina è più sacro di quello delle lasagne la domenica a pranzo.

La mia è pura e vera ammirazione. Il sabato mattina, nei paesi piccoli come il mio, la quasi totalità delle madri di famiglia con figli più o meno adulti si sparpaglia tra i vari parrucchieri del paese (duemila abitanti, tre parrucchieri) e contribuisce così a perpetuare una serie di fenomeni che andiamo senz'altro a descrivere.

  • Tribalità. I parrucchieri hanno pubblici molto diversi, la concorrenza è sostenuta dall'identificazione nel brand. I clienti sono fedeli e motivati, nessuno cerca di pubblicizzare in maniera più o meno esplicita la propria scelta ma ciascun brand ha un'impronta ben definita. A seconda del taglio di capelli e della messa in piega, in qualsiasi giorno di qualunque settimana dell'anno è possibile individuare la parrucchiera di fiducia della tal signora.


  • Espoliazione dell'identità. Io non so voi, ma ci sono cose che non mi fanno sentire completamente a mio agio, tipo ritrovarmi improvvisamente in pubblico mezzo minuto dopo essermi appena svegliata. Ecco, immaginate ora cosa dev'essere farsi vedere da tutti quelli che ci vedono sempre in perfetto stato con bigodini, punte sparate in aria dallo shampoo, stagnole o -peggio- cuffie per colpi di sole. E, nonostante questo, scambiarsi con nonchalance le ricette per il pranzo della domenica. La reciprocità della situazione aiuta a fare in modo che il disagio non alteri le conversazioni, ciò nonostante l'atto di "espoliare la propria identità pubblica" davanti a un ristretto (e ricorsivo) numero di persone genera qualcosa simile all'identificazione nel gruppo. A ciò occorre aggiungere che l'ambiente così condiviso genera un senso di parificazione sociale. La bracciante e la moglie del sindaco, con i bigodini in testa, sono uguali. Perlomeno per quella mattinata.


  • Concentrazione di potere. Non si tratta di femminismo spinto, ma molti degli uomini che ho in mente senza la propria donna farebbero fatica anche a cambiarsi i calzini. Sì, lo so, è una mentalità da paese, ma io l'avevo anticipato da dove vengo, quindi non lamentatevi. Quello che invece conta è che nel negozio del parrucchiere, il sabato mattina, si concentra molto più potere di quanto non ci vogliano dare a bere i summit internazionali. Vi prego, mandate per una volta le mogli dei presidenti più influenti dallo stesso coiffeur nello stesso momento. Secondo me è così che finiscono le guerre, altro che trattati di pace.


  • Buzz. Sì, succede anche dal droghiere. Sì, anche al mercato. Ma la spinta che il buzz offline subisce a cadenza settimanale è qualcosa di speciale. Si parla di "discorsi da parrucchiere" quando si vuole indicare un miscuglio leggero di argomenti poco impegnati e gossip. Le donne il sabato mattina si rilassano, ritagliano un momento per sè dopo aver dedicato la settimana intera alla famiglia, vogliono godersi qualche ora di libertà. Noi abbiamo il solitario o il campo minato per svagare la testa, loro hanno il gossip di paese. Le chiacchiere del parrucchiere sono un effimero mensile femminile che serve a rafforzare le relazioni sociali e, perché no, imparare qualche trucco su come togliere l'acido della passata o come piantare i gerani. E anche su quali prodotti comprare, perché no. Donne con potere d'acquisto che si appoggiano alla propria reputazione per commentare questo o quel prodotto. Le chiacchiere da parrucchiere sono il ceppo della recensione dei prodotti nei forum e nei blog.

11 febbraio 2009

Quando il fisico si riposa anche il cervello va in tilt

Oggi ho corso (applausi) (ssshh). Per stabilire se la mia relazione con la corsa può avere un futuro ho deciso di fare il classico schema dei pro e contro.

contro - ho corso solo 15 minuti
pro - ho corso!
pro - pioveva e stava facendo buio
contro - avevo l'outfit nuovo da provare
pro - dopo aver corso mi parte il voglino di fare due addominali
contro - ho fatto solo quattro minuti
pro - ci metto solo un mese di attività costante perché l'addominale si veda
contro - ci metto un mese di attività costante perché l'addomninale si veda
pro - dopo gli addominali sei lì sdraiata a terra, che fai, un paio di flessioni non le vogliamo fare?
contro - ho dovuto usare gli esercizi semplificati
pro - e dopo due flessioni, mentre sei lì che ti riprendi, due esercizi per i glutei vuoi che non ci stiano?
contro - prendere consapevolezza di quanto il fisico non regga la buona volontà
pro - ho cominciato, via

7 a 6. Bene, da domani si riparte.

(odio mettere in atto i buoni propositi per l'anno nuovo)

05 febbraio 2009

Art&crafts/Esclusivo: Francesca intervista Feba

Nella foto: a sinistra, Feba. A destra, Francesca

Perle rosa, bianche, brillantini, pinze, pietre dure. Entrare nello studio di creazione di Feba è un po' come entrare nella grotta delle meraviglie. Ha fatto scalpore la sua recente entrata nel mondo dell'art&crafts, quando si è presentata come ideatrice di gioielli di perle esclusivi, elogio della semplicità e della femminilità. Tra le sue attività, ricordiamo le immagini delle collezioni viste attraverso l'occhio della Nikon, le preview delle collezioni e il negozio su Etsy. Feba ci accoglie con un sorriso, un filo d'argento in una mano, alcuni pezzi di acquamarina nell'altra.

Francesca: Feba, nessuno sapeva della tua passione (la creazione di gioielli a mano, ndr). Da dove viene? E quando hai cominciato?
Feba: Il fermento artistico c'è sempre stato, negli anni ha cercato di esprimersi in diversi modi, dagli strumenti musicali, all'arte, ai lavori manuali... Diciamo che questa non è altro che una nuova tappa... A Natale non riuscivo a trovare la collana che cercavo, ho pensato: se so esattamente cosa voglio, perché non farlo? Ne ho fatta una, ne ho fatta una seconda... ed eccoci qui.

F: Prima Friendfeed, poi Etsy... come sei passata dalla conversazione al negozio?
F: Mi piaceva l'idea di proporre prima i miei gioielli alle persone che mi conoscono, in un luogo dove potessero commentare, dare la loro opinione e darmi qualche prezioso consiglio per continuare. In cambio, io propongo i miei pezzi con un anticipo di qualche giorno rispetto alla pubblicazione su Etsy. Finora sono stata molto soddisfatta, spero di poter continuare a lungo!

F: Nell'ambiente si dice che tu voglia creare solo pezzi unici. E' vero? E non hai paura di finire le idee?
F: Tutti quelli che hanno un'idea hanno paura di non potersi rinnovare. L'ispirazione può venire da qualsiasi parte, basta tenere gli occhi aperti. E se le idee finiscono, significa che è il momento di fare altro. Ma fino a quel giorno, solo pezzi unici. Quello che mi interessa è sperimentare, non produrre in serie. Ho deciso di scegliere e sperimentare i materiali, di fare le cose con accuratezza e di coccolare chi sceglie i miei pezzi.

F: Perché questa predilezione per le collezioni complete?
F: Perché ho sempre portato poche cose, ma coordinate. Ho sempre odiato il fatto di dovermene andare in giro a volte per anni per trovare l'abbinamento giusto. Una volta comprai una collana meravigliosa, ma molto pretenziosa, a Mantova. Ci vollero due anni, e un viaggio a Parigi, per trovare orecchini che potessero accompagnarla. Ecco, con le mie piccole collezioni vorrei evitare alle donne questo genere di peregrinazioni.

F: Come sei arrivata a un tuo stile personale?
F: Nell'abbinare i materiali, ho una sola regola. Faccio solo pezzi che io stessa indosserei. Posso arrivare a fare qualcosa su commissione, ma lo stile rimane comunque semplice, pulito, mai eccessivo. So che tutto questo non è molto marketing oriented, ma diciamoci la verità: chi se ne frega? (ride)

F: Credi che continuerai anche in futuro?
F: Ci sono alcune cose in cantiere, la tesi, un'attività in zona (Londra, ndr), insomma, ancora non so di preciso quanto tempo libero mi rimarrà durante l'anno ma mi piacerebbe imparare tecniche nuove, per riuscire a variare il lavoro il più possibile. E poi tra qualche anno chissà, magari ci ritroveremo tutti all'inaugurazione del mio primo negozio con wi-fi...

Intervista: Francesca. Foto: Francesca. Abiti: Random. Trucco: Nature.