Scherzavo.
Come a dire, finito il camp tutto torna alla normalità, tranne il cervello.
Autunno, tempo di dentisti. Che io non so com'è, ma coi dentisti ho sempre avuto un pessimo rapporto. Mi ricordo ancora il primo, un dottorino dell'ospedale, io circa ottenne, appena mi vide sulla porta esclamò: questa bimba deve portare l'apparecchio! E così sia.
Sono tornata altre volte da lui, all'incirca per n anni. Ogni volta, lui prendeva il mio apparecchio rosa da notte e lo stiracchiava di qua e di là con la tenaglia, in modo che, portatolo le due notti seguenti, io disimparassi completamente almeno una consonante. Arrivata all'età della ragione, ho detto: mamma, io l'apparecchio non lo porto più. Ho buttato quello che avevo nella spazzatura, ho saltato il controllo e non ne ho più voluto sapere, di dentisti. Fino ai 17 anni.
Mi capitò dunque, un bel giorno dei miei diciassett'anni, di dover andare a sistemare una carie. Il dentista, appena mi vide sulla porta, esclamò: questa ragazza deve portare l'apparecchio! Eh, ma allora lo fate apposta, ho pensato io. E così fu.
Trattavasi di un bellissimo apparecchio fisso, ma con le piastrine semitrasparenti (perchè lo stile a diciott'anni si sa, è tutto). Peccato che con quell'obbrobrio in bocca dessi sempre l'impressione di avere una deformazione alla mandibola, unita al fatto che avevo un sistema di tiranti in bocca non identificabile al primo approccio. Almeno, se uno ha in bocca la ferraglia con tutta la ferramenta e l'umarello che ti vuole far comprare due chiavi inglesi diverse per ogni occasione (che fa sempre scìc), la gente capisce subito che ha a che fare con un apparecchiato. Uno con l'apparecchio. Invece no, la gente mi guardava strana e non capiva, con quel sistema di tiranti semitrasparenti.
Fattostà che ho rivisto quel tizio per un altro paio di anni. A diciannove anni mi sono decisa a chiedergli di fare un baratto, la sua laurea con il mio diploma delle medie, che ormai ne sapevo molto più di lui. Invece, tolto l'apparecchio fisso e portato quello mobile per n mesi, ho fatto quello che tutti voi ormai vi aspettate. Ho preso l'apparecchio, l'ho buttato nella spazzatura e ho detto: mamma, mai più dal dentista, a costo di morire di mal di denti.
Si sa che a quell'età non si ha ancora una visione lucida della vita, men che meno del mal di denti, perchè a fine agosto ho cominciato ad avere dolori lancinanti. Ho chiesto perdono al Dio dei Dentisti per avere detto quelle atrocità qualche anno prima e mi sono rivolta in lacrime al primo studio che non fosse ancora in ferie. Si vede che il Dio dei Dentisti, nella sua infinita bontà, mi ha perdonato, perchè non solo ho trovato qualcuno che non fosse ancora ai caraibi, ma pare pure di aver trovato una personcina a modo. Premurosa. Molto premurosa. Moltissimo. Se insieme al conto mi addebita pure tutte le chiamate che mi ha fatto finora, sono fottuta.