17 gennaio 2008

Due chiacchiere con MrDopplr/1

Mercoledì, ore diciotto e trenta. Anzi, diciotto e trentacinque, siamo già in ritardo. Come si chiamava il pub? Prague, ok. Allora l'abbiamo passato, era quello con l'insegna rossa. Sì, è quello.
Entriamo. Ad un tavolo c'è un tizio con gli occhiali, un macbook e un cappuccino che ci fa un segno con la mano. Ecco come ho conosciuto Matt Biddulph, il CTO di Dopplr.

Ci sediamo, due birre, blocco e matita e chiedo a Matt se mi può raccontare un paio di cose riguardo a questo servizio. In un'ora di chiacchierata, Matt mi racconta un po' di tutto, da com'è nata l'idea a qual è il famoso modello di business.

Dopplr nasce da un'idea di Marko Athisaari (qui la sua presentazione di Dopplr) ed è stato sviluppato da Matt Biddulph, che all'epoca lavorava come programmatore e aveva avuto esperienze con BBC e altre grosse aziende e a livello grafico da Matt Jones, che lavorava per Nokia come product designer. L'idea era piuttosto semplice: creare una piattaforma di social network specificatamente dedicata a chi viaggia frequentemente. Dopplr avrebbe risolto il problema di chi si sposta spesso per lavoro, ovvero di far conoscere alla propria lista di contatti dove si sarebbe trovato e quando, in modo da aumentare la possibilità di contatti faccia a faccia con altri che si sarebbero trovati nello stesso luogo. I problemi principali erano legati alla dimensione del pubblico che Dopplr avrebbe avuto: non erano sicuri che un servizio così specifico potesse essere un valido servizio di per sé, ma che forse sarebbe dovuto essere parte di qualcosa di più grande (a feature of a bigger service). Ma l'idea era buona, così Biddulph e Jones si sono convinti che Dopplr sarebbe stato parte di un servizio più grande in senso lato, il web.

All'inizio del 2007 i due si incontrano durante un weekend e in pochi giorni raffinano l'idea, si fanno un'idea di come sarebbe stato il design e di come avrebbero dovuto organizzarsi per il lavoro. Si danno obiettivi a breve scadenza, pensano al lavoro materialmente realizzabile nelle settimane successive e lavorano per gradi, aggiornandosi di persona ogni poche settimane. Nel frattempo, Matt Biddulph lascia il suo lavoro e comincia ad accettare progetti come freelance, il che gli consente di organizzare meglio il proprio tempo e di viaggiare attraverso l'Europa e gli Stati Uniti. Matt sostiene che la tecnologia ha favorito a tal punto il suo stile di vita perchè gli ha consentito di non essere mai presente fisicamente, con una connessione a disposizione poteva lavorare e contemporaneamente vivere in luoghi diversi, utilizzando il suo tempo libero per sviluppare Dopplr.

A marzo la prima versione del servizio è pronta. Per il beta testing vengono selezionate venti persone in grado di fornire feedback utili e di parlare del prodotto. A loro vengono spediti inviti personali, con l'opzione di poter a loro volta invitare altre due persone. Dopplr viene accolto con entusiasmo, Matt inizia a presentare il prodotto alle conferenze e tanto le richieste di inviti quanto i feedback ricevuti eccedono spesso la capacità di gestione. Il capitale investito è ancora minimo e consisteva nel noleggio delle strutture per i weekend in cui si lavorava faccia a faccia.

Fine prima parte

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante...aspetto il continuo specie per il modello di business...brava! ;)

Riccardo "Bru" Cambiassi ha detto...

Deja-vu...

Feba ha detto...

@darios, il modello di business è una fissa tutta italiana...

@bru, dici? :P