30 luglio 2007

Fenomenologia della fauna da spiaggia/2

Prosegue la presentazione dei risultati dell'analisi sulla "fauna da spiaggia". Se ti sei perso il primo post lo puoi trovare qui.

GLI STAKANOVISTI. I soggetti in questione si presentano in spiaggia a coppie, generalmente dello stesso sesso. Il che è irrilevante, dal momento che nemmeno si accorgono della presenza dell'altro. L'attrezzatura di base è un cellulare con batteria appena caricata, un quotidiano di finanza e la gazzetta dello sport, giusto per dissimulare. Passano la maggior parte del tempo sudando al telefono, impartendo la loro benedizione a colleghi e parenti, maledicendo le particelle di sabbia volanti e rimpiangendo la comoda aria condizionata dell'ufficio. Quando non discutono di lavoro, organizzano le serate fino alla fine di agosto per non farsi cogliere impreparati. Di tanto in tanto, amano estrarre il palmare e comunicano al cellulare gli aggiornamenti degli appuntamenti di ottobre: in realtà vincono la noia compilando un sudoku.

IL TEDESCO DA SPIAGGIA DOCG. La mia categoria preferita (anche se un vero scienziato non dovrebbe mai confessarlo). Noto un tempo per il sandalo con annesso calzino bianco e tinta rosso violacea, è sempre più raro ammirarlo allo stato naturale. Oggigiorno viene sempre più sostituito dal soggetto badante russa da spiaggia nel giorno di permesso. Le differenze tra il primo e il secondo tipo sono però notevoli. Il tedesco da spiaggia si sposta con la tedesca da spiaggia e il bimbo tedesco da spiaggia. Talvolta tonto ma in tutti i casi gioviale, ha la tendenza a elargire mance e perpetrare crimini contro il buon gusto. Al contrario, la badante russa da spiaggia nel giorno di permesso è caratterizzata da pessimo carattere, si aggira per la spiaggia con un'amica, ha un incarnato che, contrariamente alla terra d'origine, tende pericolosamente al terra di siena bruciata ed è spesso fornita di uno o più tatuaggi. I più temerari potranno sperimentare la pericolosità del soggetto avvicinandosi a meno di due metri dal suo telo mare: se non digrigna i denti è perchè probabilmente vi ha già azzannato.

I FINTI DISORGANIZZATI. Presentano alcuni tratti in comune con i "disorganizzati", ma si differenziano da questi ultimi per alcune interessanti peculiarità. Eseguono il loro accesso alla spiaggia muniti solo di pareo per non portare un telo, ma hanno il cuscino gonfiabile. Non hanno una penna, ma hanno il blocco enigmistico. Non portano niente per ripararsi dal sole, ma hanno una selezione di creme solari migliore della profumeria all'angolo. La loro attività preferita è l'osservazione critica altrui e spesso estraggono dalla borsa un quaderno su cui annotano le idee per scrivere un post.

Fenomenologia della fauna da spiaggia/1

Il periodo estivo si può riassumere in un'equazione: estate=spiaggia. Per quanto possiate fare gli indifferenti, da qualsiasi parte voi andiate sarete affetti da una singolare patologia: l'osservazione compulsiva dei vostri vicini e/o passanti (non fate quella faccia, so che lo fate). Non banalizziamo, non è vero solo che le donne guardano la cellulite altrui e gli uomini il culo delle donne; questa considerazione, per quanto veritiera, è riduttiva e non aggiunge alcunché ad una sana analisi da spiaggia.
La spiaggia libera è il luogo più adatto per l'avvistamento e la categorizzazione, in quanto i classici bagni tendono ad omologare i presenti in un'attività riconducibile al passaggio lettino-bar-lettino-bar senza fornire indicazioni preziose sui tratti tipici di determinate classi di soggetti.
Passiamo ora ad analizzare i risultati della mia analisi domenicale. Riassumo di seguito le categorie che riportano i tratti principali degli individui osservati.

I SUPER-ORGANIZZATI. Generalmente raggruppati in uno o più nuclei famigliari, questi soggetti arrivano in spiaggia intorno alle 7 del mattino con svariate quintalate di oggettistica sulla schiena, che comprende ombrellone, sdraio, materassino, un set di asciugamani a testa, braccioli, frigobar e biliardo. All'ora di pranzo compare il tavolo da pranzo in cristallo, che viene equipaggiato a dovere, centrotavola, tovaglia e tovaglioli di fiandra compresi. Le pietanze ivi poste spaziano dall'insalata di riso, alla grigliata di crostacei, alla Saint honoré. Questi soggetti comunicano tra loro tramite uno strano linguaggio comunemente definito "urla fastidiose". L'oggetto di discussione è prevalentemente il figlio piccolo, che fa il bagno troppo presto o troppo tardi, si allontana, tira secchielli in faccia ad altri bambini, seppellisce il vicino di ombrellone. Lo spazio occupato da questi soggetti varia dai 20 ai 200 mq. In tale spazio non filtra mai la luce del sole, perchè ricoperto dalla produzione annua di una fabbrica di ombrelloni.

I DISORGANIZZATI. Si tratta di soggetti in età giovane, tra i 15 e i 30 anni. Si presentano in spiaggia non prima delle 12.30, recando con sè il solo telo mare e un paio di occhiali che coprano possibilmente i 4/5 del volto. La loro attività consiste generalmente nel giacere collassati sulla sabbia e nell'osservare i soggetti di sesso femminile presenti nel raggio di 600 metri, accompagnando l'avvistamento con una votazione verbale. La loro momentanea resurrezione avviene nel momento in cui si cimentano in qualunque attività che possa mostrare a tale pubblico femminile la loro prestanza fisica, dalla partita a racchettoni al torneo di canasta.

I MODAIOLI. Questi individui si presentano in spiaggia già abbronzati dall'anno precedente. Da soli o in piccoli gruppi, hanno sul volto una stupita smorfia di orrore per essere al Lido delle Nazioni anzichè a Saint Tropez. In completa controtendenza rispetto alla maggior parte dei presenti, si aggirano con nonchalance tra i rivenditori diversamente italiani per comprare un paio di occhiali D&G a meno di dieci euro, cui ben presto legheranno un finto cartellino prezzato 699,00 fingendo di averlo dimenticato. L'oggetto di discussione è, nella quasi totalità dei casi, la prossima vacanza che faranno ad agosto, che spazia dall'atollo della Micronesia a Bahia, omettendo di citare l'anno di tale agosto. Questi soggetti non disdegnano di parlare del proprio lavoro, cui precede normalmente un "responsabile", "vice-presidente", "manager" o, per i meno anglofoni, "vice-governatore". Combattono da anni per fare approvare una legge che preveda la riverenza al loro passaggio.

(continua...)

Lunedì, ore 9

Scena che si ripete dal lunedì al venerdì. Atrio, ore 9.

Portinaio: Buongiorno signora! Come andiamo?
Signora1: bene, grazie, e lei?

Portinaio: Buongiorno! E suo nipote? Quando passa a trovarla?
Signora2: se tutto va bene già la prossima settimana è qui...

Portinaio: Buongiorno signora! Le orchidee si sono riprese?
Signora3: si grazie, il fertilizzante che mi ha consigliato è ottimo.

Io: Buongiorno!!
Portinaio: ...

...questa cosa non me la sono mai spiegata.


Scena: ascensore, ore 9.05

Signora: sale? a che piano?
Io: quarto
Signora: io mi fermo al secondo.
Dalla borsa estrae un pacco nuovo di Tampax, lo apre, prende un involucro bianco. Penso che lo stia per ingoiare, tipo pillola.
L'ascensore ferma al secondo.
Signora: Arrivederci! Buona giornata!
Io: (con un inizio del genere lo sarà senz'altro)

Buon lunedì mattina anche a voi.

29 luglio 2007

Lezione di musica

Miei giovani amici, oggi, per la serie "i consigli di Feba", vi mostriamo come con un po' di impegno potrete arrivare a suonare in maniera discreta il vostro strumento preferito. Acquistando il Feba-pack a soli 199,99 euro + spese di spedizione avrete a casa vostra un pacco 15x12x6 di talento® che utilizzerete per le serate in compagnia dei vostri simpatici amici.

Se siete appassionati di pianoforte, potrete con sole poche ore di esercizio alla settimana emulare questo soggetto:



Se invece ciò che più vi piace è l'arpa, in poche mosse chiunque di voi può agevolmente arrivare a questo livello:



Per gli irriducibili della chitarra, rendere docili le sei corde non sarà più un problema:



Acquista il Feba-pack e stupisci i tuoi amici. Fidati di me. Feba-pack, l'unico vero pacco col pacco.

28 luglio 2007

Il portatazza

L'ho trovata, l'ho trovata. E non posso fare a meno di postarla.

Storia vera di un SysOp Novell NetWire:
Cliente: "Salve, e' il Supporto Tecnico?".
Tecnico: "Sì. Come posso aiutarla?".
C.: "Il porta-tazza del mio PC si e rotto e sono ancora in garanzia".
T.: "Mi scusi, ma lei ha detto porta-tazza?".
C.: "Si, e' sul frontale del mio computer".
T.: "Perdoni se le sembro un po' perplesso, ma e' perche' lo sono. Lo ha ricevuto come parte di una promozione, in qualche fiera? Come le e' arrivato questo porta-tazza? Ha qualche marchio inciso sopra?".
C.: "E' arrivato insieme al computer; non so nulla di nessuna promozione. C'e' solo scritto '4X' sopra".

A questo punto il tecnico ha spento il suo microfono, perché non e' piu' riuscito a trattenersi dal ridere. Il cliente stava usando lo sportelletto del drive CD-ROM come un porta-tazza, tenendolo sempre aperto.

via

PS: se voi pensate che siano solo americanate, sappiate che un cliente (non mio) ha detto che ci avrebbe messo un po' più di tempo a rimandare il fax perchè doveva scendere e cercare una tabaccheria con fotocopiatrice, perché voleva una copia anche per sè...

27 luglio 2007

Outing

Lo confesso. Sono una internet addicted. Passo la mattinata online per lavoro, durante il pomeriggio sono connessa dalle 4 alle 6 ore, un po' per arricchire le mie competenze e molto per cazzeggiare. Sì, lo ammetto, cazzeggio molto, su internet. Ho un account in Twitter, in MyBlogLog, in Flickr, in Last.fm, in LinkedIn e in altre simili diavolerie (cit.). Mi impegno, cerco di seguire tutto. Ma quando sembra di avercela fatta si aggiungono Anobii e Pownce. E Facebook. E Jaiku. E, insomma, io arranco, ce la metto tutta, ma fisicamente non ce la faccio, stamattina il mio pc ha avuto un attimo di svenimento, gli è diventata la faccia tutta blu e mi ha scritto "andiamo in ferie perpiacereperpiacere!!" E, ecco, insomma. E' lui che me lo chiede. Non un notebook qualunque, proprio lui. E sì che lo dice una heavy internet addicted. E invidio chi riesce a fare dieci aggiornamenti al minuto ai propri blog, chi riesce a twittare anche cento volte in un giorno, chi ciatta mentre skypa e si logga in DivShare. Io, a voi, vi invidio, sapete? Perchè io credevo di essere molto social, molto network e molto connected, ma proprio così, capitemi, io non ce la faccio. E ve lo dice una heavy hard internet addicted.

Ho bisogno di ferie, perdio. Davvero.

Jean Todt


Lapsus freudiano? :P

Alba e istantanee

E' sempre strano vedere qualcuno che parte. Soprattutto se non sai quando e in che contesto lo rivedrai. E' come se il mondo si accartocciasse in quel preciso istante, dici ciao e nella testa hai il vuoto cosmico. Per poi continuare a pensare, nell'alba e nei venticinque gradi di una giornata che si preannuncia afosa. Tutto ciò che rimane è una colonna sonora e tanti pixel con le miniature, uno storyboard con i frammenti di sei anni di complicità, amore, odio, rabbia, analisi, auto-analisi, risate, telefonate, cene, vini, sigarette, scorribande, lacrime, karaoke improvvisati, passi, battute, urla, parole, problemi. Affetto, e stima. Non riesco a capire se la testa è troppo vuota o troppo piena. Sento solo una colonna sonora, vedo tante istantanee e fisso l'alba di questa giornata che si preannuncia afosa.

25 luglio 2007

Dal Giappone arriva la Web Trend Map

Ne avevamo parlato con Luca sabato al WaveCamp, oggi è apparso un articolo su Repubblica.it che la descrive. Si tratta della Web Trend Map 2.0, disegnata da un gruppo di web designer giapponesi. Sulla base della piantina della metropolitana di Tokyo, sono stati posizionati i 200 siti più influenti del mondo, ognuno sul proprio "canale di sviluppo". Gli snodi sono rappresentati da siti che non rientrano in una sola categoria, come Google (main site tra info, know how e tools).

E approposito di novità, è ufficiale: tra pochi giorni arriveranno i Moo Stickers targati RomagnaCamp. Ai partecipanti non vogliamo far mancare nulla. E se non vi siete ancora iscritti, questo è il momento per farlo ;)

24 luglio 2007

Serata di Tessarolo e Patterson

Reduce dall'ultima puntata della Tessarolo tivvù, dove si è parlato di Second Life. La Net tv, pur con i problemi tecnici e qualche improvvisazione, era meno frequentata del solito, ma Tessarolo convince ed è in grado di fornire spunti di discussione interessanti. La chat annessa permette agli spettatori di fare domande, interagire e fornire a sua volta spunti di discussione. Sì, forse siamo nella direzione giusta, lo dice una che ricorda di avere la televisione quando è il momento di spolverarla. Ora è arrivato il momento di tornare alla real life, vado a finire le ultime pagine del libro che sto divorando, appena finito potrò finalmente discuterne con Livia. Si tratta di Networks trade-off: the future of the Internet, di Mary Patterson. E' un libro imperdibile per le giovani blogger, Livia lo definisce addirittura "the bible of women bloggers". Devo ammettere che è molto ben scritto e che contiene alcune idee che mi hanno fatto riflettere. Peccato che finora esista soltanto la versione inglese, la traduzione italiana contribuirebbe a dargli la giusta visibilità anche da noi.

23 luglio 2007

Mini recensione del caricabatterie a energia solare

Quando sono stata al BeachCamp ho conosciuto una persona, Giuseppe, che mi ha mostrato l'aggeggino che vedete qui a lato. Da ecologista sensibile, sono rimasta colpita positivamente dalla descrizione: un caricabatterie solare che ti permette, una volta inserite un paio di stilo ricaricabili, di caricare la batteria del cellulare praticamente all'infinito e con un dispendio di energia praticamente nullo. Mi sono data un po' di tempo per vedere se e come funzionava e devo dire che a distanza di un mese posso tirare le prime conclusioni. Scotty è un prodottino decisamente soddisfacente. Ci mette un po' più delle 4 ore consigliatemi a caricare le stilo, ma mi ha già dato qualche soddisfazione. Ha sostituito egregiamente il caricabatterie da auto che ancora non riesco a trovare (trovare cavi compatibili con il mio Lg KU800 non è facilissimo) e in caso di emergenza ha funzionato anche con stilo usa e getta. A scrivere questo post non ci guadagno niente, sia chiaro. Ma si tratta di una fonte ad energia rinnovabile e quando si parla di ecologia non rifiuto di dare i miei due cent. A questo proposito, al camp ho sentito altri commenti soddisfatti. Sarei molto contenta se qualcuno di voi che ha presenziato al BeachCamp volesse lasciarmi anche la sua impressione.

22 luglio 2007

Un sabato al WaveCamp

E' un post lungo, abbiate pazienza. Se l'argomento non vi interessa, semplicemente passate oltre.

L'avventura inizia ieri mattina. In ritardo. Un pauroso incolonnamento autostradale mi fa tardare all'appuntamento con Lorenzo che, impavido, mi aspetta per oltre mezz'ora sotto il sole di Imola. Per evitare il traffico e il caldo eccessivo, ci avventuriamo tra le montagne dell'appennino tosco-emiliano. Il mio WaveCamp inizia qui, tra una chiacchierata sui modelli di business vincenti nell'era 2.0 e un accenno al futuro dei Barcamp in Italia. Dopo un'abbondante colazione e tre ore di Ka-camp, arriviamo nei pressi di Firenze, accolti dalla panoramica di Fiesole. Dopo esserci persi più volte nell'area industriale e aver percorso non pochi metri sull'asfalto fuso, lanciamo il nostro SOS, e con sole tre telefonate a Nicola arriviamo a destinazione. Le facce dei presenti non sono incoraggianti, la frase ricorrente è: che caldo, e il caldo in effetti non mancava. Ma non mancavano neanche le discussioni interessanti, motivo per cui è stato uno dei barcamp da me più apprezzati per i temi che mi ha permesso di affrontare con i presenti.

Appena varcata la soglia, un nutrito gruppo di blogger conosciuti e affamati ci trascina verso l'area pranzo. Mentre mi allontano, faccio giusto in tempo a vedere Alessio che arriva dentro una felpa. Chiacchiere 1.0 con Nicola e Roberto Chibbaro, rientro alla base in tempo per seguire mezzo talk di Quintarelli e mezzo di Vitta/Bogliolo. Il resto dei loro interventi l'ho ascoltato dalla porta, in sala non riuscivo più a stare, non me ne vogliano. Dopo poco vengo pescata da Aliaksei sotto il sole intenta a fumare una sigaretta. Il bimbo mi chiede candidamente: "perchè sei al sole?", difatti non sapevo proprio che ci facevo lì sotto il sole e me ne sono subito scappata all'ombra. Il secondo reintegro di liquidi è avvenuto per mano di zi' Alessio che si è preoccupato di mettermi tra le mani una bottiglia di the freddo prima di vedermi sciolta.
Poi è stata la volta di Luca Mascaro e delle sue cinque scoperte su Dada. Sono riuscita a seguire l'intero talk, dopodichè ci siamo fermati un'altra oretta a discutere insieme a Lorenzo e Alessio. E' stato in quel momento che ho realizzato qual'era il sogno della giornata: andare in giro scalza sulla moquette. Fatto.
In fase di partenza, incrociamo RedPill, Kurai e Mescaline più in forma che mai. Ci hanno poi segretamente confessato che per riprendersi hanno passato parte del tempo in albergo con l'aria condizionata...

Il tempo non è mai abbastanza, così con Elena ho potuto scambiare solo due chiacchiere mentre cercavamo liquidi per reidratarci, con Gioxx ed Elena ho avuto modo di passare troppo poco tempo, addirittura con Antonio ci si è visti poco più che di sfuggita (perdonami, recuperiamo al più presto). Giusto due parole anche con Francesco (Pseudotecnico), Antonio LdF, Adriano e Matteo. Da segnalare l'azione di disturbo compiuta su tale Sorchiotti al talk di Quintarelli.

Note divertenti della giornata:
1- Ho pizzicato Bayle mentre non era attento...
2- Ho passato buona parte del pomeriggio ad osservare uno dicendo "e sì che mi pare di conoscerlo". Eccerto, era Michele Luconi.
3- Ho avuto alfine il braccialetto Tiscali, per mano di Gianluca Magalotti che lo ha rubato a sua volta a Nicola
4- Sono andata in giro per metà giornata dicendo a tutti: "Sì! E' lui! E' Sid!!"

Partiti la mattina in due, si riparte in tre. Ma non per quello che state pensando. Trattasi della presenza supplementare di Andrea, che ci ha fatto compagnia nel viaggio di ritorno. Lorenzo si è splendidamente impegnato per indicarmi le delizie enogastronomiche dei territori attraversati, mi ha fatto da guida turistica e ha pure guadagnato un po' di punti. Però non abbiamo raggiunto il nostro scopo della giornata. Quale, non mi è dato saperlo.

il WaveCamp su: technorati, flickr

20 luglio 2007

Preparativi per il WaveCamp



Domani la vostra blogger preferita sarà al WaveCamp. Si parte la mattina con Lorenzo, in tempo utile per raggiungere il gruppo alle ore undici. Ho una gran voglia di fare chiacchiere Alessio e Antonio, di aggiornarmi sugli sviluppi del RomagnaCamp con Elena e Gioxx (eh, sono già proiettata verso il futuro, cosa credete?) e di vedere un po' di gente con cui finora ho parlato solo su Twitter (o i cui blog sono in aggregatore). Peccato non aver potuto anticipare la partenza a oggi, avrei voluto seguire molti degli interventi. Tra le assenze che pesano di più, quella di Bru. Il giovane aitante ha preannunciato la sua presenza molti mesi fa, presentandosi poi alla deadline con un misero pacco. Urge azione di rappresaglia.
Lo slogan di domani sarà: impara e chiacchiera. D'altra parte si sa che le donne sono multitasking, no? ;)


(ecco, sì, questa l'ha scattata Bru qualche tempo fa
e io la adoro. E' su Flickr)

19 luglio 2007

Anguriasharing

L'estate è arrivata da un pezzo e io sono sempre più dueppuntozzero. Ho provato tutto: Twitter, Pownce, Llogg... ma non ho ancora mangiato una fetta di cocomero. Eh sì, perchè Gennaro non è un'amante del nobile frutto e io di certo non posso comprare un'anguria per mangiarmela da sola. Ora dico, a che serve essere webtrendy se l'estate rischia di finire senza nemmeno uno spicchietto di quello che insieme ai tormentoni trash è il simbolo dell'estate? E così, cari amici, ho avuto l'idea geniale: l'ANGURIASHARING. Parlo dell'evento dell'estate 2007, mica cazzabubole. Il programma dell'evento è così riassumibile: appena trovo un buon numero di nobili volontari muniti di liquido alcolico, compro un cocomero gigante e organizzo una festa, il cui motto sarà: ci sfondiamo di cocomero e arrivederci all'anno prossimo. E' l'idea dell'estate. Ancora non capisco perchè nessuno mi ha mai chiamato per organizzare eventi.

18 luglio 2007

Autospam

PUBBLICITA' Non sopporto chi spamma, ma il fatto che la convivenza con me stessa mi risulti molto difficile mi fa stare, almeno in questo caso, tranquilla con la coscienza. Ma volevo dirvelo, perchè sono particolarmente orgogliosa del lavoro che sto facendo. Sto infatti analizzando gli "effetti della cattiva gestione della comunicazione e del reclamo" (qui la prima parte e qui la seconda parte) e oggi ho pubblicato la seconda puntata. Manca ancora qualcosina, ma sto aggiustando il tutto. Entro venerdì sarà pubblicata. FINE PUBBLICITA'

17 luglio 2007

Fa caldo, ma questo già lo so

Disclaimer necessario, dovuto all'eccessivo calore degli ultimi giorni

Uno degli amici di Twitter (non ricordo chi, suvvia) una volta disse che era stanco di sentire parlare di quanto caldo fa. In estate ci si lamenta per il caldo. In inverno ci si lamenta per il freddo. Estate=caldo, inverno=freddo. Questo tipo di discussioni non può uscire dai contesti ascensore - saluto al barista la mattina - chiacchere con la nonna. Mi rifiuto di basare una discussione solo sulla temperatura esterna. Perciò, qui siete autorizzati a lamentarvi del troppo caldo solo se:

1- avete optato per le vacanze intelligenti e fuori dalla folla, dunque in questo momento vi trovate nel bel mezzo del deserto del Sahara

2- avete la febbre, ma la vostra temperatura corporea è comunque inferiore a quella esterna

3- per abbassare la temperatura dell'acqua minerale in ufficio state ricorrendo a un phon

4- vi siete fermati a parlare per strada con un amico e non riuscite più a scollare la suola delle scarpe dall'asfalto

In tutti gli altri casi, no.

Seat Pagine gialle promuove il turismo in Italia?

Leggo via Beanbol che Seat Pagine Gialle, alla conferenza Web in Turism (Milano) "ha presentato la nuova tecnologia online per la georeferenziazione di hotel e annunci pubblicitari. Il dr. Cellini ha anche fatto un accenno al budget per la realizzazione di questo prodotto. Il nuovo finanziamento sarà di circa 100 milioni di euro."

Bene, ora sono molto più tranquilla. Almeno so che fine faranno i soldi che Seat risparmierà chiudendo con un preavviso di 15 giorni il call center di Bologna, che conta attualmente un centinaio di dipendenti.

16 luglio 2007

Wikio cerca collaboratori

Ricevo da Lorenzo e pubblico volentieri:

"Wikio è un motore di ricerca per l'attualità presente in tutti i mercati europei. Cerchiamo un giovane laureato che conosca bene le dinamiche della blogosfera, per aiutarci a negoziare accordi con i media e i principali blog, in maniera da consolidare la nostra presenza in Italia. Il posto è in telelavoro, preferibilmente nella zona di Bologna; la conoscenza dell'inglese è necessaria, del francese auspicata. Dovrebbero essere previsti alcuni brevi periodi all'estero per la formazione. Il contratto iniziale è di 4 mesi, ovviamente retribuito."

Chi fosse interessato può scrivere direttamente a lorenzo@wikio.com"

Una nota di classe

Gennaro aveva voglia di comprare un paio di cd. Non riuscendo a trovarli nei negozi, ha scritto direttamente alla casa discografica Macaco Records. Ha fatto un ordine per 4 cd e venerdì pomeriggio gli hanno scritto che stavano per procedere con la spedizione. Con sua grande sorpresa, oggi all'ora di pranzo i cd erano nella buchetta delle lettere ad aspettarlo. Il fatto che ha stupito di più me, invece, è stata la lettera di accompagnamento. Un bigliettino bianco, senza intestazione, scritto a mano, in cui lo si ringrazia per l'ordine e lo si invita a partecipare a un festival che stanno organizzando. Abituata a ricevere prestampati anonimi, la cosa mi ha lasciato stupita e mi ha fatto sorridere. Il biglietto scritto a mano con la biro blu ha quel che di personale cui ormai non siamo più abituati. E' qualcosa che una persona fisica scrive proprio a te, non a un numero imprecisato di clienti. Ora, non dico che dobbiate andare alla finestra e buttare stampante baracca e burattini di sotto, però in certe situazioni il cliente si sente gratificato. Si sente qualcosa più di un cliente. Se qualche volta vi capita di mandare inviti o ringraziamenti a un ristretto numero di persone, pensateci. Ricevere un bigliettino scritto a mano, soprattutto se inaspettato, fa ancora un certo effetto.

15 luglio 2007

A Mirabilandia

Schieramento: 1 2 1 1

Avamposto: Elena
Al centrocampo: Simona, Mucio
Retroguardia: Feba
In panchina: Luca

Primo tempo. La gara inizia con due bambini che cercano subito la fuga sulle giostre, i nostri reggono e sembrano tenere bene il campo. La squadra continua accompagnando l'azione, sembra contenere tutti gli attacchi. I bambini in fuga vengono spesso recuperati da una difesa a tratti strepitosa. Gara a tratti emozionante, soprattutto sulle automobiline. Le giostre vengono superate una a una, il vento tiepido incoraggia l'impresa. All'intervallo, siamo ancora sul pareggio.

Fine primo tempo. Sosta al McDonald. I nostri recuperano le energie e i bambini recuperano le patatine. Sole a picco, temperatura di 32° C

Secondo tempo. I nostri in campo trattengono il vomito sui tronchi e sui gommoni, i bimbi avanzano sulle paratie ma vengono fermati dalla difesa saldissima e unita. Attenzione! Attacco dai giganti del passato (altresì detti dinosauri) ma l'azione si conclude serenamente sulla ruota panoramica. E' giunto il momento per l'attacco finale sul trenino panoramico, ma i nostri, sfiniti, contengono le ultime esuberanze bielorusse. Asciugate le gocce delle ultime giostre, i nostri cercano disperatamente di arrivare al gran finale. Un ultimo allaccio dei cinturini per l'ingresso gratuito della domenica e ce l'hanno fatta.

Blogger-bimbi bielorussi 0-1. Ma solo perchè loro, in caso di difficoltà, risultano buffissimi e ti abbracciano.

10 luglio 2007

A cosa serve Twitter

Sono orgogliosa di annunciare che grazie a Twitter ho assistito praticamente in diretta alla nascita di Ludovica, patemi d'animo, ansie e gioie connesse! Congratulazioni a papà Nicola Mattina e a mamma Patrizia :D

Thank you, mr Compeed

La maggior parte delle donne lo sa. Il migliore amico di una donna non è il diamante, è il compeed, quel piccolo cerottino gommoso che ti permette di camminare quando le scarpe alte ti hanno ridotto i piedi ad una slabbrata massa informe. Ora, non ce l'ho con le altre marche, è che il compeed è proprio il mio preferito. Ho preso l'abitudine di infilarlo nella borsa insieme alle chiavi di casa e al portafoglio, e questo piccolo gesto è stato oggi provvidenziale.

Sono uscita in infradito da mare. Le care, vecchie infradito che uso ormai da anni. Quante ne hanno viste! E proprio oggi pomeriggio le mie meravigliose ciabattine nere mi hanno accompagnato nell'ufficio comunale di quartiere per chiedere la mia residenza provvisoria. La coda infinita mi ha costretto ad affrettare il passo verso le poste centrali, dove ero certa di dover attendere altrettante ore per spedire la mia raccomandata. Camminavo di fretta, sicura, cercando di non fare tardi. Stavo lì, sulle mie infradito nere e lucide, quando ad un tratto, quasi arrivata a destinazione, STOCK!, decidono di abbandonarmi. Sì, si sono rotte, ma non in un punto qualsiasi, proprio lì, in quella parte che si appoggia nell'incavo tra l'alluce e il dito medio. Tu, donzella che passi di qui e che almeno una volta nella tua vita hai indossato un paio di infradito, sai che significa. Che non ci si può più camminare, dentro quella ciabatta. Ebbene, io ero a quasi un chilometro da casa. Il panico mi assale, che diavolo faccio ora in mezzo alla strada senza potermi spostare neanche di un metro?! Ed è lì che entri in gioco tu, mio caro compeed. Frugando nella borsa alla disperata ricerca di un miracolo, mi trovo in mano la scatoletta verde. Atterrita dalla prospettiva di attraversare mezza Bologna con una calzatura sì e una no, mi dico: perchè no? Proviamo. E ho pregato il cerottino gommoso di tenersi saldo in quel punto, tra la parte superiore della ciabatta e il mio piede. E il compeed ha obbedito e ha fatto il suo sporco lavoro. Sulla distanza però, dobbiamo ancora migliorare qualcosa. A 50 metri da casa, l'infratido inizia pericolosamente a subire la forza di gravità, inizio a camminare a passetti piccoli come una geisha. A 30 metri da casa, il cerottino sembra allungarsi in una forma oblunga e collosa, inizio a zoppicare. A 20 metri da casa inizia il countdown. 19 metri, 18, 17, la gente inizia a voltarsi per strada per capire cosa mi sta succedendo, io ho gli occhi spaventati e fissi sul mio piede sinistro. 15, 14, 13... Penso all'esilarante situazione in cui mi trovo e sogghigno. 9, 8, 7, non mi trattengo più, per contenere le risate simulo una telefonata a cellulare spento. 3, 2, 1... a casa. Merito un togo (per le calorie consumate ad ingegnarmi) e un bicchiere di montepulciano con cui brindare al signor Compeed.

07 luglio 2007

Le cose che non ho mai finito nella vita

Stamattina mi sono svegliata, sono andata a sciacquarmi la faccia, ho aperto il mobiletto del bagno e ho aperto una nuova confezione di Cotton fioc. L'ho maneggiata come se si trattasse di un vaso cinese. Poi ho imprecato. E sai perchè? Perchè ci sono solo due cose che non ho mai finito nella vita...

Gli stuzzicadenti. I paletti di legno che pare produca solo la Kimono. Non ho mai finito una scatola di stuzzicadenti e non ho mai fatto di queste schegge di legno l'uso per cui sono stati concepiti. L'ultima volta che ne ho usato uno è stato per togliere il farro dallo scolapasta. La penultima volta ero al ristorante, e sminuzzare furisamente il pezzetto di legno mi ha aiutato a contenere l'ansia. In ogni caso, non potrei pensare di vivere in una casa senza la scatoletta con il samurai. Il vero problema è legato alla loro ovvietà, quando finiscono non ci si ricorderà mai di metterli nella lista della spesa e quando si cambia casa ci si accorge di averne bisogno solo quando servono. Non parliamo poi di quando si pranza al sacco, chi mai pensa di mettere due o tre di quegli affarini insieme ai tovaglioli di carta dei panini? Andare in giro con la rughetta tra i denti quando non si ha la possibilità di lavarseli è di quanto più orrendo possa succedere nelle scampagnate. A parte pestare una cacca, s'intende.

I cotton fioc. Qui il problema non è legato alla loro utilità o all'utilizzo che se ne può fare. La faccenda è un'altra. I cotton fioc vengono venduti solo in comode confezioni da 500. Confezioni talmente pratiche che il coperchio è giusto appoggiato, senza un incastro valido che possa preservarvi dai piccoli e grandi drammi domestici. Così si arriva a casa, si sfila la scatoletta dalla busta di plastica, si toglie l'adesivo di protezione e ci si serve del primo cotton fioc. Si apre il mobiletto del bagno e si va per riporre la pratica confezione. Ed è in quel preciso istante che il dramma avviene. La scatola, spinta da una forza sconosciuta della natura, sul mobiletto non ci sta, ma per disgrazia abbiamo già mollato la presa. E i cotton fioc scivolano rovinosamente a terra. Quasi tutti. Ne rimangono solo quattro o cinque, dentro la scatola. Quelli che prima sembravano tanti soldatini bianchi nel loro lettino, pronti per compiere il loro dovere, sono ora sparsi ovunque sul pavimento del bagno, disordinati, qualcuno diserta e s'infila sotto il lavandino, sperando che non lo andremo più a cercare. Qualcuno ci riuscirà e magari si farà una famiglia. Sono sicura che là fuori, da qualche parte, ce n'è qualcuno con i suoi piccoli cottonfiocchini che mi fa ancora il gesto dell'ombrello.

E la storia si ripete. Lista della spesa: pane, latte, succo di frutta. Cotton fioc.

05 luglio 2007

La quadratura del cerchio

Stamattina ho visto un quaderno. Era tra le mani di una ragazza. Un quaderno che funzionava come una cartelletta, pieno di fogli, centinaia di fogli se ne stavano lì dentro, per metà rimanevano all’interno della copertina, gli altri erano riassettati in un allegro disordine, un angolo usciva, un orecchio faceva capolino. La ragazza ad un certo punto si è fermata, ha aperto un portadocumenti, si è accoccolata a terra per appoggiarsi e ha cercato di infilarci dentro il quaderno ripieno. Prima da un lato, poi dall’altro. Al terzo tentativo il quaderno risultava essere troppo abbondante rispetto alla piccola cartelletta cui era desitinato. Avrei voluto fermarmi e dirle: non vedi che non ci entra! Come puoi arrabbiarti se il tuo quaderno è di due misure più grande della tua borsa? Poi ho attraversato la strada e ho continuato a vedere la scenetta solo nella mia mente, la ragazza che per interminabili minuti cerca di fare la quadratura del cerchio, che alla fine getta disperata tutti i fogli in aria, oppure che incontra un ragazzo occhialuto che si offre di portarle il quaderno imbottito. E mi sono venuti in mente gli esami, immaginando le nozioni che si affollano dentro la mia testa, una sopra l’altra, tutte disordinate che si spingono tra loro e si chiedono chi avrà la precedenza. E alla fine mi vedo, buttare tutte le informazioni per aria e pensare “che pretendete, non vedete che c’è poco posto, che non potete entrare tutte insieme?” E poi vedo le righe impettite che si sgomitano, quando una riesce a farsi largo, un’altra schizza per aria come spinta da una molla. E mi chiedo, succederà la stessa cosa anche con le emozioni?

02 luglio 2007

Due giorni social social

Avete mai avuto la sindrome da foglio bianco? Ecco, sono qui con le mani sulla tastiera e una schermata bianca di fronte a me. Penso: devo scrivere qualcosa a proposito della Gioxx dinner e di Frontiers of Interaction III. Inizio a scrivere, ne viene fuori un rigo. La cena milanese è stata divertente, ho rivisto qualcuno che non vedevo da tempo e ho conosciuto delle persone divertenti. Poi penso: tutto qui? E mi dico: dai Fra, scrivi qualcosa a proposito dello scambio di moocards e dell'eterna lotta tra Luca e l'astice. E mi rispondo: ma no, troppo banale, poi gli altri vorranno che spieghi cosa intendo. E penso: allora dovrò cercare qualche foto. Poi mi viene in mente che ho bevuto Falanghina (su ottimo consiglio) e fatto tante chiacchiere. E per la maggior parte del tempo ho detto cose a vanvera. E che finito di parlare di auto, non sapevo più come ricollegarci qualunque altro argomento dello scibile umano. E che ho visto gente spingere una macchina. E che qualcuno mi ha evitato di dormire sotto un ponte. E mi dico: eddai Fra, lasciamo tirare le conclusioni a chi è stato più bravo di te. E così sia.

Ps: volete sapere anche di Frontiers of Interaction, vero? Bene, ho qui un po' di video. E' stata una gran giornata e sarebbe riduttivo leggere due righe in un blog che si chiama tempodaperdere. Però vi dico che qualcuno ha bloggato in diretta, io ho solo twittato un paio di cose. E imparato. Tantissimo. Cosa?

- Che qualcuno dice che il digitale è irreale e solo gli oggetti sono reali, mentre qualcun altro pensa che il digitale sia più che reale perchè necessita di infrastrutture imponenti.
- Che il physical tagging è utile ma sarebbe ancora più utile utilizzare gli oggetti che già sono connessi (eg i cellulari).
- Che il Nabaztag è un aggeggino veramente figo e che non appena saranno disponibili i NabaZtamps li vorrò tutti, immediatamente.
- Che con le stampanti tridimensionali sarà possibile cambiare ogni giorno il design del nostro telefonino, mentre arriveremo a una personalizzazione totale del software.
- Che Europedia esiste, ed è una splendida iniziativa.
- Che si può imparare dai videogiochi, per mettere a punto applicazioni con interfacce user-oriented
- ...che è possibile ascoltare, chiacchierare, prendere appunti e twittare contemporaneamente. Ho sperimentato il multi-multitasking ;)