Pensieri sparsi 2 - il barcamp a tavolino (in senso letterale)
Mentre socializzavo con un altro gruppo di nemici (vedi post precedente), a pranzo ho parlato con Chiara, Gabriele e Giorgio (io non sono mica sicura che si chiamino davvero così, in caso negativo ho usato nomi di fantasia per rappresentarli, ecco). Dei guaglioni in gamba, davvero. Due di loro lavorano al LaRiCa, non vi dico chi sennò non c'è gusto (suvvia, un po' di sana caccia al tesoro anche per voi, che vi fa bene).
Il modo migliore per conoscersi, se non ci si è mai visti, ormai è scontato: si organizza un piccolo barcamp a tavolino (con tanto di tovaglia, piatti e bicchieri) parlando di temi comuni. Il nostro tema comune era la rete (ma va'? direte voi. E io vi rispondo: se non ve ne state buonini chiudo il post e bona lì).
E qui viene il bello. I discorsi che ne sono seguiti sono stati davvero interessanti. Abbiamo iniziato parlando di esibizionismo in rete, parlando di una ricerca finita e mai presentata, per proseguire spaziando dalle dinamiche comunicative ai rapporti macro-micro. Cosa ci porta a mettere in piazza tutti i nostri segreti non tra amici ma in rete? Che connessione esiste tra microrealtà e sistema nel complesso? Come si evolvono i rapporti in rete?
Il mio punto di vista è che la rete non ha inventato niente, sul web troviamo replicate le stesse relazioni sociali che esistono nella realtà. L'amplificazione che ne consegue non sempre è negativa, si possono ignorare le informazioni superflue o non interessanti, ritornando dunque a parlare di comunità di condivisione. L'esibizionismo in rete è un po' l'effetto del grandefratellismo della realtà, ma l'esposizione che ne consegue non è spesso controllata coscientemente dai soggetti coinvolti. Il litigio con un amico, che forma fazioni contrapposte in un gruppo di individui forma fazioni contrapposte in rete, mentre il sostegno è reale quanto quello che sperimentiamo ogni giorno. Ci sono stati parecchi contributi interessanti alla discussione da parte dei miei tre compagni di pizza e io ho potuto confrontarmi con persone competenti nel tema che mi sta più a cuore, la socialità della rete.
Si è parlato di blog, perchè i blog di gruppo spesso non funzionano? Quanto fa parte di noi un blog, e quanto ci mettiamo della nostra personalità? Quanto ci esponiamo? Il discorso non è banale, perchè implica un atteggiamento di intimità con uno strumento nuovo. Pensiamo a quanto c'è di noi nel nostro cellulare, a quanto ci costerebbe perderlo, a quanto teniamo a quello che c'è dentro. Per il blog il discorso non è troppo diverso, i blog che funzionano meglio di solito contengono una parte di noi, coinvolgendoci in una dinamica affettiva e spesso irrazionale. Anche se parlano di tecnologia o automobili o argomenti in apparenza freddi e distanti. Anche se parlano dei pericoli legati alla privacy.
Mi sa che questo è un esempio involontario di conversazionidalbasso. Mi sa anche che è per quello che poi alla fine non abbiamo vinto. Io a tavola mi ero giocata il mio unico neurone funzionante :P

4 commenti:
Tse'... E io che pensavo che stessi cercando di fuorviarli&confonderli per la caccia al tesoro!
Cara, lo so che è un po' fuoriluogo, ma nel caso non ne sappia niente vai a vedere questo link: i blog sono in pericolo!
http://www.beppegrillo.it/2007/10/la_legge_levipr.html#comments
Bacissimi, appena vado un po' più avanti con la tesi esco dal mio isolamento, promesso!
Per quanto mi riguarda il nome è esatto. Sono contento che la chiacchierata sia stata fonte di spunti. A proposito hai sentito della proposta di legge Levi-Prodi? Comunque confido nella forza della Rete e nella sua capacità di autoregolazione. http://www.beppegrillo.it/2007/10/la_legge_levipr.html
@alfredo, mi sa che l'unica ad essersi giocata il neurone sono io... :(
@carlita: risposto da te e scritto due parole ;) Aspetto con ansia il prossimo aperitivo gossipparo...
@giorgio: phew, almeno uno dai. Ho scritto qualcosa stamattina a proposito del ddl, ma meglio leggersi gli altri che io sono poco informativa come sempre :P
Posta un commento