27 dicembre 2008

Buon Natale!!!


(la foto è di lyonora)

No, non fare quella faccia. Non sono in ritardo. Sono in clamoroso anticipo. Per il Natale del 2009. 363 giorni. Un record imbattibile, mi sa che nessuno ci ha mai pensato. Wow, quanto sono avanti! :P

18 dicembre 2008

C'è la crisi, in giro

Oggi pomeriggio sono stata in un centro commerciale, ma un centro commerciale gigante, uno di quelli che se non ti ricordi dove metti la macchina puoi tranquillamente entrare al primo concessionario e ordinarne una nuova, che tanto le possibilità di ritrovarla per caso sono più basse di quelle per vincere alla lotteria senza comprare il biglietto.

Insomma, ero in questo centro commerciale e mi sono messa a girovagare a caso. Primo errore: non si gira mai a caso in un posto che contiene tre chilometri (davvero) di negozi senza una mappa. Io stavo per morire di fame mentre tentavo di ricordare dove avevo visto un bar ore prima, e per fortuna che non dovevo trovare urgentemente una toilette.

Comunque, ero in questo centro commerciale, dicevo, e a un certo punto, tra una curva, un cunicolo e una scala mobile, ho avuto la sensazione di essere una di quelle formiche che mettono in una scatola di cartone col labirinto per farle trovare una goccia di miele, quelle che usano per fare gli esperimenti scientifici. Avrei anche voluto comprare una maglietta, ma non sono più riuscita a trovare il negozio in cui l'avevo vista. No, davvero. Immaginavo quelli della sicurezza che mi guardavano dai monitor delle telecamere, a darsi di gomito e a scommettere centinaia di franchi su "ce la fa, no non ce la fa" al casinò del piano zero. Sì, c'è un casinò al piano zero, e probabilmente anche altre cose di cui preferisco rimanere all'oscuro.

Però mi sono tolta la soddisfazione di entrare con le scarpe da tennis in un negozio di Gucci. Si vede che c'è crisi, perché il commesso mi ha fatto un gran sorriso e mi ha detto che se avevo bisogno di qualcosa non dovevo che dirglielo. No, dico, in un anno qualunque mi avrebbero chiesto la visa platinum per guardare la vetrina. E comunque, dopo aver fatto due metri e aver capito cosa indossa la gente che conta, ho anche deciso che se non volevo ridere in faccia a qualcuno dovevo girare i tacchi e correre fuori. E non per cercare il bar. No, vabè, comunque le giacche in pelle umana avevano il loro perché.

Io ho capito che c'è la crisi anche perché in un altro negozio ho provato un paio di scarpe e non avevano il mio numero. La commessa è scoppiata in lacrime, ho tentato di consolarla spiegandole che prima o poi da quell'ingresso sarebbe entrato uno che lavora al Mac Donald's e, innamoratosi perdutamente di lei, le avrebbe regalato un buono per il Mac Chicken menù. Quando sono uscita sembrava sollevata.

Comunque, che ci sia crisi, è palese. L'altro giorno ero in un'enoteca, è entrata una, ha posato la busta di Hermès sul banco e ha chiesto uno champagne. Quando la commessa le ha detto che erano 298 franchi, lei ha chiesto se c'era lo sconto. No, davvero.

Stare a Lugano si capiscono, queste cose. Chissà com'è la situazione nella prossima città in cui mi trasferisco il mese prossimo.

Parcheggiare a Lugano

A Lugano, se tenti di parcheggiare la macchina dentro il tuo garage, ti puoi trovare in tre situazioni diverse:

  • sei in divieto
  • sei in divieto, e dentro il tuo garage c'è l'ausiliario della polizia con la contravvenzione in mano già pronta
  • quando vai a riprenderla il mattino dopo, un tizio ti chiede il ticket spiegandoti che il parcheggio era a pagamento
Qualunque situazione non descritta sopra, sarà a breve regolamentata.

Questo per dire, se hai un'autovettura a Lugano, sei spacciato. Usa i mezzi pubblici, sempre (che fanno bene all'ambiente e al portafoglio).

(campagna personale a favore dell'utilizzo dei mezzi pubblici e della salvaguardia dello stipendio)

11 dicembre 2008

[91 discutibili tesi] per capire in anticipo sui tempi che il marketing tradizionale è morto

Bravo, bravo, bravo.
Scaricatene e leggetene tutti. Soprattutto se siete convinti che il marketing tradizionale esista ancora...

(messaggio orgoglios/promozionale mode off)

30 novembre 2008

Una vasca alla riunione di condom... del bagno

Ciao a tutti, si può? No perché quella là mi sta facendo fare delle cose che... mah, lasciamo perdere che sennò poi divento proprio nervosa. No scusa, magari ti ricordi, ma te lo dico lo stesso, sono la Nella, la vasca da bagno della Feba. No perché l'altro giorno c'è stata una riunione qui, una riunione di condom... del bagno, più che altro, che la gente che sta qui sta tutta nel bagno, quindi la chiamiamo la riunione del bagno che ci viene più pratico e non ci confondiamo.

Comunque io l'ho detto, che non si può andare avanti così e che l'avrei scritto sull'internet, perché tutti devono sapere, DEVONO sapere. Allora, quella si è messa in testa di asciugare le cose in casa, i vestiti, quelli là, e non puoi capire cos'è successo. Dice che le cose sgocciolano e non le può mica lasciare in casa, dice lei. Allora è arrivata con un coso, un affare che sembra uno stendino e me l'ha messo sul bordo con due ganci rossi. Ci mette su roba, lascia lì a sgocciolare, non mi saluta neanche e si permette di lasciarmi lì la sua roba a sgocciolare. Poi quando lava quella maglia là, quella nera, mi vengono tutte le macchie nere e io mi sento male, voglio dire, ma come si fa a trattarmi così? Io lì che la aspetto con i sassolini che si sciolgono e lei mi fa venire le macchie nere! Che roba. Lo fa apposta, lo so, perché è una scriteriata. Poi sta lì a pulire, con quel coso pieno di schiuma che mi fa starnutire, lo sa che sono allergica a quelle cose lì ma lo fa lo stesso, lo fa apposta per farmi venire il nervoso.

Che io poi non è che posso stare zitta, ah no, io l'ho detto alla riunione del bagno. Io non è che sto qui a lamentarmi sempre, è solo che certe cose vanno dette, perché è rispetto, questa non ha rispetto per nessuno. Poi alla riunione del bagno c'erano anche altri, ma qui c'è pieno di giovani che fanno casino, che non si capisce mica niente quando parlano. C'è una giovane, che fa finta di essere una rana, una rana, che roba, che sta lì nel bagno appesa e fa sempre tanto casino quando è ora di parlare di bagnischiuma. Ma io lo so che non è una rana vera, a me non me la racconta mica, lo fa per mettersi in mostra. Questi giovani. Poi c'è quello là, che parla tutto difficile, lo fa apposta perché secondo me si dà un tono, ma io lo so che è tutto fumo e niente arrosto. Quello là fa finta di avere una gran cultura, fa il signorone, poi parla sempre del lavoro come se qui noi non stessimo a fare niente tutto il giorno. Qualcuno gli dovrebbe dare una regolata a questa gente del bagno, che non è che è brutta gente, ma è gente che si deve dare un contegno, perché si deve portare rispetto a chi è venuto prima.

Comunque, io a quella là gli farò un discorso, che la sua roba se se la vuole sgocciolare, la sgocciola da un'altra parte, mica dove sono io. Che non è che in questa casa posso fare sempre tutto io.

25 novembre 2008

Cose che ho imparato nel fare la polenta

1. capisci l'importanza di avere due mani
2. una scottatura diventa un fattore irrilevante
3. capisci che esistono due tipi di odio di intensità diversa. Nello specifico, uno relativo al momento d'acquisto, uno più forte e pervasivo per il momento di messa all'opera
4. conosci esattamente il numero delle macchie nella tua cucina
5. impari a mescolare due cose a velocità differente
6. capisci la drammaticità di un grumo
7. impari a imprecare in lingue diverse dalla tua, e che nemmeno conoscevi
8. capisci che parlare da sola non è poi un così preoccupante passatempo
9. ritieni fondamentale valutare la vita, l'universo e tutto quanto
10. scrivi post che nessuno potrà capire

Disclaimer: no, non era quella istantanea. Sì, è quella originale, che va tenuta sul fuoco per almeno un'ora e che va mescolata in continuazione. In continuazione.

27 ottobre 2008

Esercizi di stile

Ok, come avrai capito sto facendo esperimenti con i disegnini. A dirla tutta, non tanto coi disegnini, più con il linguaggio, come sempre del resto. Stavolta vorrei capire se riesco a descrivere stralci di quotidianità in pochi caratteri, così ho deciso di racchiudere le cose che vedi qui sotto insieme ad altre situazioni di passaggio in un luogo dedicato.

Non pretendo che facciano ridere e neanche di essere "nata imparata", non so se sarà solo un esperimento o se continuerà per un po'. In caso, se vuoi seguire momentaneamente i dialoghi dei miei due emisferi, puoi trovare tutto su Brain's conversations e se hai suggerimenti aspetto come sempre la tua mail a tempodaperdere [*at*] gmail [*punto*] com :)

25 ottobre 2008

Brain's conversations - cellulari





Clicca sull'immagine per ingrandire

Vita di casa - brain's conversations




Clicca sull'immagine per ingrandire. Proviamo di nuovo...

Brain's conversations

Storie da Lisbona


Clicca sulla vignetta per ingrandire. E' giusto una prova, poi provo a fare di meglio.

28 settembre 2008

Di come eliminerò dal feedreader chiunque mi propini le solite pippe sul ROI

No, basta. Davvero, mi sono rotta le balle.

Oggi ravanavo nel mio feedreader per recuperare tre settimane di post non letti. A un certo punto mi trovo un link di Stowe Boyd che mi riporta a un post di David Cushman, persone per cui nutro enorme rispetto. L'articolo in questione, datato 17 settembre, si poneva il problema del ROI dei social media, aprendo la questione e passando il meme ad altre persone di tutto rispetto, tipo John Carson. La pippa è sempre la solita: il ROI è misurabile solo nel momento in cui non ragioniamo più per impression ma per engagement. Perderemo il 60% dei clienti insoddisfatti, ma il rimanente 40% apprezzerà la conversazione e una parte di questi potrà potenzialmente diventare un advocate del brand.

Ora, mi scuso con mamma e papà per aver usato una quantità eccessiva di termini inglesi potenzialmente privi di significato anche per chi lavora nel settore, se non per vantarsi al bar con gli amici, ma maledizione, com'è possibile che nell'era del duepuntozero e dei socialmedia e di sticazzi stiamo ancora a farci pippe sul ROI? Un'azienda che decide di entrare nella conversazione non lo fa per le impression, lo fa per instaurare un tipo di rapporto che prescinde dal suo sciantoso website anni '90 e dalle sue glitterate frecce luminose, lo fa perchè crede che fare business con sincerità è un mondo possibile, lo fa perchè gli interessa avere forse meno clienti, ma che quei clienti siano esseri a cui dare e da cui pretendere pari rispetto, lo fa anche perchè capisce che a un certo punto conviene instaurare un rapporto anzichè vendere un servizio con allegata una confezione di vaselina e sotto il prossimo. Come si fa a spiegare a un'azienda che non ha già all'interno il seme di questa cultura come funzionano le cose dopo che la rete è passata come un regolasiepi sulla sua reputazione?

Io, signori miei, attendo al varco. Aspetto che se un nuovo modo di lavorare si sta instaurando, si instaurino con esso nuovi metodi di misurazione oggettiva. Aspetto anche che qualcuno si inventi un modo per misurare la mia fedeltà alla Barilla o alla Nike, ma non rispetto ad altre marche, rispetto alla variazione della tinta di ciano o di magenta delle confezioni. Io aspetto, perchè se finora qualcuno è stato in grado di inculcarmi che un cliente fidelizzato è più remunerativo di un cliente occasionale, ma non di dirmi in percentuale cosa, come e quanto investire in relazione di questa percentuale, aspetto di sentire un oggettivo e misurabile sistema per stabilire quanto io amo la marca. Voglio formule e numeri. Voglio poter dire al mio capo, guarda, il fatto che il cliente x ci ami un punto percentuale in più significa che il nostro guadagno è esattamente di centoquarantadue euro virgola cinquantasei e che questo si ottiene con uno virgola sei twittate giornaliere in più, tre virgola due nuovi gruppi su facebook e otto virgola ottantaquattro plurkate in più l'anno. Altrimenti non state a raccontare storie, che io ho di meglio da fare, tipo togliermi la lanugine dall'ombelico.

10 milioni di dollari per un'idea che migliora il mondo

Google compie dieci anni e si fa un discreto regalo. Scegliere fino a cinque idee che possono dare una mano al mondo e premiarle con 10 milioni di dollari. Se pensi di sapere come aiutare la comunità, oppure hai in mente qualcosa per l'ambiente, l'istruzione o una delle altre cinque categorie indicate da Google, invia la tua idea.

Anch'io, nel mio piccolo, ci ho pensato. Per migliorare il mondo credo sia necessario eliminare gli insensibili e anche i cretini (se non pretendo troppo). Chissà per che categoria posso concorrere.

15 settembre 2008

Cracker (non quelli di internet, quelli che si mangiano)

A casa dei miei genitori, il pane non e' mai andato molto di moda. La quantita' standard era la coppia e due panini, ma la quantita' di pane fresco e' difficile da azzeccare, sempre tre persone, sempre la stessa quantita', un giorno rimaneva tutto e il giorno dopo finiva alle 11 del mattino. Ma non con questa frequenza e regolarita', perche' tu lettore pignolo dirai, bastava non comprare il pane il giorno in cui non sarebbe andato mangiato! E bravo furbo, io non mi sono regolata una vita e tu mi vieni a fare le pulci ora. Bah.

Comunque, si diceva, chiaro che a un certo punto per evitare troppi sprechi, il pane c'era qualche volta si' e qualche altra no. Le nostre improvvisazioni culinarie spesso non tenevano conto di questa variabile, quindi capitava di dover mangiare qualcosa che richiedeva la scarpetta in assenza della materia prima da scarpetta. Per questa ragione, suppongo, in casa mia poteva mancare qualunque cosa, ma non i cracker.

I cracker sono dunque sempre stati una presenza piuttosto rassicurante in casa mia. In qualunque momento dell'anno, aprivi il mobile e questi se ne stavano sempre la', tutti riuniti nel cestino di vimini, oppure erano sparsi come fiches da gioco sul tavolo, infilati nelle cartelle delle elementari e nelle borse della mamma quando si andava in giro per superare i miei copiosi cali glicemici (da piccola avevo l'acetone, il mio corpo non reggeva gli zuccheri, chiaro che il calo glicemico era il nemico piu' temuto, altro che fobie da eritemi solari). Una volta infilati in un qualsivoglia tipo di borsa, nel giro di pochi minuti il pacchetto si piegava e si schiacciava. La risultante era un sacchetto trasparente pieno di becchime per gli uccelli, periodicamente si svuotavano le borse e si riempiva il sacchetto della monnezza.

La reazione successiva e' prevedibile.

A dieci anni avevo gia' i cracker in odio. A dodici anni credo di aver smesso di mangiarli del tutto. A diciannove anni, quando ho iniziato a vivere da sola, non mi e' mai neanche sfiorata l'idea di comprare autonomamente un multipack di quelle sfogliette schifose e il sogno piu' frequente era che tutti i produttori fallissero contemporaneamente vaporizzandosi in una nube di bolle colorate, cosa che mi faceva svegliare serena e terribilmente in pace col mondo.

La settimana scorsa ero al supermercato, cercavo uno spezzafame per l'ufficio. Sono passata davanti alle confezioni di pane secco. A un certo punto, ho avuto l'impressione di essere osservata. Ed era vero, un pacco di cracker salati del mulino bianco mi osservava. Cioe', no, forse non mi osservava, ma avevo quell'impressione. Insomma, per farla breve, li ho comprati.

Oggi ero al supermercato, ho comprato un altro pacco di cracker da lasciare in ufficio. Li ho distrattamente dimenticati nella borsa e quando sono rientrata ho visto che erano li'.

Il cerchio si chiude. Ora ho in casa un multipack di cracker salati mulino bianco. Sto recuperando un cesto di vimini in cui riunirli per poi spargerli come fiches da gioco sul tavolo da pranzo. La mia casa e' un po' piu' casa e io ho di nuovo un punto di riferimento rassicurante. Ora devo solo smetterla con quei fastidiosi sogni in cui i produttori falliscono tutti contemporaneamente e si vaporizzano in una nube di bolle colorate, facendomi peraltro ancora svegliare serena (sono un'abitudinaria).

07 settembre 2008

The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Ubi

Chi mi conosce sufficientemente bene sa che mi porto appresso due grosse incapacita' che affliggono la mia quotidiana vita domestica: la prima, sono negata a fare dolci; la seconda, sono completamente mancante di pollice verde. No, anzi, peggio. Al posto del pollice verde ho un vuoto cosmico che il possibile risultato dell'esperimento ginevrino dei prossimi giorni in confronto e' un praticello fiorito.

Mentre sto faticosamente recuperando punti per cio' che riguarda la prima situazione (qui una felice testimonianza), la seconda ha prodotto intere generazioni di piantine moribonde che tornavano mestamente nella casa paterna gridando pieta' (dal momento che lo stress e la tensione nervosa sono oggi seri problemi sociali in tutte le parti della galassia, e' perche' questa situazione non si inasprisca che i fatti successivi verranno rivelati in anticipo. Le piantine si sono salvate tutte grazie alle amorevoli cure genitoriali e il successivo recupero punti sul secondo fronte ha permesso la sopravvivenza di un basilico di nome Ubi. Perche' permanga ancora un po' di senso del mistero, non verra' rivelato, per il momento, di quale nome esteso Ubi e' l'abbreviazione.)

E' per questa ragione che la commuovente storia che vi sto per raccontare intenerira' il cuore di grandi e piccini.

Un giorno in cui miei genitori erano venuti a farmi visita, mio padre rientro' con un vasetto bianco ricoperto di cellophane, da cui facevano capolino due o tre foglie timorose. Scartando la confezione, mi ritrovai faccia a faccia con una piantina verde e profumata. Io la guardai, lei mi guardo', o cosi' sembro' che facesse. Io pensai a quanto quella povera cucciola sarebbe resistita tra le mie mani. La piantina, per contro, si spavento' molto. Subito dopo mi resi conto che non si trattava di una lei, ma di un lui, un Ocimum basilicum, un basilico, insomma. Il mio nuovo basilico prese residenza su un davanzale senza parapetto, l'unico che avevo a disposizione.

Dopo qualche giorno di convivenza iniziai ad accorgermi che il basilico non stava bene. Piano piano, tutte le piantine che risiedevano nel vaso bianco iniziarono a perdere le foglie e a morire, una per una, inesorabilmente. Nonostante ricordare questi momenti mi rattristi tutt'ora, non voglio che questo vi impedisca di leggere cio' che sta per seguire, anche se probabilmente vi capitera' di trattenere un sospiro e qualche lacrima. In tutti i casi, in cuor mio ero rassegnata a una ennesima, bruciante sconfitta.

Ma poi successe quello che nessuno gia' piu' si immaginava. Una piantina, una sola piantina resistette all'effetto dei disagi e dei futuri strapazzi sofferti, nonostante non si avesse notizia di un imminente passaggio di alemanni. Una sola piantina lottava per la sopravvivenza contro ogni aspettativa. Mi innamorai della sua ostinazione e incoraggiai l'unico stelo rimasto. Dacche' questi incoraggiamenti quotidiani sembravano fargli forza, ritenni opportuno che avesse un nome, quantunque ciò che noi chiamiamo in un determinato modo, anche se lo chiamassimo con un altro nome manterrebbe pur sempre le stesse caratteristiche. Lo chiamai Ubaldo, soprannominato affettuosamente Ubi (ecco svelata, come anticipato, l'origine del nomignolo).

Ubi crebbe e mi riempi' di gioia, sfornando giornalmente una quantita' di nuove foglioline davvero invidiabili. Io presi ad abbeverarlo costantemente, ad accoglierlo in casa quando fuori infuriava la tempesta, a mettergli acqua abbondante insieme a mezza aspirina quando mi allontanavo per piu' di un paio di giorni. Infine, lo assicurai con una cordicella per evitare che le giornate ventose lo strappassero al mio davanzale.

Io e Ubi conviviamo felicemente da tre mesi e ci prendiamo cura l'uno dell'altra. Lui prosegue nella sua quotidiana fotosintesi e io gli auguro amorevolmente la buonanotte prima di mettermi sotto le coperte.

E' per questa ragione che oggi, nello scoprire questa notizia, sono rimasta profondamente scioccata. Ubi non ce la fara', il tempo che potro' passare con lui e' troppo poco, le sue ore sono ormai contate. Non resta che tenerlo all'oscuro della notizia e comportarmi come se nulla fosse. Ma, in cuor mio, so.

O natura, o natura
perche' non rendi poi
quel che prometti allor?

questo dramma e' farcito di citazioni, per il tuo unico e solo divertimento. Trovale tutte! In palio due foglie di basilico ogm-free.

06 settembre 2008

Crisi di mezza eta'

Questo blog, le fasi di un blog, le ha attraversate un po' tutte. All'inizio erano i video, le foto e le storielle buffe. Un posto dove si andava quando non c'era niente da fare o si aveva, appunto, tempo da perdere. Questo era il progetto originario di (tra quattro giorni) due anni e mezzo fa. Mi sono stancata presto, far rilassare le persone non e' poi cosi' facile e io, comunque, ho sempre avuto un po' la bizza di scrivere cose mie.

Dalla sua nascita, questo blog ha rischiato la chiusura tante di quelle volte che se volessi elencarle tutte mi ci vorrebbe un'intera moleskine. Ha rischiato di chiudere per stanchezza, per mancanza di tempo, per evitare l'imbarazzo di dire cose gia' dette e pure meglio. Questo blog ha rischiato il matricidio fin dalla nascita, povera creatura. E sono venute le pause di riflessione, i riavvicinamenti, il distacco le riappacificazioni. Questo blog, nel suo piccolo, io tutto sommato lo amo, sono orgogliosa di molte cose che contiene.

Ma tutto intorno e' aria di crisi, chi ha iniziato a scrivere piu' o meno nello stesso periodo, o poco prima, medita di sbaraccare tutto e di darsi all'ippica, che diverte assai di piu'. Quasi tutti i blog che seguo da tempo danno segni di cedimento emotivo, hanno la crisi di mezza eta'. Sforzandomi il giusto, posso arrivare a capirli, senza per ora seguirli.

Ho imparato a distinguere le categorie dei blog e a capire le motivazioni dei loro autori. Esclusi i blog tematici, i blog di nanopublishing, quelli che per i loro autori diventano un lavoro e poco altro, rimangono solo i blog personali, che si possono raggruppare in due categorie: quelli che l'autore scrive per se' e quelli che l'autore scrive perche' non ha di meglio da fare. A lungo andare, la distinzione diventa evidente: nel secondo caso, il blogger sostiene che non ha mai tempo per gli aggiornamenti e la qualita' di scrittura, cosi' come il numero dei post, subisce una brutta frenata. Anch'io avrei potuto essere assimilata a questa categoria, in realta' sono sempre oscillata tra le due parti della barricata. Il fatto che sia ancora qui pero' forse mi fa pensare che non sia del tutto cosi'.

Curiosamente, tutti i blog ascritti alla seconda categoria, se non muoiono prima, vengono ripopolati nel momento in cui l'autore, per qualche ragione, perde per un istante l'equilibrio. D'altra parte si sa, scrivere e' terapeutico, si tende a riordinare i pensieri quando sono in disordine. E sbattere in faccia al lettore ogni minuto quanto si sta bene, quanto e' bella la vita e quanto le cose ci stiano andando alla grande non e' solo un volersi far invidiare a ogni costo, ma e' anche un po' da esibizionisti. Per tutto occorre una misura, tanto per il pessimismo cosmico quanto per l'ottimismo universale. Stancano entrambi molto in fretta.

Poi capita di andare a leggere quello che succede in giro. Una volta erano le polemiche, e le polemiche ci sono ancora. Tanti blog sono pervasi da cultura televisiva, dove chi urla da' spettacolo, dove vige il sensazionalismo, lo scandalo a ogni costo. Le polemiche servono a passare un annoiato pomeriggio facendo zapping alla tv, perche' vedere la bassezza dell'essere umano medio ci interessa, ci intriga e ci permette di essere uomini medi che si sentono un gradino superiore a tutti gli altri uomini medi, mentre le sfighe altrui ci consentono di sopportare la noia e di pensare che menomale, c'e' anche chi e' piu' sfigato di noi.

Le polemiche una volta mi interessavano, volevo vedere chi sarebbe emerso e con quali argomentazioni. La retorica e' sempre stata uno dei miei interessi principali, capiscimi, una che si laurea in comunicazione e a cui vengono propinate tutte le sbrodolate linguistiche piu' improbabili si diverte a vedere anche queste cose. Ma ora mi e' venuto tutto a noia, nessuno sa piu' controargomentare, nessuno e' piu' capace di convincermi che vale la pena vedere come andra' a finire. E' solo la copia di mille riassunti, come diceva Bersani. Noiosa, ripetitiva, monotona, uguale. Cambia l'argomento e si ricicla il dibattito dell'argomento appena chiuso. Ora sono un po' stanca di farmi sciogliere i legamenti delle ginocchia a ogni stringa di testo. Le informazioni so dove cercarle, per il resto seguo le persone, le loro storie, i loro intrecci, le loro paure e le loro emozioni. Questo e' quello che mi interessa. Il resto mi sfiora il giusto e spesso sfocia in un mark as read (nei casi piu' frequenti, in un unsubscribe), o in un cambio di pagina piu' veloce rispetto alle statistiche di Nielsen.

E comunque, io, per le polemiche, ho studiato la perfetta soluzione win-win. Facciamo cosi': prendiamo una polemica grossa, facciamo votare la gente, contro VS a favore. Vince contro? Vince a favore? Chi se ne frega, alla prossima polemica si copiaincolla il vincitore. Si tolgono i dubbi velocemente con una risposta chiara, semplice e veloce. Si risparmiano ansie da prestazione e refresh compulsivi, ore di ticchettii furiosi sulla tastiera e scatafascio di cabasisi ai lettori. Non vi sembra un'idea geniale?

01 settembre 2008

In viaggio tra Dante e Ariosto

Il terzo libro preso in mano in tre giorni. Sono a pagina centocinquanta, credo che una vita sola non mi basti per tutto quello che vorrei leggere.

In fondo, la letteratura italiana mi e' sempre piaciuta, peccato per non avere avuto le spinte giuste, gli stimoli giusti, che sono quelli che fregano la maggior parte degli studenti uscenti dalle scuole superiori.

Ma io, che ho iniziato a studiare poesia a quattordici anni (perche' i promessi sposi, beh, se e' per la storia, ci possiamo anche guardare il film e pace li', diceva lui) e che sono rimasta incastrata ancora nella poetica del Dante (perche' si, Dante era un poeta, ma maledette analisi, non potevamo farcelo piacere come un libro di lettura?), insomma, dicevo, per me che sono cresciuta cosi', alla ricerca dell'estetica e del tratto umano, un libro cosi' mi ci sarebbe voluto anni fa. Forse avrei continuato per questa strada. Forse no, ma e' bello crogiolarsi nel dubbio, alla sliding doors, per intenderci.

Durante la breve pausa che mi ha permesso di inspirare ed espirare in modo regolare, qualcuno del palazzo di fronte giura di avermi sentito pronunciare le parole "incredibile, cazzo". Ovviamente, questo scenario non puo' che essere fittizio, in quanto il palazzo di fronte e' popolato da uffici e quando torno in genere sono tutti gia' belli che a spassarsela coi pargoli in salotto.

Io dico solo che studiare cosi' sarebbe stato fico. Mettetelo tra i libri di testo scolastici. Obbligatori. Per favore.

(no, lei non la conosco. No, non sono stata pagata per scrivere queste cose. Si', sono una letrice entusiasta, e allora? :P )

31 agosto 2008

Ode al motociclista...*

Oh, motociclista,
tu che cavalchi quella lucida
dimostrazione di potenza,

tu che prendi il vento sulla pelle
e i capelli ti si scompongono
sotto il casco,

tu che assapori la liberta',
sfrecciando a zigzag tra le macchine
sfreccianti in autostrada,

tu che ti diverti
a uscire dal campo visivo del mio specchietto
rischiando ogni volta di farmi schiantare,

tu, si' carino, proprio tu,
sappi che la prossima volta
ti stiro.

*...indisciplinato.

25 agosto 2008

Ognuno ha il suo santo di fiducia...

...ma io, si sa, sono impegnativa e dunque il mio alla fine è stato costretto a sdoppiarsi.
Dunque, copiosissimi ringraziamenti a San Beggi e San Papà che hanno contribuito a resuscitare il mio defunto pc. Curiosamente, portano entrambi lo stesso nome di battesimo.

Grazie.

uso del mezzo pubblico per scopi personali mode off

20 agosto 2008

Bru me l'ha finalmente chiesto

E io l'ho fatto. Gli ho revisionato il post per il lancio. E cosi', ha presentato wakeme.at. Congrats.

09 agosto 2008

Buone vacanze tra gli shared items

Sara' colpa del caldo, sara' perche' tutti sono in ferie e io sotto sotto sto usando tutte le energie rimaste per evitare che anche il mio cervello se ne vada allegramente la' con loro, sara' per pigrizia o per la sensazione che il mondo sia un casino o perche' prima o poi tutto esplodera' in mille bolle di sapone colorate, scegli tu. Fattosta' che il blog e' un po' fermo. Ma se guardi bene la mia attivita' continua allegra e spedita. Cosi' ti lascio un paio di link a testimonianza del fatto che sto ancora esplorando la rete in cerca di aneddoti e/o idee geniali. Per trovare un po' di spunti puoi guardare cosa condivido sul mio reader oppure nel mio tumblr, dove finiscono anche i want-to-be-post-but-unfortunately-I-am-soooo-non-sense. E cosi', in attesa di sviluppare alcune idee embrionali per ampliare il mio parco di soggetti strani, ti auguro buone vacanze. Ci vediamo tra un po', stesso blog, stesse idee insane.

06 luglio 2008

Feba risponde

Oggi ero un po' in crisi mistica, cosi', per divertirmi un po', ho deciso che era cosa buona e giusta passare su analytics per capire le reali necessita' dell'utenza e potenziare in base ai risultati le sezioni di questo blog per venire incontro alle vostre capacita' mentali. Ahahah, scherzavo. Volevo solo farmi due risate.

Purtroppo, miei casuali lettori, devo farvi un appunto. Questo mese non mi avete dato molte soddisfazioni con le vostre ricerche in Google, siete stati pragmatici e oculati, ragion per cui questa rubrica sara' concisa e pratica.

- che significa thank you Grazie. You're welcome.
- casa devo fare se a me non arrivo a casa il codice fiscale Per prima cosa, comprare una grammatica.
- quanto e' grande una balena? Tanto cosi'.
- compeed dove comprare o compeed dove trovarli In farmacia o nel mio armadietto dei medicinali, scegli tu.
- cerco sms ose' per gli ingegneri Wow, non capisco come sei arrivato qui ma se li trovi fai sapere. Probabilmente pensero' che non c'e' proprio niente da ridere, ma vale la pena di tenerli buoni per i momenti bui.
- che succede se faccio una tratta con treno che costa meno del mio bigli... Analytics non ce la faceva a riportarla tutta. Ero curiosa di vedere se avevi esaurito il box di google e in caso, che succede la' alla fine dell'universo. Oltre ad esserci un delizioso ristorante, intendo.
- io, quando non ho qualcosa, immagino di averla e mi arriva. Cos'e'? Sfiga.

medaglia d'argento a: ti devo un caffe'
medaglia d'oro a: caduta mucche

05 luglio 2008

Teaser delle ultime puntate

Sono ripassata da qui per vedere se c'erano nuovi post. Non ci sono nuovi post. Poi ho pensato: hey! ma questo e' il mio blog! e ho capito che i post non basta seminarli perche' crescano da soli.

Caro lettore, aspettando di avere un po' di pace mentale idonea a produrre qualunque tipo di cazzata in forma di ammasso di lemmi, ti lascio con alcuni gustosi teaser delle ultime puntate.

GGD powered by 500: boom!
Reboot 10: wow!
Frontiers of interaction IV: yeah!
Settimana appena trascorsa: puff puff!
Mattinata a Genova: yum!

Ciao lettore, torno presto, tipo in settimana.

23 giugno 2008

Una vasca di classe

Ei, ciao, sono ancora io. Non so se ti ricordi di me, insomma, io sono la Nella, figurati, neanche quella mi considera minimamente, figurati se tu, no dico proprio TU, ti ricordi di me. Vabè, comunque, se non ti ricordi di me te lo dico io, io sono una vasca, no, cioè, non proprio UNA vasca, sono la vasca di quella là, quella che non mi considera neanche come vasca e continua a usarmi come se fossi una stupida doccia. Con questo non voglio dire che tutte le docce, dico tutte, siano, come dire, poco di buono, però insomma, io sono una vasca, non sono una doccia, sono proprio una vasca. Insomma, ecco, sono qui per dire che non ci siamo per niente, no che non ci siamo, quella là continua ad andare dentro e fuori dalla casa e non si preoccupa mai di me, mai un fiore, mai una parola buona, entra nel bagno e neanche mi guarda. Una volta è venuta con un cuscino di plastica, ha detto che era per me, solo che insomma, lo pianta lì e se ne va, dice che è per me ma poi non si prende neanche il tempo per stare con me, dico, quella là è tanto strana, qualcuno dovrebbe dirle qualcosa.

Insomma, sì, per tornare a noi, non era questo che volevo dire. Volevo solo dire che siccome non posso mai fare affidamento su quella, dico la Feba, per lei sono solo una vasca insignificante come tutte le altre vasche, invece, dico, c'è qualcuno che invece ha tanta considerazione di me, brave ragazze, mi hanno fatto un regalo di compleanno, quelle sì che sono brave persone, mica come quella là. E sì insomma, siccome io sono una vasca di classe, non come tutte le altre vasche e, diomio, quelle sconsiderate delle docce, io, quando mi fanno un gesto così carino, io ringrazio e dico, vedi che c'è ancora qualcuno che per le vasche ha un minimo di rispetto, che le considera per quello che valgono, che sa che anche noi abbiamo un'anima. Sì, dico io, quelle sono brave persone, e anche molto gentili, son persone buone. Non come quella, che apre la porta e lei lo sa che sono lì di fianco, voglio dire, passa almeno a salutare, fermati a fare due chiacchiere che lo sai che sto da sola tutto il giorno, invece no, quella se ne va a riguardare le sue tazzine da caffè, che voglio dire, che sarà mai, sono tazzine da caffè, quante tazzine da caffè ci saranno, lei va da quelle. Che modi, che screanzata. E comunque, non volevo divagare, insomma, per fortuna che c'è invece qualcuno che mi tiene tanto in considerazione, e io queste ragazze qui le ringrazio, che sono tanto brave, ah sì, brave, e sono tanto carine.

Io, ecco, siccome non ho, per così dire, dimestichezza con queste cose dell'internet, io ho messo una foto qui del mio regalo, ma non so se va bene. Quella magari viene a casa e dice, chi è che mette le foto brutte sul mio coso, sul mio flicher, voi magari fate finta di niente e dite che non sapete niente, io non so niente, io ho trovato una foto e l'ho messa là. Comunque sono tanto care queste ragazze e io le ringrazio tanto che mi vogliono così bene. E insomma, bisogna proprio che lo dico, anch'io le tengo tanto in considerazione e ci voglio bene, a tutte e due, che magari se lo scrivo qui c'è il caso che anche quella impari come si sta al mondo e come tutti quelli a modo dicono "grazie" quando si riceve un regalo.

Dedicato a Mescaline e RedPill

19 giugno 2008

Shopping di classe

Oggi mi sono concessa un piccolo lusso e sono uscita per andare a fare shopping. Sono passata davanti a numerose vetrine, una di queste ha attirato la mia attenzione per l'eleganza delle sue affissioni e così, dopo un po' di indecisione, ho scelto per le mie compere una boutique tra le più fornite di Lugano. Ho vagabondato per un po' tra gli articoli, guardando e valutando la qualità di ciò che mi trovavo di fronte. Alla fine ho deciso che non potevo sottrarmi dall'acquisto e ho capito che dovevo assolutamente avere alcuni di quegli oggetti. Ho scelto una crema vellutata e nutriente, un contenitore dalle forme tondeggianti di indubbio design, un tessuto non-tessuto di una sofficità inaudita e di texture color pastello che matcha così bene con i colori del mio bagno. Ho anche comprato alcuni altri articoli magnifici (avrei scritto molto costosi, ma la sensazione sarebbe di sbattere in faccia al lettore la mia superiorità economica) di cui, onestamente, ammetto di non poter proprio fare a meno e sono tornata a casa più leggera e felice.

Oh, non ricordavo che fosse così dispendioso andare al supermercato a fare la spesa.

12 giugno 2008

Chi non muore...

...probabilmente e' perche' ha un sacco di cose da fare. Anche qui e' un po' cosi', sono un po' indietro con le riflessioni su Sci(bzaar)net (se ritardo ancora un po' scrivero' considerazioni direttamente sulla seconda edizione...), ma per stasera ho il neurone che vagabonda per la scatola cranica, dunque mi limitero' ad alcune segnalazioni di servizio...

Aria di GGD da queste parti, soprattutto in ufficio, soprattutto dopo un dopolavoro di chiacchiere e compere... Io e le ragazze del team ci presenteremo il prossimo venerdi' a Milano, come sempre trafelate, come sempre con tanta voglia di vedere facce conosciute e di conoscere altre ragazze in gamba... un ringraziamento anticipato a chi sta facendo la solita mega-sbatti dell'organizzazione e' d'obbligo ;)

Altre news sul prossimo futuro... vediamo...
Verso fine mese, piu' precisamente il 26 e 27 giugno, ci si fionda verso Copenhagen per Reboot 10. La mia prima partecipazione, il mio primo evento fuori dall'Italia. Direi che sono abbastanza carica per pensare di poter portarmi a casa un certo bagaglio di novita' :) Ci sei? Ci vediamo li'? Troppo lontano? Ok, ho pensato anche a questo, infatti il primo di luglio si passa obbligatoriamente da Torino per la quarta edizione di Frontiers of Interaction. Ho ottimi ricordi della passata edizione, delle idee, degli scambi e delle persone incontrate, quindi ho grandi aspettative...

...e se non riusciamo a vederci neanche li' beh... ci possiamo prendere una pausa estiva e poi decidiamo dove non si puo' non essere quest'autunno? :)

25 maggio 2008

Eventi fighi/2

Ieri è stata la volta del MicroCamp, un barcamp focalizzato sul microblogging organizzato da Tommaso, Juliette, Davide e Zero9 tutta. Qualche spunto interessante e molta ansia da parte mia (non ho ancora risolto quel piccolo problema di chiacchierare davanti a un pubblico). Durante la settimana ho avuto modo di parlarne con diverse persone che mi hanno aiutato a modellare il discorso. Quello che ne è uscita è una riflessione sull'importanza della dichiarazione del mood in rete. In realtà il discorso si inserisce in un contesto più ampio, da qualche tempo guardo cosa succede in rete, navigo blog link per link e cerco di scoprire cosa pensano le persone, in base alle dinamiche che reggono questa matassa di relazioni. In particolare, quello che mi interessa è scoprire cosa ci succede di strano quando siamo in rete, cosa cambia nella relazione quando c'è di mezzo un (scusa il gioco di parole) mezzo che la media.

Se ti sei perso la presentazione e il discorso ti interessa, mentre carico la presentazione su slideshare puoi leggere un sunto del discorso.

Qualche tempo fa, (grazie ad Alberto, mi ricordava ieri ;) mi sono imbattuta in un servizio online (moodjam) che permette di descrivere il mood attraverso colori. Non sono stati i colori in sè a sorprendermi, ma la facilità con cui era possibile descrivere il mio mood, le mie sensazioni, il mio stato d'animo attraverso i colori ancora prima che attraverso le parole. Mi sono ritrovata poi a navigare in cerca di altri servizi che permettessero di esprimere il mood e mi sono trovata di fronte ad una grande varietà di siti diversi, tra cui emotionr, i rate my day, moodmill, beemood. Può essere un caso, dovuto alla ridondante presenza di qualunque tipo di servizio in rete, ma secondo me non è così banale. La valenza sociale della dichiarazione di mood è forse più forte di quello che pensiamo, in fondo chiedere "come va" è l'atto più spontaneo nell'incontrare una persona. Il mood spesso condiziona gli argomenti, sicuramente, fungendo da feedback, condiziona una quantità di segnali non verbali e relazionali. L'espressione di mood trova oggi facilmente espressione in molti servizi dedicati, così come è successo ad altri "accessori" della pubblicazione, ma come azione in sè esiste da tempo, basti pensare al modo in cui contestualizziamo i discorsi attraverso le emoticons. Dopo aver subìto questo processo di frammentazione, il mood viene riformalizzato in spazi dedicati, ad esempio in Facebook esiste una casella di testo che invita a fare esattamente questo, inserire lo stato d'animo. L'estremizzazione di questo concetto è concretizzata in twistori, un servizio che consente di costruire narrazioni automatiche attraverso un flusso di twit scelti a caso nel database attraverso le parole chiave selezionate dall'utente. Twistori è una narrazione automatica di ciò che potrebbe fare ciascuno di noi attraverso la sola sistematizzazione delle espressioni emotive.


Sono emersi molti spunti interessanti nella discussione che ne è seguita, alcuni hanno portato propri punti di vista. Una nota a parte merita musicovery, suggerito mentre chiedevo cosa sarebbe successo se last.fm avesse implementato una funzione basata sul mood (se me l'hai suggerito tu oltre a Silvia, per favore scrivimi che metto i credits!)

Detta così, una presentazione fatta in dieci minuti sembra facile. I retroscena sono molti, dalla definizione dei servizi (con Bru), alla gestione di una settimana del panico da conferenza (di Biccio), agli spunti e riflessioni (da Tommy a Gaspar a Gianandrea UPD ops, a Fol :D...), alla realizzazione delle slide (di Alice), alla gestione del panico on site (Susan) e al supporto generale tecnico/psicologico del mio team. Nota a margine, abbiamo poi concluso degnamente il camp con il DottaviCamp (muà). Per dire, le emozioni gestiscono un sacco di situazioni, ecco.

Eventi fighi/1

(ultimamente scrivo così tanto che tocca di dividere i post sennò non me li ritrovo più, mannaggia a me)

Tra una riflessione su sci(bzaar)net e l'altra, piazzo qui due appunti sul weekend appena passato. Venerdì serata clamorosa all'Executive lounge nel cuore di Milano, che per l'occasione ha ospitato la terza edizione della GirlGeekDinners Italia. Tra i feedback della scorsa cena era emersa la necessità di trovare una soluzione alternativa ai tavoli canonici, forse troppo limitanti se lo scopo della serata è conoscere molte persone. Dunque, ottima la scelta del buffet che ha contribuito a mischiare le carte (anzi, le ragazze) in modo più fluido e veloce rispetto alla scorsa cena e divertente tentativo (riuscito!) di rompere il ghiaccio con più persone possibili con l'idea dello Speed Networking: divise in gruppi, ognuna doveva presentarsi il più velocemente possibile in 5 minuti per poi cambiare interlocutrice... Per dire, ho avuto modo di scoprire che i ruoli importanti nelle grosse aziende non sono, per fortuna, assegnate solo ai maschietti. Buona notizia per le ragazze che si impegnano tantissimo ogni giorno per riuscire a trovare posto in un mondo di soli uomini. Anche il tempo ci ha aiutate, niente scrosci d'acqua e freddo molto limitato. In buona sostanza, un evento più che riuscito. Brave ragazze :D

20 maggio 2008

Un b(a)zaar di idee/1

Ochei, è giunto il momento. Dov'ero rimasta? Giusto, all'evento clou di questa settimana. Cioè, della settimana scorsa. Del weekend. Ok, dai, ci siamo capiti.

Sabato ho portato la mia invisibile ma rumorosa presenza in quel di Milano per vedere cosa succedeva a sci(bzaar)net. Per prima cosa mi andava di ringraziare Gianandrea tanto per l'invito quanto per l'organizzazione dell'evento, poi a tutto lo staff che ha fatto un ottimo lavoro :) Alcuni dei partecipanti hanno già scritto ottimi post, vediamo se riesco a fissare qualche idea...

Matteo Cantamesse ha aperto la giornata parlando di presence e delle opinioni discordanti sul suo significato a seconda del contesto (senso di esserci, senso degli altri, socialità, presenza spaziale, telepresenza...) e ha proseguito poi parlando di contaminazioni culturali. In ogni campo, ognuno parla di presenza all'interno del proprio contesto. Matteo ha buttato sul tavolo una proposta, quella di fare badge connessi che contengano il profilo dei partecipanti alle conferenze e alcune note sulle loro idee, da riutilizzare nel corso di altri eventi e che tengano traccia delle contaminazioni dovute agli incontri casuali, per vedere come si modificano le idee. Per dirla alla McLuhan, se i mezzi di comunicazione sono estensioni del corpo, qui si tratta di modificare sostanzialmente due parametri: la serendipity che ci porta a incontrare una persona piuttosto che un'altra e la memoria. Gli incontri sarebbero focalizzati e ci sarebbe modo di economizzare il poco tempo dedicato al faccia a faccia. Non c'è che dire, l'idea è particolarmente interessante, non fosse altro perchè ho una memoria da pesce rosso (cit. da -ovviamente- non ricordo chi). Ma essendo un'inguaribile credente nel destino, non so quanto sarei disposta a canalizzare i miei incontri e togliere spazio a una serie di circostanze che possono rivelare un'inaspettata armonia.

Con Lyonora si ragionava sulla fattibilità tecnica e sulle implicazioni che un badge connesso avrebbe, dalla possibilità di rintracciare un'idea che al momento non era pertinente all'introdurre una percentuale di "affinità emotiva" che cresce mano a mano che due badge vengono ripetutamente a contatto.

(to be continued...)

06 maggio 2008

Plis visit de uebsait (right version)

The new mayor of Rome has promised to purge the Italian capital of 20,000 illegal immigrants and to raze 85 gipsy camps.
Gianni Alemanno, 50, a firebrand neo-fascist and the first Right-wing mayor of the city since the Second World War, vowed to make Rome "secure" as he was sworn into office after his election at the weekend.
The election of Mr Alemanno confirmed a strong shift to the Right by Italians, who have been sickened by a spate of violent crimes committed by immigrants.
Earlier this month, the centre-Right leader Silvio Berlusconi was re-elected as prime minister and will form a government in partnership with Umberto Bossi, the leader of the anti-immigration Northern League.
(...)
In a sign of things to come, after Mr Alemanno's election Mr Berlusconi declared: "We are the new Falange."
The original Falange (or Phalanx) was the Spanish fascist party, founded in the 1930s, whose doctrine was adopted by General Franco.
Mr Alemanno's election was celebrated by hundreds of supporters chanting "Duce! Duce!" and raising their arms in Mussolini's fascist salute.
(...)
"We cannot welcome them without discipline," he said. "We will chase out the delinquents. There are 85 abusive nomad camps to destroy."

Oh, leggetevelo tutto, perchè è quello che pensano all'estero degli italiani. Congratulescions. Pizza, mafia, mandolino. Visit de uebsait.

Tra un po' arrivo, eh.

Non disperare.

30 aprile 2008

Mix essential: considerazioni intermedie

Mercoledì scorso ero a Milano a Mix essential, evento organizzato da un'azienda che qui non posso nominare.

Ho aspettato a scriverne perchè mi si prospettavano diverse possibilità e volevo valutare quale fosse la situazione migliore per i miei lettori. Gli scenari che mi si parano innanzi sono i seguenti:

- Non ne scrivo: i restanti blogger mi daranno della schifosa presenzialista da buffet, che non sapeva nemmeno a che conferenza era ma comunque meglio così, tanto il post sarebbe stato un elenco di amichetti trovati per caso al buffet.

- Ne scrivo: i restanti blogger mi daranno della schifosa presenzialista da buffet, che perdipiù passa il tempo a fare Markette a un'azienda già fin troppo nota

- Scrivo un post dove ammetto di essere indecisa sul da farsi: i restanti blogger mi daranno della schifosa presenzialista da buffet, che oltretutto non sa scrivere due righe, anzi, che probabilmente non ha nemmeno un cervello

Tutto questo perchè tutto sommato c'ero. Certo, se non ci fossi andata i restanti blogger avrebbero detto che sono una schifosa presenzialista da buffet che oltretutto se la tira, perchè non si abbassa nemmeno ad andare agli eventi.

Certo, se qualcuno si ponesse il problema di chiedermi perchè ero all'evento e cosa c'entra col fatto che incidentalmente sono anche blogger, tutto sarebbe più facile.

Update: ho scritto l'essenziale qui

20 aprile 2008

Beckett al confronto era uno sfigato

Io- Buongiorno, vorrei sapere che fine ha fatto il mio modem, doveva arrivare entro oggi, che succede?

Impiegato prestigiosa società spacciatrice di connessioni- Guardi, per motivi tecnici non è partito, ma se vuole stavolta glielo posso mandare in ufficio

- Oh, splendido, ma perchè per due volte mi avete detto che è possibile mandarlo solo all'indirizzo di fatturazione e non all'indirizzo in cui è più probabile che io lo possa ritirare?

- Mh, beh, mfhg, ecco, vede, beh, mfhg

- Sì capisco, che devo fare per averlo in ufficio e non perdere la mattinata per andare a ritirare il pacco in posta?

- Nessun problema, le faccio partire un nuovo modem lunedì

- E per quello che mi mandate a casa? Che devo fare?

- Niente di che, deve rifiutare il pacco

- E come faccio?

- Le poste consegnano il pacco, non la trovano, le lasciano un avviso nella bucalettere e lei con quello va in posta e dice che rifiuta il pacco

- Mi scusi, mi sta dicendo che appena arriva il modem a casa devo prendere mezza giornata, andare in posta, prendere in mano il pacco in giacenza e dire all'impiegato: "no guardi, ero solo passata per dire che rifiuto la consegna di questo pacco"?

- Ehm, sì, direi che è l'unica possibilità

- Arrivederci.

14 aprile 2008

Confessioni di una vasca da bagno

Salve... ehm.. coff coff diznlaoiudcjè, nnagg come funziona sto coso... dpocxhesdjx, ah ecco, così.

Salve, ehm. Io non dovrei essere qui, cioè, sono un comesichiama, spescial ghest, una cosa così. Mi chiamo Nella, sono la vasca da bagno bianca smaltata della Feba. Normalmente sto nel bagno, diciamo così, quella è la mia lochescion, ma insomma ecco, siccome ci sono dei problemi tra me e quella là ho pensato che è arrivato il momento di sfogarmi, se continuo così impazzisco.

Insomma, adesso ti spiego. Questa arriva qui quindici giorni fa, neanche si presenta e inizia a entrare e uscire dal bagno, poi prende, se ne va tutto il giorno e torna la sera, quando arriva neanche mi guarda e mi usa come se fossi una doccia -una doccia, capisci?- e poi se ne sta sempre nell'altra stanza, come se ci fosse chissà che cosa, ci sarà si e no un letto. Dieci giorni così, capisci, io iniziavo a preoccuparmi, dicevo: cos'ho che non va, perchè tutte le altre vasche sì e io no, forse il bianco non mi sta bene, pensavo io. Poi arriva una sera, era una iena, era, arriva a casa, mi guarda e mi riempie di acqua, mi butta dentro della roba che sembrano sassi -ma che poi si sono sciolti subito- e si piazza lì venti minuti, no dico, venti minuti. Si alza e se ne va e per una settimana non si fa vedere, io rimango lì dicendo, boh, magari non è stata bene, ho fatto qualcosa di sbagliato, quasi quasi la chiamo ma è meglio di no, poi chissà cosa pensa. Insomma, una settimana di paranoie assurde, capisci?, una non può andare avanti così.

Poi arriva stasera. Apre i rubinetti, mi butta dentro una roba liquida che inizia a fare una schiuma densa, poi vedo che prende un sacchetto di plastica e ci butta dentro un coso che mi sa che serve per ascoltare qualcosa perchè gli pendevano due fili che si è messa nelle orecchie, ma poi dico, metterlo in un sacchetto, come se io per dispetto glielo potessi bagnare (la prossima volta che non prende precauzioni le faccio vedere io cosa succede a non darmi fiducia, glielo metto in ammollo, glielo metto). Poi se ne va e torna con un accendino, aiuto, ho pensato io, questa è fuori di testa, poi vedo che ci accende due candele e spegne tutte le luci, che poi io non ho capito, cos'è questa storia dello spegnere le luci, mica mi ha chiesto se mi fa paura stare a lume di candela, nonnò, quella fa tutto di testa sua. Poi si stende, si ricopre di schiuma e sta lì. Per venticinque minuti. Io non so se hai presente, venticinque minuti di orologio, ogni tanto tira su un braccio, ogni tanto prende la schiuma in mano -quella gioca con la schiuma, capisci?- e sta lì collassata senza fare niente. Con tutte le cose che ci sono da fare al mondo, lei sta lì e non fa niente! Fuori di testa, dico io.

Che poi quella non ha mica detto una parola, ah no che non ha detto una parola, che io la sento quando è in quell'altra stanza e si mette a parlare con le posate nuove e con il plaid, cos'è sta storia, che sono, la figlia della serva? Stai con me venticinque minuti e non dici neanche una parola? Maleducata.

E poi a un certo punto, dopo che ormai mi ero abituata, dopo che eravamo entrate, per così dire, entrate un po' in confidenza, quella che fa? Prende, si alza e se ne va. Se ne va, capisci? Ora dico, con tutto il rispetto, ma si può essere trattati in questo modo? Prima fai finta di non vedermi, poi ti approfitti della mia disponibilità e poi te ne vai senza dire niente. Io non so se posso continuare così, magari sono io che ho qualcosa che non va, ma per me quella là è fuori come un balcone. Qualcuno le dica qualcosa, per favore, che se la prossima volta entra nell'acqua con un libro mi sa che non me la schiodo più.

05 aprile 2008

A Lugano tutto è superefficiente

E' talmente tanto tempo che non posto che blogger si è scordato anche come mi chiamo. Questo per avere un'idea di quanto in realtà mi senta in colpa. Anche papà (ciao papà!) è arrivato a dirmi di darmi una smossa nell'aggiornare 'sto blog inerte, quindi meglio scrivere due righe prima che il mio template si suicidi ed esploda in una miriade di pixel.

Oggi dovevo essere insieme a un po' di gente simpatica in giro per la Svizzera interna, invece son malaticcia e mi è toccato tirare il pacco. In attesa di avere una connessione decente prendo un attimo in prestito la rete da uno dei miei valorosi vicini (ciao vicino! Grazie, eh. A proposito, la tua rete va un po' lenta, ti prego di fare qualcosa in merito). Mi sembra un po' come dare gli aggiornamenti dalla trincea, ma tant'è.

Il primo di Aprile ho avuto le chiavi del mio monolocale in zona universitaria. Il che significa non solo che Lyonora può finalmente farsi i sacrosanti fatti propri, ma anche che io non sono costretta a scarrozzarmi chilogrammi e chilogrammi di peso sulle spalle ogni giorno. Se l'appartamento nuovo (anteprima del mio letto) non prevedesse anche mobili nuovi, che prevedo siano in larga maggioranza targati Ikea, l'evento avrebbe di sicuro un aspetto meno spaventoso. Appena entrata in casa ho subito fatto l'inventario stupido. L'inventario stupido è quella cosa che, se sei mai entrato in una casa nuova, sai quanto sia faticoso nonchè necessario. Ci sono alcune cose che diamo per scontato si trovino in una casa, come la moka, il sale, il mocio. Ebbene, in una casa vuota non ci sono. E alcune sono proprio indispensabili, come la carta igienica e l'adattatore per le prese. Soprattutto se hai un phon con presa tedesca e solo un adattatore per presa italiana. (papà non leggere il resto del rigo) Per fortuna avevo con me una tenaglia.

A Lugano si prende la scossa. Sempre, comunque ed ovunque. Indossando sintetico oppure no. Tocchi una finestra e ZOT! Scossa. Tocchi il tavolo e ZOT! Scossa. Tocchi il pc e ZOT! ZOT! dueeventi direttamente in vena. E' perchè l'aria è un po' secca, dicono. Hm. Da un mese ho una pelle che in confronto la squamatura di un pesce è 100% puro cachemire.

A Lugano tutto è superefficiente, gli autobus sono in orario, i treni sono in orario, a meno che non siano provenienti dall'Italia. E se un treno è in ritardo, anche se fa solo la tratta Lugano-Bellinzona, gli altoparlanti daranno comunque la colpa alle ferrovie italiane e alla stramaledetta erba del vicino che, chissà perchè, è sempre più verde.

A Lugano tutto è superefficiente, i negozi aprono alle 8 di mattina e danno per scontato che tu esca alle 5.30 dal lavoro, in modo da avere una piena mezz'ora dedicata alle compere. Dopodichè il nulla cosmico. L'ultima volta che sono stata a prendere un aperitivo in centro, alle otto meno dieci di sera mi hanno pregato di sgomberare che stavano per chiudere. La città.

A Lugano tutto è superefficiente, a livelli che talvolta rasentano l'idiozia. L'altro ieri sono andata a sottoscrivere un abbonamento per internet. L'impiegato superefficiente ha compilato la scheda con la richiesta, serve un documento? Il codice fiscale? No no, qui in Svizzera non è necessario, l'importante è che paghi regolarmente. Ti invieremo il modem tramite posta ordinaria (posta ordinaria, ti rendi conto). Ho detto, sì, ok, però se mi arriva per posta vuol dire che non posso ritirare il pacco perchè lavoro, non posso ritirare personalmente il modem qui allo sportello (che casualmente si trova nell'ufficio sotto il mio)? No, la schermata di inserimento dei dati del contratto non prevede la consegna del modem a un indirizzo diverso da quello di casa. Per nessun motivo. E ora raus, che devo lavorare.

A Lugano tutte le ciam-belle escono col bruco.

A Lugano le commesse ti accolgono con Buongiorno!, ti sorridono e sono gentili. Nessuna commessa acida e mestruata (ho il sospetto che si facciano venire le mestruazioni fuori dall'orario di lavoro, devo scoprire come si fa). Ma le file non esistono. Oggi, a due casse su due, una a ciascun piano di un ipernegozio ipercommerciale in centro, una signora sgamatissima e una signora sgamatissima, vedendomi in fila, sono semplicemente passate davanti e hanno appoggiato la merce sul banco. E le commesse, in entrambi i casi, le hanno scontrinate per prime. 'Ste strxxxe. Ah, io non ho sorriso affatto, quando ho pagato. Avranno sicuramente pensato che sono la solita italiana acida e mestruata.

A Lugano puoi decidere di passare un meraviglioso week-end con la febbre. Nessun problema, c'è una densità di 15 farmacie al metroquadro. Ma sei in Svizzera e devi ovviamente essere organizzato. A te che, malandrino!, ami tirare tardi il sabato in cui ti svegli senza avere percezione degli arti inferiori, farà comodo sapere che le farmacie il sabato aprono alle 9 e chiudono alle 12. Insindacabilmente. Tutte. Perciò, se vuoi esercitare il tuo sacrosanto diritto di ammalarti durante il weekend, augurati di avere lo stipetto delle medicine ben fornito non solo di aspirina e cotone idrofilo, come certi disorganizzati.

19 marzo 2008

Tra il lago e la panache'

Oggi è la festa del papà (non ve lo ricordavate vero?) (sono un'ottima agenda). Dunque San Giuseppe. Dunque patrono di Lugano. Il giorno del patrono è una festa strana, tutti stanno lavorando e tu hai un giorno di vacanza, però siccome non è che si possa fare proprio vacanza perchè tutti lavorano, si lavora un po' più rilassati. O perlomeno per me oggi è stato così.

Da qualche giorno ho di nuovo piantato le tende a casa di Leonora, che continua a farmi esplorare Lugano. (ah, a proposito, ho caricato qualche nuova foto, nel caso tu sia curioso di vedere dove sono finita). Stamattina ce la siamo prese con calma e abbiamo fatto colazione sul lago insieme a Sara. Bellissimo, stare di mattina seduti sulle panchine in riva al lago. Oggi pomeriggio gironzoliamo per l'università, ho anche scritto un nuovo post, nel blog di là, mi pareva carino, speriamo che gli piaccia, a quei lettori là.

Sto arricchendo notevolmente la mia cultura gastronomica, da quando sono qui. Per esempio, oggi ho scoperto l'ovomaltina, una specie di cioccolata in tazza con l'uovo, se ho capito bene. Altre parole che ho inserito nel mio vocabolario quotidiano sono: Gipfel, ovvero la brioche vuota, e la Panaché, un miscuglio di birra e gassosa. Non storcere il naso, anch'io non amo le sbrodaglie, ti garantisco che questa è buona. Provala che poi ne riparliamo. Ah, qui gli adesivi si chiamano autocollanti, mentre la segreteria telefonica è la com-box.

Mi sa che è il momento di fare qualcosa. Bon, state bene.

13 marzo 2008

Welcome to my life

Oggi è stata una giornata strana, cominciata con due chiacchiere con la futura padrona di casa. Sembra completamente fuori di testa, perciò mi sa che mi piacerà. Il resto della giornata se n'è andato (letteralmente) tra dentro e fuori dagli uffici e dalle case, tra una macchina, un club sandwich da ventidue ventinove franchi (ma era ottimo, lo ammetto) (ma non ho mai mangiato un panino da ventidue ventinove franchi, sono sconvolta), una macchina, un treno, una macchina. E una funivia.

Sì, perchè la cosa buffa di Lugano per me continua a rimanere la funivia che porta dal centro alla stazione. Mi fa ridere, pensare di andare in stazione in funivia. Oddio, non è che abbia mai preso tanto la funivia, non sono praticamente mai stata a sciare (e non so fare, per me il fine settimana bianco significa tanta cioccolata e tanti punch), ma la funivia che porta alla stazione, beh, è buffa. E utile, non c'è che dire. Una volta ho fatto la strada a piedi, son dieci minuti, ma ho ringraziato il cielo di averla fatta verso il centro e non viceversa.

Il punto è questo: Lugano mi piace un sacco. La Svizzera mi piace un sacco. I ticinesi anche. Vivo un'altra delle mie ennesime vite, la mia vita di quattro mesi fa non esiste più e io non sono più quella di quattro mesi fa, incredibile come ti si possa stravolgere il mondo davanti in così poco tempo. E non avrei mai pensato di finire a vivere in montagna ma qui, con questo lago, è incredibile. Poi, chissà.

Dal primo aprile avrò una nuova casa, sarà ufficiale questo lunedì, quando firmerò il contratto d'affitto per il mio primo appartamento da sola. Ho sempre condiviso gli appartamenti in cui sono vissuta con altre persone, chissà come sarà stare per conto mio, mi mancheranno le amiche che gironzolano per casa a ogni ora e mi fanno compagnia o apprezzerò il fatto di sbattere la porta in faccia la sera al mondo di fuori?

Sì, lo so, magari ogni tanto dovrei scrivere qualche post che ti interessa. Dicono che scrivere post interessanti ti fa scalare le classifiche e ti fa diventare una blogstar. Sai una cosa? Io sto scrivendo per me, ne ho un bisogno disperato. E per te che sei lì a leggermi, anche, perchè tu possa capire cosa mi passa per la testa, come mi sento, come sto cambiando. Welcome to my life.

10 marzo 2008

Una giornata in bianco e nero

E' stato qui lui, oggi. Non ho mai fatto così tanta fatica a farmi scattare due foto (anche perchè di solito mi scattano le foto a tradimento prima che me ne accorga). Il suo obiettivo ti smaschera come se ti avessero colto con le dita nella marmellata. Il fondotinta non aiuta, la luce neanche. E' stato come stare nudi di fronte alla propria anima.

Sarà questo, sarà la pioggia. Sarà una casa che c'è, ma ancora non è pronta. Sarà l'aria, così diversa. Saranno le montagne qui intorno, ancora spruzzate di neve. Oggi è un misto di nervi e malinconia, il mondo corre e io cammino. Non siamo sincronizzati.

Penso alle cose belle. Le vacanze in fase di progettazione, i mobili nuovi, la piccola festa d'inaugurazione, che faccio? Tartine o pizzette? E poi vengo travolta di nuovo dalle cose da fare, le mail che non arrivano, i siti inutilizzabili, le situazioni complesse. Ma domani sarò completamente serena, stay tuned.

09 marzo 2008

Nuovo capitolo di una nuova avventura

E' fatta. Abbiamo cominciato alla grande, lunedì.

Quelli con cui lavoro, son gente simpatica. Tu arrivi e subito ti preparano una gita e una festa. Poi ti comprano una sedia, ti fanno una torta, ti evitano di dormire sotto i ponti. Ti aiutano ad organizzarti il lavoro, ti recuperano quando ti perdi e mettono le tue idee al pari di quelle di tutti gli altri. Ti fanno fare il lavoro che sai fare, ti spiegano come fare quello che non sai, ti incoraggiano quando capiscono che per te è dura. Bella, questa gente con cui lavoro.

E' un posto strano, la Svizzera. Qui dicon che non è proprio Svizzera, che il Ticino è un posto un po' a sé, anche 'sta storia che tutti parlano italiano, insomma, per la Svizzera è un po' strana. Ci sono tanti italiani, qui, ognuno mi dà qualche informazione in più, alla fine scriverò una guida su "tutto ciò che devi sapere se vuoi sconfinare da queste parti". Bella, questa gente che incontro.

Sì, lo ammetto, ogni tanto mi sento un po' stanca. Non ho ancora ringraziato chi di dovere per la cena di venerdì scorso (mi sono divertita tantissimo, avete già letto qualcosa in giro vero?) (grazie, ragazze. Bellissima davvero). Mi sento un po' stanca perchè abituarsi a qualcosa di nuovo richiede sempre tante energie. Per recuperare, avrò bisogno di un po' più di tempo. E magari della casa in cui entrerò tra una ventina di giorni. E magari di un biglietto per Londra, anche. Bello, lui lì che mi aspetta.

06 marzo 2008

Sparsa per l'Europa

Sono ancora viva, don't worry. In attesa di preparare due righe di commento sulla GGD (lo faccio promesso ;), se vuoi vedere dove sono finita dai un'occhiata qui... A presto :)

29 febbraio 2008

Grande festa alla corte delle girl geek

Passato poco meno di un anno dal primo evento italiano dedicato alle ragazze geek, stasera si replica a Milano con la seconda Girl Geek Dinner italiana. Le organizzatrici hanno finora fatto un ottimo lavoro e sono sicura che stasera raccoglieranno il risultato di serate perse a pianificare i dettagli e ore di sonno rimandate a tempi migliori. Scopo della serata è... incontrarsi. Permettere a ragazze in gamba di conoscere altre ragazze in gamba, discutere di come le donne possano costruire il proprio network con speaker d'eccezione, ma anche passare una serata piacevole e scambiarsi informazioni e consigli. La serata promette così bene che i posti sono esauriti da tempo e le liste di attesa si sono allungate a dismisura (soprattutto per i maschietti che vorrebbero partecipare a questa serata in rosa ;) ). Se sei iscritta, ripassati le istruzioni dettagliate per arrivare, con queste indicazioni sarà impossibile perdermi anche per me (che notoriamente mi perdo anche in casa mia). So già che sarà impossibile conoscere tutte nelle poche ore a disposizione ma cercherò di passare una bella serata con chi ho la fortuna di incontrare. Ci vediamo lì :)

26 febbraio 2008

Parole in corsa e immagini sovrapposte

Disclaimer: post ad alto contenuto di link. Se sei contrario a questa saltuaria politica, pazienza.

Niente, è che pensavo a cosa scrivere, riguardo a questo barcamp appena passato.
L'evento di sabato si è incastonato perfettamente in questo lungo weekend. Weekend iniziato con treni che non arrivano mai (il percorso all'andata è sempre moralmente più lungo rispetto a quello del ritorno) e proseguito con scene di ordinaria follia, birre locali (ops, non dovevo dirlo che ho bevuto birra venerdì, mi sa), pranzi improvvisati, nebbia, spezie e prese di corrente.

Alla stazione, un intirizzito Jtheo aspetta me e Bru per salire sul primo treno che viaggia in direzione del capoluogo piemontese. Treno che conteneva anche Fran e la sua mamma, ma ce ne siamo resi conto solo scendendo, copiosissime chiacchiere mancate, peccato. Appena arrivati vengo letteralmente sommersa di sorrisi e abbracci, che bella sensazione. Nel giro di pochi minuti, mentre cerco di togliermi il più velocemente possibile la giacca per non capottare, scambio un paio di sillabe con Andrea, Antonio, Gaspar, Kurai, Dema, proseguendo il giro individuo Marina, Etere che a questo giro è smescalinizzato, Mafe e un ottimo Palmasco, superprofessionale e impegnato a ritrarre in bianco e nero i volti noti della blogopalla italica. Cioccolata a profusione per il breve tour del gruppo SketchIn quasi al completo, capitanato da Luca Mascaro. Le risate, tante risate, proseguite a pranzo al grido di "dopo i Finley ne rimarrà uno solo!". Piero, si spera. Leonora, macchina fotografica imbracciata come una colt, immortala tutti uno dopo l'altro, mentre Alice e Donata si fanno beffe del povero Mascaro.

Rientrati appena in tempo per dare modo a Bru di sincronizzare le slide con Kurai, assisto sul trono alla loro presentazione, una visione bilaterale di come le interfacce e lo spirito dei videogiochi si siano in qualche modo intrecciati per dare vita alle applicazioni 2.0 che usiamo ogni giorno.

Nel pomeriggio riabbraccio dopo tempo Svaroschi, mentre Elena, nonostante l'odissea trenitalia, si dichiara contenta comunque di essere a Torino. Poi saluti al volo con Fullo, Cristian, Samuele e Estroversa, e poi finalmente due chiacchiere con Susan.

Auff, c'è bisogno di sedersi. Sulle poltroncine rosse del bar prendono posto Ninna, Diego e Stefano, finalmente il tempo di rilassarsi un attimo, ma no, poi ci si deve sbrigare, qui sta finendo tutto, si va a salutare Nicola, che mi chiede subito conto della nuova capigliatura. Ma questa non era l'occasione per incontrare anche... ah sì, eccole, le facce note sul web che mi trovo per la prima volta di fronte: Eio (destarkizzato a questo giro), Axell che, nonostante sia impegnatissimo nell'organizzazione, non rifiuta mai una battuta e un sorriso, Suz (a cui devo già un caffè) splendidamente accompagnato dalla sua signora e il prestigiosissimo Zamperini.

Se ti sembra che le mie parole si siano rincorse e le immagini sovrapposte è perchè ho vissuto così questo barcamp. Non c'è mai abbastanza tempo per tutto, avrei voluto conoscere molte più persone, parlare molto più tempo con altre, abbracciare per più tempo i vecchi amici, prendere più caffè, anche, perchè è sempre un'ottima scusa per sedersi a un tavolo e chiedersi qualcosa più di "come va". Sarà per la prossima birra, per la prossima cena, per il prossimo camp. Qualche volta ho l'impressione che una vita sola non mi basti più.

Postilla, la location era splendida e le opere d'arte con le tazzine del caffè apprezzatissime. Grazie a tutti quelli che si sono sbattuti 'na cifra per fare in modo che questo barcamp fosse così bello.

15 febbraio 2008

Prossimi appuntamenti

L'ultima volta che ho scritto dove sarei stata (Webcocktail e State of the net) è stato un casino, alla fine non ho partecipato né al primo né al secondo evento (e mi è dispiaciuto). Dunque, speriamo che anticipando le mie due prossime trasferte non succeda qualche cataclisma...
Sabato 23 febbraio sarò al Torino barcamp 2008. Il venerdì sarà dedicato a Webdays, manifestazione il cui scopo è diffondere la filosofia della rete ai non addetti ai lavori, mentre il sabato è la giornata del barcamp generalista. Se hai intenzione di partecipare, non dimenticarti di segnarti sul wiki :)
Venerdì 29 è l'attesa serata della seconda Girl Geek Dinner di Milano. Le organizzatrici stanno facendo un ottimo lavoro e le liste d'attesa si allungano, soprattutto per quanto riguarda i maschietti (che saranno presenti in soli venti fortunati esemplari ;)
Se siete da quelle parti, ci vediamo là :)

14 febbraio 2008

Occasione persa per qualche produttore di caffè

Ho trovato un sito simpatico. Si tratta di Cafexperiment, un photoblog che raccoglie immagini dedicate al caffè quotidiano. Lo ammetto, se non fosse stato per l'invito su Twitter non lo avrei saputo tanto facilmente. La prima cosa che ho pensato è stata: sarà sponsorizzato da qualche azienda produttrice di caffè. Fatto un giretto sul web ho deciso che probabilmente no, è un blog genuino. Poi ho pensato: sai che successo se lo avesse fatto, chessò, la Illy? Ecco, è che le aziende fanno ancora un po' fatica, mi sa.

Un consiglio spassionato: buona l'idea di aprire l'account su Twitter per farsi conoscere, però usarlo solo per inserire i nuovi post mi pare un grosso limite (motivo per cui ho deciso per il momentaneo no-follow).

Customer care Trenitalia di Bologna

Ho già scritto che non sparo a zero per il gusto di farlo, e ho scritto in passato che così come sono la prima a criticare, sono anche la prima a elogiare. Due parole dunque sull'assistenza clienti di Trenitalia alla stazione di Bologna.
Dopo la famosa questione sorta a causa di Cartaviaggio (chiarita poi nei post seguenti e nei commenti che vi invito a leggere), per la legge del contrappasso sono partita in treno senza la stampa della mail che certificava la mia iscrizione. Per fortuna me ne sono accorta sulla prima tratta e, una volta arrivata a Bologna, mi sono fiondata all'assistenza clienti per chiedere come avrei dovuto fare per evitare la multa. Tra un imbarazzato"vada a fare l'integrazione" e uno sconcertato "mah, dipende dal capotreno" suggeriti dagli impiegati, il direttore dell'assistenza alla clientela ha risolto la questione in meno di due minuti facendomi avere una copia del documento che avevo a casa, unendo professionalità, senso pratico e simpatia. Ecco, era solo per dire che ho avuto un'ottima esperienza, in quell'ufficio, e il modo migliore che conosco per ricambiare la cortesia è scriverne...

10 febbraio 2008

Sarebbe stata una cena stupenda

Ci si aspetterebbe forse un commento sulla cena di ieri sera organizzata da Fullo, se ci fossi stata. Sarebbe stato merito di Elena, che mi avrebbe evitato di fare millemila chilometri nel cuore della notte, ma anche di Fullo, che avrebbe senz'altro previsto qualche aggregato dell'ultima ora.
Avrei potuto scrivere del bis di minestre (tagliatelle al ragù e cappellacci), della carne alla griglia, del bis di dolci e dei digestivi (grappa e limoncino come se avessero aperto i rubinetti), ma non lo avrei fatto, giusto per non fare troppa pubblicità all'agriturismo Carloni che sta lassù tra le colline faentine. Invece vi avrei scritto di quei discorsi sui maiali che invadono le autostrade seguiti dalle grasse risate degli astanti, del susseguirsi di commenti su destra e sinistra, del bimbo di cui Elena va orgogliosa (e che sarebbe invidiosamente passato di mano in mano lungo tutto il tavolo) e della splendida vista sulla vallata che si gode da lassù, costellata di lucette arancioni e bianche. Vi avrei scritto di come si può passare agevolmente dall'utilizzo dei social network a come si può rischiare inconsapevolmente di fare il post più commentato della storia. Son cose, direbbe confuso se ci fosse stato, ma anche no, aggiungerei io se fossi stata presente. Oppure avrei potuto scrivere di come si può passare una serata pensando a come è bello rivedere gli amici o forse di come è facile conoscere qualcuno che parla la tua lingua ma che ancora non sta nel tuo blogroll, oppure pensare a come sarebbe stato bello se lui fosse stato lì a fare le chiacchiere con tutti gli altri. Mi sarei divertita un casino, a quella cena, se ci fossi stata. Quello che più mi piace è che io, a quella cena, c'ero.

08 febbraio 2008

Aperte le iscrizioni per la Girl Geek Dinner

Sei una femminuccia? Ti interessano i nuovi media? Internet? La tecnologia?
Beh, c'è qualcuno che ti pensa e medita di farti incontrare altre ragazze in gamba come te. Dove? Quando? A Milano, il 29 febbraio, alla seconda Girl Geek Dinner italiana. Iscriviti e chiedi informazioni sul sito ufficiale. Ci vediamo là.

06 febbraio 2008

Trenitalia: ultima puntata

Devo ammetterlo, se non fosse stato per l'anonimo commentatore del post su Cartaviaggio non avrei pensato di tornare sull'argomento trenitalia. Sono sinceramente contenta che qualcuno dell'azienda si sia preoccupato del mio atteggiamento e abbia deciso di rispondere a tono, anche se avrei preferito parlare con una persona anzichè con un'entità sconosciuta, dal momento che io sono qui con il mio nome e cognome.
Nei due commenti anonimi si ribadisce che l'offerta è valida nei giorni di martedì, mercoledì e sabato, e solo prenotando con almeno un giorno d'anticipo. Ho scritto il post nella notte del 3 febbraio specificando che volevo viaggiare mercoledì 13. Di mercoledì e con 10 giorni d'anticipo.

Questa è la schermata che appare selezionando il viaggio da Ferrara a Milano di mercoledì 13 febbraio (clicca sull'immagine per ingrandire):

L'opzione "Giorni Cartaviaggio" non appare. E non appare perchè per fare questo viaggio devo prendere un regionale fino a Bologna e successivamente un Eurostar. Trenitalia dà per scontato che io sappia che per la tratta devo effettuare due diverse prenotazioni con due biglietti differenti, perchè, anzichè calcolare lo sconto sulla tratta Eurostar e fornire il costo complessivo meno lo sconto previsto, il sistema calcola il costo totale del viaggio. Difatti, prenotando separatamente le due tratte (Ferrara-Bologna e Bologna-Milano), nella seconda parte del viaggio troviamo l'opzione segnalata dal nostro amico anonimo "Giorni Cartaviaggio" (clicca sull'immagine per ingrandire):


Se volessi potrei polemizzare all'infinito sull'ingenuità di questa scelta, ma non lo faccio sostanzialmente perchè non sparo a zero per il gusto di farlo. La stessa sera in cui ho scritto il post ho compilato il form "suggerimenti" sul sito di trenitalia segnalando questa anomalia. Nel mio blog ho solo riportato la mia frustrante esperienza da "utente medio". Nello stesso tempo, ho ritenuto giusto eliminare l'unica frase offensiva che conteneva. Non è piaciuta rivolta a me nei commenti e penso non sia giusto rivolgerla a chi dimostra di interessarsi un minimo ai clienti.

Ps, anch'io la ritengo un'iniziativa simpatica. Ma la gratuità non implica il fatto di trattare la sua realizzazione con leggerezza.

04 febbraio 2008

Call center trenitalia, quanto ci costa?

Alle prese con la beneamata trenitalia.
Oggi ho avuto l'imprinting con il coll senter dell'azienda che tanti stranieri ci invidiano.
Impossibilitata ad usufruire lo sconto del 20% con Cartaviaggio di cui ho diritto fino al 16 aprile, che vi ho illustrato dettagliatamente alle tre di stanotte, oggi ho provato a chiamare il numero fornito dall'azienda per avere assistenza.
Prima di sollevare la cornetta, ho avuto l'accortezza di controllare quanto mi sarebbe costata la chiamata. Riporto testualmente quanto scritto sul sito:

Da telefono fisso:
Scatto alla risposta: 30 centesimi di euro (IVA inclusa)
Costo al minuto: 54 centesimi di euro (IVA inclusa)

Da telefono mobile:
La tariffa, in coerenza col proprio piano tariffario, è dipendente dal gestore di telefonia mobile.

Ok, mi dico, si può fare. Prendo il telefono di casa, una voce registrata di telecom italia mi avvisa che i numeri con cotale prefisso sono disattivati (il numero del call center, ve lo ricordo, è 89 20 21, ma con un'abile mossa scompongo il numero in 892 021, ok, capito perchè non posso chiamare). Fa niente, mi dico, tanto dal cellulare mi costa come una normale chiamata (dipende dal mio piano tariffario, mi dico). Compongo il nostro 892 e una voce registrata mi avvisa di ciò che mi aspetta: spenderò 15,50 euro di scatto alla risposta e 1,26 euro per ogni minuto di conversazione. 1,26 euro, che mi sembra poco dipendente dal mio gestore di telefonia mobile. A meno che i fortunelli di Wind o Tim paghino sensibilmente meno. Non ho voluto verificare sulla bolletta telefonica se questo corrisponde al vero, ma non ho alcun motivo per dubitarne, dunque ho riattaccato.

Trenitalia, già mi rode doverti pagare il call center per avere la concessione di vedermi offrire assistenza da te, ma questo sinceramente mi pare un tantino fuori dalle righe, non ti pare?

Sconto del 20% sul biglietto del treno con Cartaviaggio, se ci riuscite - gne gne gne-

Alle prese con la beneamata trenitalia. Navigando sul sito (non avevo niente di meglio da fare, lo so) ho scoperto che esiste una promozione legata alla Cartaviaggio, che prevede uno sconto del 20% sui treni fighi (dall'eurostar in su, per intenderci) se si viaggia il martedì, mercoledì e sabato. Fico, penso io, chissà quanto costa fare la Cartaviaggio. Mi accorgo dopo poco che in realtà è gratis, e subito mi suggerisco che uno sconto del 20% sugli Eurostar, considerando che sulla tratta Bologna-Milano hanno praticamente eliminato tutte le altre categorie trenifere meno costose, non è proprio da buttare via. Dunque comincio a compilare una scheda dettagliata, le cui domande spaziano dalla data di nascita, al titolo di studio, al mio gusto preferito di cous-cous (no, questa domanda non c'era, però non l'avrei trovata fuori luogo). Al completamento dell'iscrizione, trenitalia mi manda una mail congratulandosi per l'ottima scelta e specificando:

"Stampa questa mail e ritaglia la tua Cartaviaggio provvisoria.

La Cartaviaggio definitiva plastificata ti verrà recapitata all'indirizzo che hai comunicato una volta raggiunti 3.000 Puntiviaggio accumulati con l'acquisto di biglietti."

Ok, ammetto di essere abbastanza pezzente da non meritarmi ancora una tesserina, sarò felice di aspettare i tremila punti per guadagnarmi il titolo di felice possessore di Cartaviaggio.
Dopo aver ricevuto questa rallegrante notizia, mi fiondo sul sito per prenotare il treno di mercoledì prossimo (l'offerta - ricordo - è valida il martedì, mercoledì e sabato fino al 16 aprile e prevede uno sconto del 20% sui treni fighi), inserisco il mio codice e mi accorgo che alla schermata successiva l'importo rimane invariato. Ok, ho sbagliato qualcosa. Torno alle istruzioni per l'uso della mia nuova fiammante Cartaviaggio e scopro che no, non devo mettere "tariffa standard" (che tonta, come ho potuto pensarlo?), ma scegliere l'opzione "sconto Cartaviaggio".

Torno sulla schermata di prenotazione, reinserisco tutti i dati del viaggio e apro fiduciosa la tendina per la scelta della tariffa. Mi trovo davanti due accattivanti "sconto smart" e "sconto relax", ma non riesco a trovare l'opzione Cartaviaggio. Torno sulle istruzioni dove scopro che le due carte in questione sono state unificate nell'unica nuovissima Cartaviaggio e che "dal 2008 non ci sono più differenze tra la Cartaviaggio, la Cartaviaggio Relax e la Cartaviaggio Smart". Dunque le tariffe rimangono invariate per le tre tipologie di carte, quelle emesse prima e dopo la riunificazione.

Torno sulla schermata di prenotazione, reinserisco tutti i dati del viaggio e, ancora una volta, apro fiduciosa la tendina per la scelta della tariffa. Penso che se le tariffe sono tutte uguali, in assenza dell'opzione corretta forse è invariato scegliere una delle due opzioni precedenti, la gggiovanissima "smart" o la posata "relax". Variando la scelta, le tariffe rimangono le medesime: sconto del 10% con la prima, sconto del 15% con la seconda. Ovviamente, il mio codice non funziona se scelgo una delle due opzioni precedenti. E l'opzione Cartaviaggio è ancora del tutto assente.

Ora dico, a parte che se avessi una Carta Smart e non sapessi della promozione continuerei a pagare con uno sconto del 10% anzichè del 20% e -scoprendolo- probabilmente mi incazzerei come una iena, ma se mi fate una Cartaviaggio nuova fiammante, non sarebbe il caso di aggiornare lo schifoso menù a tendina con le nuove opzioni per permettermi di usufruire della promozione - ricordo - valida fino al 16 aprile? O lo vogliamo fare, come prevedo, solo il 17 aprile?

Grazie. Una vostra affezionata cliente.

30 gennaio 2008

Agenda

Finito di pianificare alcune cosette, posso dare per certa la mia presenza al WebCocktail ravennate di venerdì, se siete da quelle parti passate a salutare che fa sempre piacere (e se non siete da quelle parti potreste anche venirci, no? :P)

UPDATE del 31/1: argh, purtroppo non ci sarò, mi spiace un sacco. Le mie scuse a chi ho mobilitato con molto anticipo, mi farò perdonare.

Indecisa invece se partecipare o no a State of the net, non tanto per i contenuti (almeno un paio delle conferenze previste per l'8 febbraio sarebbero estremamente interessanti per la mia tesi), ma perchè non so se riuscirò ad organizzarmi al meglio. Io comunque conto di sì. Nel caso, ci si saluta a Udine.
State bene.

Introduzione al web 2.0: libri e siti

I lettori abituali sono autorizzati a passare velocemente oltre e/o a segnarsi queste cose da una parte, che si sa mai, magari anche voi prima o poi vi troverete a dare suggerimenti ai vostri amici che vorrebbero cominciare ad esplorare la rete :)

Un altro post pensato per chi si avvicina per la prima volta ai temi del 2.0. Di seguito trovate quello che ho letto (o che sto leggendo, o che mi sembra buono per cominciare) e i blog che un anno fa mi hanno dato una mano a districarmi in giro per la rete. Se volete suggerirmi altro materiale nei commenti farete felici me e Marianna :)

Libri.
- La parte abitata della rete, S. Maistrello (una vera e propria guida della rete per i residenti e per i turisti del web)
- Blog Generation, G. Granieri (una bella panoramica sul mondo dei blog e sulle loro implicazioni)
- La coda lunga, C. Anderson (come le nicchie create dalla rete stanno cambiando la concezione dei mercati - da seguire gli sviluppi del suo nuovo libro in pubblicazione, Free)
- Wikinomics, D. Tapscott e A. Williams (utile punto di vista sulle nuove prospettive dell'economia legata ai wiki e alla condivisione della conoscenza)
- Web 2.0 – Le meraviglie della nuova internet, A. Dottavi (una guida pratica su quali sono e come si usano gli strumenti più comuni come Youtube, Flickr, Del.icio.us e altri)

Saggi.
In rete è possibile trovare i pdf di questi saggi, abbiate pazienza e googlate un po'...
- Lo sai quanto vale il tuo link?, G. Granieri
- Media sociali, N. Mattina
- The digitalization of word of mouth: promise and challenges of online feedbach mechanisms, C. Dellarocas

Blog.
Ok, ok, a che serve un blogroll se qui segno buona parte dei blog che leggo quotidianamente? Facciamo così, per cominciare ho iniziato a seguire quelli che trovate nel blogroll del mio (ormai ex) corporate blog. Da questa lista sono esclusi molti dei blog che nel mio reader stanno nelle categorie friends/relax. D'altra parte è così (cit. raffin.).