E' da un po' di tempo che penso alla polemica sui contenuti della blogosfera. La blogosfera è fatta di fuffa, non ci sono i contenuti, quello che emerge non è informativo, quelli che scrivono non sono giornalisti, la blogosfera non può entrare a pieno titolo nei media di informazione e via dicendo.
Ad essere sincera, mi sono un po' stancata.
Penso che ci sia una sopravvalutazione di qualche elemento, mentre qualche altro elemento, anche se sotto gli occhi di tutti, continua a sfuggirci.
Per cercare di spiegarvi come la penso, procederò per esagerazioni.
Quando osservo la rete, parto dal presupposto che internet non sia nient'altro che una trasposizione della nostra vita sociale, quella offline intendo, e che i rapporti su internet spesso riflettano i nostri rapporti reali.
Dunque, partiamo da alcune considerazioni semplici. Una parte della mia vita, per così dire reale, si è trasferita sul web, per diversi motivi (ad esempio, perchè il mio lavoro implica lo stare molte ore connessa, oppure perchè nella mia vita reale poche persone intorno a me condividono la mia stessa passione per i media sociali e le nuove tecnologie). La mia vita si è divisa: ho una parte di relazioni normali, amici con cui uscire e cenare, persone care a cui telefonare e una parte di relazioni sul web, che riflettono le relazioni tradizionali (amici con cui discutere o con cui andarmi a prendere una birra di tanto in tanto, amici che sento via im, twitter o blog). Ma mentre una volta chi aveva una vita online era un disadattato sociale (non sempre, ma passatemi l'iperbole), ora sempre più persone si ritrovano nelle mie stesse condizioni. Non credo di avere patologie connesse al mio stare online, non sono una persona socialmente isolata, e anzi, credo che sempre più persone negli ultimi anni si siano ritrovate nelle mie stesse condizioni.
Ora, se è vero che molte persone normali hanno trasferito una parte della loro vita reale in rete, vi hanno trasferito anche una serie di esigenze e comportamenti sociali normali. Schematizzando, dal mio punto di vista abbiamo sostanzialmente bisogno di bilanciare tre componenti: intellettiva/culturale, creativa/distensiva e relazionale. Se stessimo parlando di libri, azzarderei paragonare la parte intellettiva/culturale ai saggi, la parte creativa ai romanzi e la parte relazionale alle semplici chiacchiere che servono a mantenere le relazioni (chi ha studiacchiato comunicazione probabilmente sa di cosa parlo e mi può aiutare a definire meglio quest'ultima parte). Nella vita online abbiamo a disposizione gli strumenti per trovare tutti e tre gli elementi, e spesso li bilanciamo, adattandoli al nostro carattere, senza rendercene conto. E dunque attingiamo dalla rete alternativamente queste tre componenti, secondo necessità.
Ora, porre l'accento sui contenuti sembra quasi chiedere in continuazione saggi. Dal mio punto di vista, la rete può fornire anche quell'elemento, ma non esclusivamente quello, per due motivi: uno, perchè le chiacchiere della vita reale sono, nel bilanciamento degli elementi, enormemente superiori alle altre due componenti; due, perchè sarebbe come chiedere un saggio con novità sostanziali su un argomento specifico più volte al giorno, se consideriamo l'enorme quantità di contenuti forniti quotidianamente dall'insieme dei blog.
In tutto ciò, mi guardo bene dal concludere che il fenomeno sia positivo o negativo. Il mio è solo un tentativo di paragonare il comportamento sul web al comportamento sociale. Se così fosse, forse guardare la rete solo dal punto di vista dei contenuti è una limitazione, si rischia di guardare il problema da un lato solo e di perdere di vista il fenomeno nel suo insieme, che sta diventando via via più complesso fino ad assomigliare alla società che ci circonda.
UPDATE, so che qualcuno di voi vorrà vedere qualcosa a proposito delle polemiche sul Corriere sopracitate, così vi lascio giusto qualche link: qui, qui, qui, qui, solo per fare alcuni esempi.