25 dicembre 2007

Auguri di Santostefano


Allora, siccome che volevo fare un post natalizio per fare gli auguri sotto il vischio a tutti quelli che volevo e anche a quelli che mi hanno calorosamente agurato auguri via email via esseemmeesse via post, visto che ormai è Santostefano e non più Natale, io anzichè fare gli auguri ringrazio, a tutti quelli le cui campane suonano a festa ma solo il di' di festa e sul petto e il crine. E dunque esco dall'oblio per salutare mamma e papà e tutti quelli che mi conoscono, tra cui tu, lei e tutti quanti. E penso che i cenoni e i pranzoni fanno poco bene al fegato ma tanto bene all'anima, epperciò vi abbraccio tutti, dai guglisti a lordZarcon, da Alberto a Enrico, da Stefano a Elena, da Massimo a Marco, da Koolinus a Ciro, da Caterina a Dario, da Lorenzo a Alessio, da Massimo a Samuele, da Diego a Luca, da Tommaso a Fabio, da Matteo a Nicola, da Antonella a Andrea, da Francesco a Susan e non metto altri nomi (anche se so che sapete che so che vi sto pensando) e non metto link solo perchè sarebbe ingiusto e siccome che sto attraversando un periodo non facile sicuramente mi scorderei qualcuno che non è giusto scordarvicisi. Perciò mi auguro che tutti quanti abbiate passato un felice Natale e mi auguro anche che tanti auguri a Gianluca e Riccardo, perchè sì e perchè non potrei farne a meno (almeno tesisticamente parlando). Ecco. Fate da bravi.

10 dicembre 2007

Chiuso per ferie

Questo blog si prende un po' di ferie anticipate e non verrà aggiornato prima della settimana prossima. State bene.

06 dicembre 2007

Presentazione di Community management a Milano

Incontro interessante, quello di ieri, e interessante il libro al centro del dibattito.

Il titolo dell'incontro era: "L'organizzazione informale è più efficiente di quella gerarchica?" e le risposte date erano tutte più o meno in linea: dipende. Dipende dal core business dell'azienda (occorre sviluppare idee oppure no?), dipende dalla rapidità con cui si devono prendere decisioni, dipende dal fatto di come mantenere entrambi i modelli organizzativi e inserirli l'uno dentro l'altro (informale è buono, ma bisogna che esista una struttura gerarchica per sistematizzare la raccolta di informazioni).

Un breve excursus sui temi:

Emanuele Quintarelli ha parlato della gestione del KM attraverso strumenti 2.0 e piattaforme collaborative. Ha parlato del KM tradizionale e ha fatto alcune considerazioni sul perchè in alcuni casi si può considerare poco vantaggioso o addirittura sorpassato.

Giuseppe Scaratti (Università Cattolica) ha parlato della necessità di valorizzare le pratiche informali come una risorsa all'interno dell'azienda, di come tradurre i mandati aziendali per generare conoscenza diffusa, delle comunità di pratiche.

Franco Villani (direttore commerciale BTicino) ha parlato del caso della sua azienda e di come la community interna abbia rafforzato la rete di vendita.

Marco Vergeat (AD Isvor Fiat) ha descritto come i concetti di apprendimento (collaborativo, informale, contestuale situato) si aggancino con i processi di formazione (sviluppo individuale, abilitante ai processi)

Un altro libro che conto di avere presto è "Economia della felicità " di Luca De Biase. Il suo contributo è stato al centro di un divertente botta e risposta con Vergeat. Luca ha spiegato come le relazioni tra le persone acquisiscano un nuovo valore attraverso la capacità di connessione e di espressione. Ma anche di come l'azienda debba ripensare al suo ruolo in funzione di questo nuovo valore relazionale.

Grazie dunque a Luisa Carrada per aver pubblicato il post che mi ha permesso di sapere della presentazione e al mio insostituibile compagno di avventura, Gluca.
Ps, la mia è stata davvero una toccata e fuga e non ho fatto in tempo a vedere nessuno, mi spiace :( Prometto di recuperare al più presto :)

04 dicembre 2007

Alberello eco-eco

Io lo so che vi state chiedendo che stramaledetta fine io abbia fatto nell'ultimo periodo. Ebbene, mi sono data ai lavori manuali, per produrre metà del mio alberello eco-eco (economico&ecologico). Per ora siamo a tre quarti (luci, comprate; noci, dipinte d'argento). Un paio di ritocchi (punta&stella filante blu) e ci siamo. Questo è il mio alberello alla fine della fase 1. E' solo l'inizio, ma ce la posso fare.

30 novembre 2007

Giovani e cellulari

Ieri mi raccontavano che una ragazzina vendeva foto osè in cambio di ricariche per il cellulare. Stamattina leggo su City che "alcuni quattordicenni figli di famiglie bene organizzavano raid vandalici nelle scuole di Lecce anche a pagamento, per evitare lezioni, compiti in classe, interrogazioni". Io una soluzione ce l'ho. Vietiamo le linee telefoniche e non se ne parla più.

UPDATE, a distanza di ore mi sono accorta che l'ultima parte non ha aggancio con la prima. Organizzavano raid a pagamento via cellulare.

28 novembre 2007

I banner scortesi

Un paio di settimane fa leggevo un articolo di Giampaolo Fabris dal titolo "Pubblicità con internet, l'intruso diventa scortese" (qui l'archivio degli articoli). In buona sostanza, mentre internet rappresenta una rivoluzione positiva del mondo dei consumi, la pubblicità spesso non gode dello stesso favore. I banner compaiono nei momenti meno opportuni, sotto forma di scritte lampeggianti, immagini che si dilatano, pop up fastidiosi. L'insofferenza degli utenti sta aumentando e anche la pubblicità costruita su misura per questo mezzo dovrebbe cominciare a tenerne conto. Una pubblicità sempre più maleducata, dunque, che chi utilizza internet all'insegna del risparmio di tempo considera incursioni indesiderate.

Io sono sostanzialmente tollerante ai banner, sarà deformazione professionale ma mi piace vedere le soluzioni con cui i pubblicitari cercano di attirare l'attenzione degli utenti. Alcuni sono anche simpatici. Ma stamattina, dopo aver effettuato l'accesso su yahoo groups, è comparso questo:


Non c'è stato verso di toglierlo, neanche cliccando insistentemente sulla X. Per riuscire ad utilizzare la pagina che avevo aperto ho dovuto ricaricarla. Inutile ammettere che ho pensato molto a quest'azienda, stamattina. E, parafrasando una tesi del Cluetrain Manifesto, quando qualcuno pensa spesso ad un'azienda non è quasi mai una cosa positiva.

26 novembre 2007

Di come si è contenti quando la cumpa si riunisce

Ricomincio dicendo che ecco, la cena è stata splendida e ringrazio l'allegra combriccola che ha tirato tardi con me al Rovescio... Fed e Daria, Momo, Susan, Antonella e Vincenzo, Fullo e Diana, Gioxx, Teresa, Elena che ce l'ha fatta a raggiungerci, e Gennaro che con infinita pazienza ha fatto il suo ingresso nel magico mondo dei miei amici. Grazie a tutti :)

22 novembre 2007

Questo blog è malaticcio, abbiate pazienza e aspettate che si rimetta in forze. Presto sarà di nuovo in forma.

14 novembre 2007

Cena del 23 novembre: i menù

Se ancora non sapete che fare... Pubblico qui per comodità le due scelte disponibili per la cena di venerdì 23 novembre. I vini rimangono gli stessi in entrambi i casi, così è possibile fare una piccola discussione insieme, indipendentemente dal menù. La cena costa 25 euro a testa, il locale è il Rovescio di via Pietralata 75/A (qui la mappa). Durante la cena, Simone farà una piccola introduzione alla degustazione. Per partecipare, se non lo avete ancora fatto, mandatemi una mail entro il fine settimana, specificate in quanti siete e il menù scelto. Io mi occuperò di versare una piccola caparra, quindi se non potete più venire fatemelo sapere perlomeno con un po' di anticipo.

Menù 1:

- Pasta al pesce spada con sughetto stemperato allo Chardonnay siciliano. E' un piatto di pesce solo apparentemente delicato...in realtà è un saporitone che può essere capace di fronteggiare un rosso di medio corpo
- Pistoccu: una sfoglia di questo tipico pane piastrato sardo ricoperto di nasello a vapore, funghi freschi, pesce spada, cozze e pomodoro fresco spadellato caldo
- Torta al cacao del Madagascar con un'ondatina di mascarpone al bianco d'uovo, non troppo ciccioso

Menù 2:

- Fusi alla norcina: il nostro amatissimo sugone di tartufo Bianchetto di Trevi e salsiccia di Norcia saltato con pasta corta
- Lonzetta magra stufata nel Montepulciano d'Abruzzo a cottura lenta (si traduce in una crema al vino) e patate al forno
- La stessa torta al cacao di cui sopra

VINI:

- Nebbiolo 2005 Montaribaldi
- Merlot 2004 Ognibene (grandissimo risultato di eleganza per una tecnica a legno su uve merlot!!)
- Vendemmia Tardiva di Gewuertztraminer Tarapacà

Cercasi sviluppatore a Bologna

Mucio mi segnala questo annuncio di lavoro su Bologna. Se sei uno sviluppatore e vuoi lavorare a Bologna, vale la pena di darci un'occhiata. Per informazioni, chiedete direttamente a Francesco, per favore :)

13 novembre 2007

L'occhiaia pesante e le firme contro la droga

Ogni giorno, tornando a casa, passo davanti ad un banchetto dove un paio di ragazze invitano i passanti a firmare contro la droga. A parte che vorrei sapere chi è a favore (come diceva Elena, mi pare), purtroppo continuano ad evitare di fermare anche a me. Leggermente risentita, ho provato a darmi una spiegazione: è l'occhiaia pesante. Perciò, nella migliore delle ipotesi, non mi fermano perchè quando torno sconvolta dal lavoro sembro drogata, nella peggiore pensano che io sia bloggher e si sa che da quella gentaglia del web è sempre meglio stare alla larga.
In attesa che l'evento accada, sto preparando un frasario, riutilizzabile in millemila occasioni.

Signorine: "una firma contro la droga?"
Io: "appena smetto, giuro che non mancherò"

Signorine: "una firma contro la droga?"
Io: "ma, veramente io sono a favore"

Signorine: "una firma contro la droga?"
Io: "che cciai du spicci??"

Altri suggerimenti per arricchire il mio utile compendio? :)

Bru suggerisce di fingersi analfabeti
Variante isterica: fingersi analfabeti e iniziare a urlare nooo!! non voglio un'altra enciclopedia!!

Maxime suggerisce un semplice "nun me rompete li cojoni"

Per S.B., meglio fingere di parlare al cellulare

Bloggo propone la variante straniera: eciuldigung ich ferstee kain italienisch. Aggiungo io: con sguardo minaccioso. Secondo me funziona di più.

Antonio LdF direbbe "no grazie, sto cercando di smettere"

Il Signor J ricorda che ci sono anche le signorine dei libri che ti bloccano con un sibillino "ti piace leggere?"


E' utile specificare che ho il massimo rispetto per chi è riuscito a smettere di drogarsi e per chi sta in piedi tutto il giorno per raccogliere fondi per chi è meno fortunato. Qui si ironizza solo un po', non saltatemi alla gola come sempre.

11 novembre 2007

Il blogger domestico e il problema dello stoccaggio delle buste di plastica

Dopo i fatti di cronaca, è utile tornare ai problemi che ti affliggono quotidianamente, caro houseblogger. Voglio dunque parlarti di un problema che senti intimamente tanto quanto la scelta del deodorante al supermercato. Infatti, prima o poi nella vita ti sarai trovato di fronte la seguente immagine:


Le buste di plastica sono un problema domestico serio tanto quanto la congiura dei cavi. Il problema più grave è relativo allo stoccaggio delle suddette buste, in quanto fingere che non esistano non ne implica l'effettiva eliminazione. E' una soluzione poco pratica e impossibile da mantenere nel lungo periodo.


Non resta che rassegnarsi e prevedere un sicuro sistema di stoccaggio delle buste medesime. Armati di un po' di pazienza e di un contenitore in cui separare le buste grandi da quelle piccole (per non trovarsi ad aprirle tutte ogni volta che si desidera una dimensione precisa) non è impossibile conseguire buoni risultati. Di seguito ti propongo le soluzioni più comunemente utilizzate nelle dimore italiane. Individua l'immagine che ti si addice di più e leggi il profilo corrispondente.

Chi ha poco tempo ed energie per dedicarsi al problema, utilizzerà prevalentemente la soluzione spiccia, che consiste nell'appallottolare la busta e infilarla nei posti più improbabili. Se utilizzi questa soluzione, sei probabilmente un tipo scattante e sportivo, soprattutto se con la palla risultante ti diverti a fare canestro nel cesto delle buste. Se sei uomo, è probabile che questa sia la tua soluzione preferita, ed è anche probabile che tua moglie o la tua fidanzata ti insegua per casa dopo ogni spesa per prenderti a randellate e spiegarti come si ripongano correttamente le buste nell'apposito contenitore.

La soluzione creativa è una variante della soluzione spiccia, che implica l'arrangiamento e il maltrattamento della busta di plastica. La sua forma risultante è simpatica (qui la classica forma a caramella, per chi ha tendenze golose inconscie), ma altrettanto poco adatta allo stoccaggio. Se utilizzi prevalentemente questa soluzione, sei probabilmente un tipo creativo e imprevedibile. Se sei uomo, probabilmente sarai in grado di farti perdonare dalla moglie/fidanzata che ti insegue ugualmente col randello con un fiore di carta igienica.

La soluzione precisina è la preferita dalle donne pazienti. Consiste nel piegare sapientemente la busta stesa su un piano orizzontale fino a formare un triangolo. Questa soluzione è perfetta per infilare in uno cassetto l'equivalente della fornitura mensile di buste di un ipercoop. Se ti riconosci nello stile, sei probabilmente una persona ordinata e precisa, o in alternativa fingi bene di esserlo. Se sei uomo, probabilmente tua moglie o la tua fidanzata ti insegue ogni giorno con un grosso randello perchè, sinceramente, le hai un po' rotto le palle con la tua mania dell'ordine.

Skypephone: affare o fregatura?

Questo dibattito sullo Skypephone mi sembra particolarmente interessante: Francesco Minciotti indaga sullo Skypephone e Massimo Cavazzini risponde. In tutto questo, chiedo a voi una delucidazione: ma non esisteva già questo? In tutti i casi, il dibattito in rete è interessante perchè probabilmente alla fine ne sapremo tutti un po' di più, e io potrò informare anche mio cugggino che ha visto solo la pubblicità.

09 novembre 2007

I media mainstream e le dinamiche della rete

Voglio segnalarvi due articoli di due diverse testate nazionali:

Il Corriere e le sue opinioni sul caso Radiohead (un felice connubio di pessimismo, dati approssimativi e giudizi ancora più approssimativi)

La Repubblica e la sua opinione sui media sociali (un infelice connubio di pessimismo, assenza di dati, visione distorta della realtà)

Basta dare un'occhiata ai post di oggi per capire quanto i media mainstream si stiano allontanando dalla realtà in maniera sempre più evidente e pericolosa. Per conto mio, segnalo nel primo caso l'opinione di Stefano Epifani e l'articolo originale il comunicato stampa da cui il Corriere ha preso le informazioni (senza citarlo), mentre nel secondo caso l'opinione di Massimo Mantellini e Giovanni Boccia Artieri.

UPDATE: ringrazio Claud per la precisazione e correggo le parti inesatte

07 novembre 2007

Vi date di gomito?

Io lo so cosa pensate. Vi date di gomito e vi sussurrate nell'orecchio guarda un po' la Feba, non posta più, che fine ha fatto. Sto bene, ho avuto solo un periodo lungo. Ma almeno ora ho ripreso la mia vita sociale online. Ci sono, eh, don't worry.

26 ottobre 2007

Introduzione alla degustazione



Qualcuno mi ha chiesto lumi dopo questo post, per sapere dove come e quando si sarebbe potuta organizzare una serata simile. Così io ho chiamato Simone, il proprietario del locale dove sono stata in quell'occasione, e ho chiesto se si poteva organizzare una serata così, ma durante il weekend, in modo che le persone eventualmente interessate avessero il tempo sia di organizzarsi con un po' di anticipo, sia di non avere il problema di ripartire dopo la cena. Ricevuto l'ok per un venerdì, ora basta decidere se è meglio venerdì 16 o venerdì 23 novembre. Il menù lo concordo io, perciò mi farebbe piacere se chi è interessato commentasse questo post o mi mandasse una mail, specificando anche eventuali intolleranze alimentari. Concorderò i vini, accetto suggerimenti ma su questo punto vi devo avvertire che sono un po' dispotica :P Avete tempo per far valere i vostri veti fino a lunedì sera, perchè nel preserata vado a prendere accordi con Simone. Sono ben accetti consorti, conoscenti, compagni di liceo, amici occasionali e via dicendo.
In linea di massima vi posso anticipare che la cena sarà sui 25 euri e che comprende un primo, un secondo, un dolce, tre o quattro vini diversi e una breve introduzione alla degustazione. Il locale è il Rovescio, via Pietralata 75/A (angolo via del Pratello), Bologna. Non fatevi pregare e fatemi sapere con largo anticipo, ché mi piacerebbe saltasse fuori una cosa carina :)

24 ottobre 2007

Un punto di vista sociale: le polemiche sui contenuti

E' da un po' di tempo che penso alla polemica sui contenuti della blogosfera. La blogosfera è fatta di fuffa, non ci sono i contenuti, quello che emerge non è informativo, quelli che scrivono non sono giornalisti, la blogosfera non può entrare a pieno titolo nei media di informazione e via dicendo.

Ad essere sincera, mi sono un po' stancata.
Penso che ci sia una sopravvalutazione di qualche elemento, mentre qualche altro elemento, anche se sotto gli occhi di tutti, continua a sfuggirci.
Per cercare di spiegarvi come la penso, procederò per esagerazioni.

Quando osservo la rete, parto dal presupposto che internet non sia nient'altro che una trasposizione della nostra vita sociale, quella offline intendo, e che i rapporti su internet spesso riflettano i nostri rapporti reali.

Dunque, partiamo da alcune considerazioni semplici. Una parte della mia vita, per così dire reale, si è trasferita sul web, per diversi motivi (ad esempio, perchè il mio lavoro implica lo stare molte ore connessa, oppure perchè nella mia vita reale poche persone intorno a me condividono la mia stessa passione per i media sociali e le nuove tecnologie). La mia vita si è divisa: ho una parte di relazioni normali, amici con cui uscire e cenare, persone care a cui telefonare e una parte di relazioni sul web, che riflettono le relazioni tradizionali (amici con cui discutere o con cui andarmi a prendere una birra di tanto in tanto, amici che sento via im, twitter o blog). Ma mentre una volta chi aveva una vita online era un disadattato sociale (non sempre, ma passatemi l'iperbole), ora sempre più persone si ritrovano nelle mie stesse condizioni. Non credo di avere patologie connesse al mio stare online, non sono una persona socialmente isolata, e anzi, credo che sempre più persone negli ultimi anni si siano ritrovate nelle mie stesse condizioni.

Ora, se è vero che molte persone normali hanno trasferito una parte della loro vita reale in rete, vi hanno trasferito anche una serie di esigenze e comportamenti sociali normali. Schematizzando, dal mio punto di vista abbiamo sostanzialmente bisogno di bilanciare tre componenti: intellettiva/culturale, creativa/distensiva e relazionale. Se stessimo parlando di libri, azzarderei paragonare la parte intellettiva/culturale ai saggi, la parte creativa ai romanzi e la parte relazionale alle semplici chiacchiere che servono a mantenere le relazioni (chi ha studiacchiato comunicazione probabilmente sa di cosa parlo e mi può aiutare a definire meglio quest'ultima parte). Nella vita online abbiamo a disposizione gli strumenti per trovare tutti e tre gli elementi, e spesso li bilanciamo, adattandoli al nostro carattere, senza rendercene conto. E dunque attingiamo dalla rete alternativamente queste tre componenti, secondo necessità.

Ora, porre l'accento sui contenuti sembra quasi chiedere in continuazione saggi. Dal mio punto di vista, la rete può fornire anche quell'elemento, ma non esclusivamente quello, per due motivi: uno, perchè le chiacchiere della vita reale sono, nel bilanciamento degli elementi, enormemente superiori alle altre due componenti; due, perchè sarebbe come chiedere un saggio con novità sostanziali su un argomento specifico più volte al giorno, se consideriamo l'enorme quantità di contenuti forniti quotidianamente dall'insieme dei blog.

In tutto ciò, mi guardo bene dal concludere che il fenomeno sia positivo o negativo. Il mio è solo un tentativo di paragonare il comportamento sul web al comportamento sociale. Se così fosse, forse guardare la rete solo dal punto di vista dei contenuti è una limitazione, si rischia di guardare il problema da un lato solo e di perdere di vista il fenomeno nel suo insieme, che sta diventando via via più complesso fino ad assomigliare alla società che ci circonda.

UPDATE, so che qualcuno di voi vorrà vedere qualcosa a proposito delle polemiche sul Corriere sopracitate, così vi lascio giusto qualche link: qui, qui, qui, qui, solo per fare alcuni esempi.

23 ottobre 2007

Aziende e social media: appunti da streaming

Giovedì pomeriggio ho seguito una conferenza di SMAU in streaming. Da giorni ho sottomano gli appunti che prendevo mentre ascoltavo e commentavo gli interventi via im e twitter con altri ascoltatori, poi stamattina ho letto questo post di Andrea Beggi, che riassume perfettamente la conferenza e che contiene anche i nomi dei relatori (io ho scoperto l'esistenza dello streaming a convegno iniziato, più o meno all'intervento di Bordin, e mi sono persa le presentazioni e i primi interventi). Ora, i miei appunti hanno ben poco da aggiungere a quanto detto da Andrea (tra l'altro, lui sembra confermare la pessima impressione che ho avuto degli interventi di Vergori). In tutti i casi provo ad aggiungere un paio di osservazioni, anche se purtroppo non riesco ad associare gli appunti ai nomi:

Feticismo del 2.0. Lo scenario del web si sta evolvendo, anche se i "grandi" rimangono sempre gli stessi. E' vero, un po' di feticismo per il 2.0 esiste, non dimentichiamo che il Corriere ha definito il suo portale 2.0 ricevendo critiche sulla scelta del termine da ogni dove. Il problema è che tendiamo a definire tutto 2.0, senza badare troppo a quello che significa. Il mio punto di vista è che se riconduciamo il 2.0 alla sola tecnologia, sarà sempre più difficile fare una distinzione tra i servizi. Il 2.0 è un fenomeno più ampio, che prevede un'evoluzione sociale, dei comportamenti e degli atteggiamenti. Finchè solo le piattaforme e le applicazioni saranno 2.0 non vedo un vero progresso, la situazione delle aziende italiane rimarrà sostanzialmente immutata, 1.0, oserei dire.

Le aziende finora hanno parlato, ora la sfida è ascoltare, ovvero: un tempo si studiavano le esigenze del consumatore, ora è sufficiente ascoltarle. Già, il problema vero è che l'ascolto è talmente pubblicizzato che nessuno è in grado di assegnargli la giusta importanza. Le aziende perseguono obiettivi economici e continuano a vedere l'altro come un cliente e non come un partner. Ascoltare non basta: le aziende ci ascoltano. Ci ricordano sempre che hanno capito. Il problema è che non fanno niente per dimostrarlo, non riescono ad arricchire di valore l'intero processo che le vede coinvolte con il consumatore. E' un po' come la ragazza della prima palestra a cui mi sono rivolta quest'anno (e a cui alla fine non mi sono iscritta): mi ha chiesto qual'erano le mie esigenze, mi ha ascoltato, ha detto che ha capito e poi mi ha proposto l'intera gamma dei servizi messi a disposizione dalla palestra. Dunque ha ascoltato, ma alla fine mi ha trattato da consumatore. Altro esempio: quando mando una mail al customer care, più faccio fatica ad ottenere l'informazione che mi serve (2 mesi, nel caso di Flickr), più mi faranno venire la bile i vari messaggi: grazie per averci contattato, non esitare a contattarci di nuovo, rimaniamo a disposizione. Piuttosto che fingere di ascoltarmi e poi farmi trovare un muro, preferisco avere con te, azienda, un rapporto formale e distaccato, sarà più difficile deludere aspettative che non ho.

La blogosfera è sempre più presente nei motori di ricerca. Se così non fosse non avrei ogni giorno così tante visite di persone che cercano "idee per un compleanno". Così per curiosità, qualche tempo fa ho provato a fare una ricerca in rete con gli stessi termini. Ho trovato solo sezioni di siti che vendevano, vendevano e vendevano. Ehi, portaloni, avete capito? Qui la gente vuole sentire altra gente che parla. Parlate con loro, mannaggia, così saranno meno frustrati dagli adsense del vostro sito al trovare le informazioni che cercano.

Il vero problema non è la tecnologia, ma l'alfabetizzazione informatica delle imprese. Allora, sono d'accordo, ma solo in parte. Se andate a raccontare in un'azienda del mio paese d'origine in provincia di Ferrara che la tecnologia non è un problema, loro probabilmente vi gambizzeranno. Vi parlo della provincia di Ferrara e del 2007, l'adsl non è ancora arrivata, si naviga ancora con i modem da 56k. La tecnologia E' un problema. Se poi il discorso è che dove c'è non può diventare un alibi per la poco diffusa alfabetizzazione informatica delle aziende, allora ok.

Opportunità di business. Ecco, avrei voluto risposte. Molte, possibilmente contrastanti. Invece la domanda sulle opportunità di business per le piccole e medie imprese è stata glissata più volte da più relatori.

Flickr customer care: epilogo

I più attenti tra di voi sapranno che tempo fa ho avuto un problemino con il customer care di Flickr. Siccome oggi si è conclusa tutta la faccenda, vi faccio un riassunto.

Dal 14 settembre al 1 ottobre ho inviato 6 richieste per la ricevuta dell'account PRO fatto a luglio, perchè non mi è arrivato niente, nè nell'inbox di yahoo nè in quello della mia mail personale. Ogni volta riscrivevo tutti i dati in modo da velocizzare il processo nel momento in cui qualcuno avesse letto la mail e specificavo che era urgente per motivi fiscali.

Il primo ottobre mi risponde Clorinda. Mi ringrazia per averle scritto e mi chiede gentilmente di controllare, perchè la ricevuta dovrei averla nell'inbox della mail alternativa. Rispondo che no, evidentemente non c'è, e le chiedo di inviarmene una copia. Il giorno seguente mi scrive che ha provveduto a farmene mandare una copia. Oggi è il 23 ottobre, quella copia deve ancora arrivare.

Il 12 ottobre mi risponde Paige (all'unica richiesta in lingua inglese inviata). Mi scrive che nel momento del pagamento vengono inviate due ricevute, una nell'inbox yahoo e una in quello della mail alternativa. Mi spiega in cosa si differenziano e mi dice che se non avevo ricevuto niente, potevo scrivere all'assistenza richiedendo una copia (!). Il giorno stesso invio una mail dicendo che no, non mi erano arrivate le ricevute e se per favore me ne potevano mandare una copia, ché iniziavo a stancarmi.

Stamattina mi sono arrivate due mail. Nella prima, Marcus risponde alla risposta inviata a Paige dicendo che non è necessario aspettare copie, è sufficiente andare su billing.yahoo.it e inserire i dati dell'account per avere accesso a tutte le mie ricevute (!!). Nella seconda mail, yahoo mi invita a impiegare cinque minuti del mio tempo per valutare il loro customer care.

22 ottobre 2007

Scoperta la congrega massonica dei cavi

Qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare questo fatto misterioso. Ci deve essere una forza che va aldilà della nostra comprensione e che spinge i cavi posti a meno di un metro di distanza l'uno dall'altro ad intrecciarsi irrimediabilmente. Nel tempo, mi sono convinta che i cavi abbiano un'anima, che ad un certo punto si stanchino di vagare da soli per la casa e che si cerchino compagni con cui scambiarsi un abbraccio eterno. Una storia drammatica, lo ammetto, a metà tra Thelma e Louise e Amici di Maria de Filippi.

I cavi in questione possono essere di vario tipo, dagli alimentatori, alle cuffiette del lettore mp3, ai lacci delle scarpe, ma anche alle collanine. Se avete quattro ore a disposizione e niente da fare, di sicuro per voi tutto ciò non sarà un problema. Io di solito ho a disposizione un tempo inversamente proporzionale al numero di cavi aggrovigliati. Due cavi, un minuto. Tre cavi, quaranta secondi. Centottantasei cavi, un secondo e tre decimi. Come ben saprete, la nota legge fisica denominata Legge di Murphy si accanirà contro di voi in modo inversamente proporzionale sia al tempo a disposizione, sia al numero di cavi in questione.

Ora, per capirci meglio, faremo un paio di esempi.

Ore 8.50, cavi intrecciati: cuffie del lettore mp3, tempo a disposizione: 10 minuti.
Per compiere un'operazione poco complessa come ascoltare musica mentre vado al lavoro, impiego tra i 3 e i 7 minuti per districare i fili delle cuffiette, anche se sono in tasca e nella stessa identica posizione in cui li ho messi il giorno precedente. Se sbaglio a mettere la canzone non ho nemmeno il tempo di sentire come comincia quella successiva che è già ora di salutare il portinaio.

Il dramma, cari amici, si consuma nel momento in cui la complessità del problema aumenta.

Sabato, ore 18; cavi intrecciati tra la centralina fastweb e la presa elettrica: 16 (dal cavo del telefono a quello della videostescion all'alimentatore del piccì); tempo a disposizione: il meno possibile, se permettete, dopo 5 ore di pulizie domestiche continuative.
Per compiere un'operazione già di per sè complessa come raccogliere tutti i cavi e legarli separatamente per lavare per terra, occorre un tempo variabile tra i 24 e i 27 minuti, a cui aggiungere santi scandalizzati e calendari che si staccano da soli dalle pareti.

Cosa si può dedurre da tutto ciò? Forse che questi orpelli hanno una vita propria, e sicuramente che, riuniti in qualche congrega massonica, si sono posti un oscuro obiettivo finale. Scatafasciare le palle, direi.

Mi candido alla presidenza, se è necessario

Sinceramente, fino a stamattina non mi andava di mettermi nella discussione sul tanto citato DDl Levi-Prodi (a questo proposito, vi consiglio di leggere questo post di Elena), solo che stamattina ho letto questo post di Stefano. Ora, siamo giunti a un punto in cui gridare allo scandalo per gli scandali politici è un po' come dire acqua calda all'acqua calda. Un po' ci siamo abituati. Però, santodio, se devo chiudere il blogghe perchè loro non c'erano e se c'erano dormivano io mi candido alla presidenza. E quando ci arrivo, gli faccio un culo così, gli faccio.

21 ottobre 2007

La ballerina che per me gira solo in senso orario - uff

Ok, non c'è verso. Io questa animazione, segnalata da eio nel phonkmeister, la vedo girare solo in senso orario. Se qualcuno la vede girare anche (o solo) in senso antiorario, per piacere mi dica come si fa. Uff.

20 ottobre 2007

Tornare a casa



Lunedì sono tornata a casa. Ogni tanto mi serve per ricordarmi cosa mi manca. Sia chiaro, non rimpiango nulla della mia vita fino ad oggi. Amo la mia casina e i suoi due buffi abitanti. Mi emoziono ad ogni scorcio nuovo di Bologna che conosco.

Ma ogni tanto, a casa, bisogna tornarci. E' un po' tornare alle origini, in un luogo fuori dal tempo e dalle logiche della vita quotidiana.

Mi manca sorridere alle chiacchere delle nonne, che ti raccontano sempre del parrucchiere e del cane, mi manca l'odore di erba tagliata, mi manca il sole rosso che tramonta tra gli alberi, mi manca vedere cielo ovunque perchè intorno c'è solo pianura. Mi manca l'abbraccio di odori familiari e di una cameretta confusa che rimarrà sempre la mia cameretta, anche se non è quella dove mi arrampicavo con i piedi sulle pareti per non dormire il pomeriggio. Mi manca Pam che quando mi siedo in terra per rovistare nei cassetti mi scodinzola in faccia e mi lecca le orecchie, così, perche non le faccio le coccole. Mi manca il sole a picco che illumina il pino. Mi mancano gli arbusti rose che mi accompagnano all'ingresso. Mi mancano le camminate nel parco per vedere se è fiorito il melograno e se le giuggiole sono maturate. Mi manca anche il colore del mare, ma questa è un'altra vita.

Educazione al gusto, il primo incontro




Ho cominciato ad appassionarmi ai vini qualche anno fa. Mi piace bere bene e soprattutto sapere cosa bevo, mi piace poter dire qualcosa di più di buono/cattivo, mi piace distinguere le sfumature e associare i gusti ai profumi. Ho deciso di continuare sulla strada dell'educazione al gusto con qualche appuntamento ad hoc lì dove la mia passione è cominciata, da Simone, al Rovescio, una piccola osteria in zona Pratello. E così giovedì sera ho partecipato ad una serata. La cosa funziona così: Simone vi prepara una cena favolosa e mentre aspettate vi ricorda quali sono i principali parametri da cui partire per valutare un vino (corpo, tannicità da buccia, acidità, tannicità da legno, persistenza), proseguendo poi con le differenze tra invecchiamento in botte grande e barrique e nozioni su come si equilibrano i sapori in un buon vino, oppure come si fa dei contrasti un punto di forza. Dopodichè vi fa mangiare e bere per ore.

Sentire parlare Simone è un incanto, alla terza parola capisci che la sua professione è quasi secondaria rispetto alla sua passione. Lasciando da parte per ora l'eccellente menù a base di pesce, i vini assaggiati e confrontati dovevano essere quattro (Muller Thurgau '06 Cavit, Albana '06 Uccellina, Gewuertztraminer '05 De Haut - tardiva, Pignoletto "Permartina" '05 Vallona - tardiva), ma quando si è parlato di corpo abbiamo confrontato il Muller Thurgau con un Pagadebit di uve di trebbiano e il passito greco Samos, verso la fine del pasto invece il Pignoletto è stato confrontato con una Malvasia. Sette vini sette, insomma, tutti assolutamente splendidi. Una cena a base di pesce (primo secondo e dolce) e ottimo vino, il tutto a 23 euro.

Altra nota: le serate si fanno raccogliendo adesioni e mettendo tutti i partecipanti in un unico tavolo. Stavolta eravamo 7 persone in tutto, il resto del piccolo locale quasi vuoto. Abbiamo avuto la fortuna di trovare persone di compagnia e ben disposte verso le chiacchiere, ovviamente più sciolte già al secondo bicchiere. Una ragazza che aveva fatto un corso all'AIS mi ha dato alcuni suggerimenti e mi ha detto che associare un gusto a un profumo non è impossibile, è solo questione di allenamento. Io sto mettendo in pratica.

Insomma, una serata davvero piacevole sotto tutti i punti di vista. Il mio palato e il mio portafoglio ringraziano.

Per i sospettosi: questo post non è stato fatto su commissione e Simone non sa nemmeno che ho un blog. Ma è stato lui con la sua passione a insegnarmi cosa vuol dire imparare a bere. E allora, se passate per Bologna (meglio durante la settimana), il Rovescio (via Pietralata 75/A) è una tappa obbligata. Ah, se ci venite fate un fischio, probabilmente io sarò da quelle parti.

18 ottobre 2007

Pensieri sparsi 2 - il barcamp a tavolino (in senso letterale)

Mentre socializzavo con un altro gruppo di nemici (vedi post precedente), a pranzo ho parlato con Chiara, Gabriele e Giorgio (io non sono mica sicura che si chiamino davvero così, in caso negativo ho usato nomi di fantasia per rappresentarli, ecco). Dei guaglioni in gamba, davvero. Due di loro lavorano al LaRiCa, non vi dico chi sennò non c'è gusto (suvvia, un po' di sana caccia al tesoro anche per voi, che vi fa bene).

Il modo migliore per conoscersi, se non ci si è mai visti, ormai è scontato: si organizza un piccolo barcamp a tavolino (con tanto di tovaglia, piatti e bicchieri) parlando di temi comuni. Il nostro tema comune era la rete (ma va'? direte voi. E io vi rispondo: se non ve ne state buonini chiudo il post e bona lì).

E qui viene il bello. I discorsi che ne sono seguiti sono stati davvero interessanti. Abbiamo iniziato parlando di esibizionismo in rete, parlando di una ricerca finita e mai presentata, per proseguire spaziando dalle dinamiche comunicative ai rapporti macro-micro. Cosa ci porta a mettere in piazza tutti i nostri segreti non tra amici ma in rete? Che connessione esiste tra microrealtà e sistema nel complesso? Come si evolvono i rapporti in rete?

Il mio punto di vista è che la rete non ha inventato niente, sul web troviamo replicate le stesse relazioni sociali che esistono nella realtà. L'amplificazione che ne consegue non sempre è negativa, si possono ignorare le informazioni superflue o non interessanti, ritornando dunque a parlare di comunità di condivisione. L'esibizionismo in rete è un po' l'effetto del grandefratellismo della realtà, ma l'esposizione che ne consegue non è spesso controllata coscientemente dai soggetti coinvolti. Il litigio con un amico, che forma fazioni contrapposte in un gruppo di individui forma fazioni contrapposte in rete, mentre il sostegno è reale quanto quello che sperimentiamo ogni giorno. Ci sono stati parecchi contributi interessanti alla discussione da parte dei miei tre compagni di pizza e io ho potuto confrontarmi con persone competenti nel tema che mi sta più a cuore, la socialità della rete.

Si è parlato di blog, perchè i blog di gruppo spesso non funzionano? Quanto fa parte di noi un blog, e quanto ci mettiamo della nostra personalità? Quanto ci esponiamo? Il discorso non è banale, perchè implica un atteggiamento di intimità con uno strumento nuovo. Pensiamo a quanto c'è di noi nel nostro cellulare, a quanto ci costerebbe perderlo, a quanto teniamo a quello che c'è dentro. Per il blog il discorso non è troppo diverso, i blog che funzionano meglio di solito contengono una parte di noi, coinvolgendoci in una dinamica affettiva e spesso irrazionale. Anche se parlano di tecnologia o automobili o argomenti in apparenza freddi e distanti. Anche se parlano dei pericoli legati alla privacy.

Mi sa che questo è un esempio involontario di conversazionidalbasso. Mi sa anche che è per quello che poi alla fine non abbiamo vinto. Io a tavola mi ero giocata il mio unico neurone funzionante :P

Pensieri sparsi 1 - La caccia al tesoro

Inizia la fase di recupero. Ci provo in due o tre post, non me ne vogliate.

Prima che la memoria mi freghi definitivamente, vorrei parlare un po' della faccenda urbinate. Quella della caccia al tesoro, sì.
I miei compagni di avventura erano Capitan Federico, Tenente Alfredo, Tenente Tommy e Tenente Anna. La nostra strategia prevedeva, nell'ordine:

1- fingere di socializzare con i nemici
2- infiltrarci nelle squadre avversarie per carpirne le tattiche
3- confondere le acque alle eventuali spie (urlando italiaunoooooo al giornalista di la7, per intenderci)

La gara è iniziata sotto i migliori auspici (con un rotolo di carta igienica). La squadra era forte, giovane e motivata. Il gruppo compatto ha proseguito la sfida a metà tra indirizzi virtuali e fisici, inerpicandosi per le tremende salite e rotolando per le discese (ma solo per risparmiare tempo, eh). Abbiamo superato ostacoli e sbalzi climatici, abbiamo lottato sempre col sorriso sulla bocca (più o meno). I nostri sono stati stupefacenti, ma purtroppo non hanno conseguito il risultato sperato. E daltr'onde, mica era così facile, eh. Onde evitare ripercussioni future, dunque, meglio risocializzare con i nemici e fare loro le nostre diplomatiche congratulazioni :P

15 ottobre 2007

Elogio del Ciclo (non la bicicletta)

Lo so. Sono indietro. Indietrissimo. Vi devo raccontare della caccia al tesoro di Urbino, delle conversazioni al tavolo (da cui ho tratto spunti molto interessanti) e delle famose conclusioni alla presentazione del CreativeCamp. Lo so, sono indietro, ma nell'ultimo periodo abbiamo avuto una piccola lite familiare con il blog e ciascuno ha deciso di starsene per conto suo a riflettere. Ora che abbiamo fatto pace, inizierò con un preciso metodo di ricostruzione storica: andare a caso. Perciò oggi ho deciso che parliamo di ciclicità, in particolare nella versione mensile e femminile.

Ci sono certe cose a cui non ci si abitua. Le mestruazioni, ad esempio. Tra le loro variegate caratteristiche, una di quelle principali è sicuramente rompere le palle, nei luoghi e nei momenti meno opportuni. Effettivamente, però, sono anche ludiche, perchè sono capaci di giocare a nascondino creando una serie di altri problemi su cui per ora sorvoleremo.

Di una cosa sono certa. Se le donne possono sopportare i dolori del ciclo, possono anche scalare pareti a mani nude, costruire imperi finanziari e governare l'universo. L'unico problema è che io devo ancora completare l'addestramento Jedi, e dunque vado di flebo di aulin.

UPDATE: dopo questo post, e da un'idea di Elena, ha visto la luce Mestruazioni for dummies®, che ha visto numerose pulzelle (e anche qualche intrepido maschietto) lasciare gli argomenti tecnologici quotidiani per lanciarsi in fantasiosi racconti, che spaziano dalla micidiale SPM al rapporto mensile con il fastidioso (oppure no) appuntamento col Marchese. Buona lettura. (E se persino LPD, Phonkmeister e Grazia ne parlano, beh, siamo a cavallo. Ops.)

07 ottobre 2007

Tommaso Zelig Show

Vedo che negli ultimi tempi si parla molto delle recenti sparate dell'esimio Padoa Schioppa. E, chissà perché, mi torna in mente Grillo, quando dice che la politica italiana è totalmente scollata dalla realtà.

Caro Tommaso, grazie per la finanziaria che magari ci darà qualche aiutino (alla Clerici), chissà. Ma prima di puntare il dito sui bamboccioni esci fuori di casa e facci due chiacchiere, con questi bamboccioni. In un paese allo sfascio, c'è sicuramente qualche Tanguy che preferisce le sottane di mammà alla vita là fuori, ma la stragrande maggioranza dei giovani si fa un culo così per guadagnarsi l'indipendenza e spesso non riesce, con un lavoro in nero da cinquecento euro al mese, a pagarsi un posto letto nelle principali città italiane (si parla dai 300 euri in su), cui si aggiungono bollette, spesa al supermercato (che mangiare più di una pizza fuori casa bisogna fare un mutuo) e quel poco altro che gli consente di sopravvivere. Di affittare un intero monolocale, non se ne parla. Di fare figli? Se non hai almeno trent'anni, avrai vita durissima, con il tuo meraviglioso contratto 4+4 (4 settimane, ovviamente). E io sono nella fascia fortunata, perché prendo qualche soldo e ho l'appoggio di mamma e papà, senza contare che sto addirittura finendo di studiare. E, magia delle magie, mi permetto pure qualche lusso, come le sigarette.

Caro Tommaso, sappi che la tua battuta sui bamboccioni non ci fa ridere per niente, a me che in qualche modo sopravvivo fuori casa, a chi è costretto a rimanerci, a casa. E le risposte che meriti sono poche e monotematiche.

06 ottobre 2007

Tra deathmatch e creativecamp

Va bene. Perdo, ma con onore. Voi in cambio andatevi a vedere la concorrente, a me fa ridere un sacco e anche a voi piacerà :)

E domani magari vi racconterò come, con grande sorpresa degli astanti, oggi ho fatto un intervento semiserio a un camp (il CreativeCamp di Svaroschi). Niente celhopiulunghismi per una volta, solo una chiacchierata 1.0 (un po' pallosa, via) sui comunicati via web. La discussione è poi proseguita a oltranza, spaziando dai call center all'approccio aziendale al web, alle nuove generazioni, a come intendiamo la rete. Grazie a tutti quelli che hanno contribuito alla discussione (in particolare Sandrino, Palmasco, DelyMyth, Fed e Daria). Sappiate anche che zia Feba è riuscita a correre a lungo con Cesare, facendogli anche fare il giro della morte che, come ha sapientemente sottolineato Gioxx, era la morte della neozia. Infatti al secondo giro ero quasi morta di stanchezza nel prato, ma vabbè, l'importante è avere partecipato. Vi assicuro che una manina treenne che vi tira dicendo "facciamo, pronti, via" è una grande soddisfazione.

05 ottobre 2007

Pillole di benessere

Io lo so. Qualche giorno voi vi guardate intorno e non sapete bene come iniziare bene la giornata. O come concludere bene la giornata, non importa. Allora, facciamo così, io vi regalo le mie pillole di benessere quotidiano. Voi, se volete contribuire, potete scrivere le vostre nei commenti. La regola è: facili e che valgano per tutti.

1- Quando andate al lavoro, di prima mattina e con gli occhi cisposi, sparatevi nelle orecchie tramite auricolari la musica più divertente che avete negli archivi. Ammesso guardare gli altri dal vostro mondo fatato con notevole compassione e scuotere allegramente la testa di tanto in tanto.

2- Se utilizzate un ascensore per salire in ufficio, ballate da soli attraversando gli ultimi due piani. Se qualcuno vi guarda dall'esterno, fate finta di niente. Vi farà cominciare bene la giornata.

3- Se fuori c'è il sole, toglietevi gli occhiali scuri e fatevi accarezzare le ciglia. La lieve sensazione di accecamento vi farà guardare dritti in avanti senza incrociare lo sguardo severo dei passanti. Voi proseguite con grazia, e beatevi di quello che vi sta succedendo sorridendo maliziosi.

4- Concedetevi qualche sano egoismo, di tanto in tanto: quando uscite da casa la mattina, imbottiti nel vostro morbido mondo musicale, guardatevi intorno e osservate le facce scure di quelli che passano. Pensate: oggi sono più felice di te. E' una grande terapia.

5- Ogni giorno, sorridete a qualcuno. Non i sorrisi da pazzi omicidi, ma sforzatevi a sorridere con gli occhi. Immaginate di dover fare una carezza a qualcuno con il solo sguardo. Vi farà sentire meglio.

6- Coccolatevi moltissimo. Se una sera non avete voglia di cucinare, ordinate senza drammi una pizza a domicilio con relativa birra. Se non avete voglia di occuparvi di qualcosa, fatevi una doccia, vedrete che andrà meglio. Se non avete voglia di lavare i piatti, sparate la musica altissima e riuscirete a farlo cantando senza ritegno e, se proprio non ce la fate, rimandate a più tardi e rilassatevi dieci minuti con un libro. Dieci minuti. Ehi! Guarda che ti ho visto! Ho detto dieci minuti!!

Insomma, io ogni giorno ci provo. E voi? :)

04 ottobre 2007

Il Festival dei Blog

E' tempo di parlare di eventi.
Mi sono accorta di non avere scritto ancora niente sul Festival dei Blog "Conversazioni dal Basso", che si svolgerà il 13 e 14 ottobre a Urbino. Negli stessi giorni sempre a Urbino si svolge Parole in gioco, un appuntamento che gli enigmisti conoscono bene. Se siete interessati, potete prendere due piccioni con una fava, insomma.

Due iniziative interessanti correlate a CdB: una caccia al tesoro da effettuarsi muniti del vostro aggeggino con collegamento wifi preferito (ci si può iscrivere fino a raggiungere il numero massimo di 10 squadre di max 5 persone) e i Blog awards, per cui avete tempo di votare fino al 10 ottobre.

Sempre per i Blog awards, devo segnalarvi che i vincitori delle 5 categorie riceveranno in regalo un Nabaztag (se ancora non sapete cos'è, bacchettata sulle dita e andate a vedere). Che potete fare voi? Segnalare i vostri blogger preferiti modificando il wiki apposito e diffondere l'iniziativa :)

03 ottobre 2007

Considerazioni ortodontiche

Devo confessarvi una cosa. Sono autoreferenziale. Issima. Tanto che dopo avere scritto questo post, così amato da grandi e piccini, torno sulla questione dentista. Eccovi una serie di considerazioni a tema.

1- Il salottino della dentista mi rende più produttiva. All'inizio era Chi, poi sono venuti Quattroruote e Novella3000, poi, alla nennesima volta che mi ritrovavo seduta nella stessa poltrona ricoperta di bianco ho deciso che dovevo dare una svolta alla mia vita. Tutto cominciò quel giorno che decisi di portarmi Blog Generation. Da allora, ogni volta che vado dal dentista, nei 5-25 minuti che mi separano dalla sedia elettrica (elettrica perchè reclinabile mediante, appunto, elettricità) scrivo idee e parti intere. Oggi ci è pure scappata fuori una bozza di scaletta.

2- La mia dentista mi rende felice. Cioè, non lei, ma quando esco da quello studio sono felice, perchè penso che un'ora prima ci dovevo ancora entrare. D'altra parte si sa, la felicità è fatta di piccole cose.

3- La mia dentista è severa. Passa in rassegna tutti i miei minuscoli denti con un'ispezione degna del miglior campo militare statunitense. Guai se trova anche solo un cubo non perfettamente in ordine. Poi, inevitabilmente, la trova. La magagna. E attacca: "allora questo filoooo??? lo vogliamo usare bene SI O NOOOO??? " ( e di solito i miei denti rispondono da soli, in coro: sissignore signorsì!)

4- La mia dentista mi ha aperto gli orizzonti sui prodotti farmaceutici. Prima possedevo uno spazzolino, un dentifricio, un collutorio per le emergenze e, di tanto in tanto, filo interdentale. Ora, nel mio armadietto, si trovano in fila ordinata: uno spazzolino normale, uno spazzolino monociuffo, un dentifricio al fluoro, un filo interdentale a diametro rotondo, un filo interdentale a nastro, un collutorio al mentolo, un collutorio con pompetta direzionale disinfettante, uno specchietto odontoiatrico, pasticche rivelatrici di placca, cui si aggiungerà a breve un attrezzino per un migliore utilizzo del filo interdentale tra i molari. In un solo armadietto a specchio si trova lo stesso capitale depositato in un insieme imprecisato di banche svizzere, direi.

Se non fosse per la cifra preventivata, direi che quasi quasi mi ci diverto.

Feba in fase di aggiornamento

In queste giorni sono in fase di aggiornamento, in particolare di recupero post. La cosa migliore che posso fare per voi è segnalarvi direttamente dal mio aggregatore questa contropubblicità e queste opinioni di Valdemarin sul Corsera che condivido e questo video di Zoro, che ha ricevuto "la chiamata". Stay rock.

02 ottobre 2007

Come spendere 200 euro ed essere felici

Ieri sera mi sono decisa. Ho fatto il grande passo. Con duecento euri tra le mani (sapientemente contenuti nel mio bancomat nuovo di zecca) mi sono recata nella più vicina palestra a casa mia. Venti metri, più o meno. Ché la fatica la voglio fare là, mica per arrivarci.

Sapevo cosa avrei chiesto, che dopo millemila euri spesi per i brevetti la scheda me la faccio da sola, se permettono. La signorina non ha capito un'emerita mazza di quello che le stavo chiedendo ed è partita con la registrazione standard, blabla mensile blabla corsi blabla annuale blabla. Sorriso. Faccia da "e ora, immensa stracciacazzi, te ne vuoi andare?"

Scappata dalla palestra, ho pensato che i miei duecento euri, ancora saldi tra le mie manine, meritassero altra destinazione. Diciamo, un'altra palestra che mi ha dato soldi negli ultimi anni. Così ho deciso di percorrere ben cinque minuti a piedi per raggiungere la seconda palestra più vicina a casa. Ho iniziato seduta stante con una massacrante seduta di glutei e glutei e glutei. E glutei, oserei aggiungere.

Il risultato? Tornavo a casa trotterellando, facendo le linguacce a chi passava in macchina. Ridevo compiaciuta, anche. Dopo un po' che non vado in palestra mi scordo quanto bene posso stare all'uscita. E sentirsi dire dopo tre anni che il periodo in cui c'ero io è stato il più divertente in assoluto, vale da solo tutti i duecento euri spesi. La sfiga è stata che non mi abbiano internato subito, che oggi non riesco ad accavallare le gambe.

29 settembre 2007

Customer care: differenze tra Divshare e Flickr

Qual è la differenza di trattamento tra un servizio gratuito (DivShare) e un servizio a pagamento (Flickr PRO)? E' presto detto.

Questa settimana ho avuto un problema con DivShare. Un file, caricato la sera prima, non era visibile dalla mia dashboard. Di conseguenza, non potevo in alcun modo modificare o cancellare il file in questione. Una quasi sciocchezza, se non fosse che ci tenevo. Ho inviato una email al customer care. La risposta è arrivata nel giro di poche ore: abbiamo provveduto a reinserire il file nella tua dashboard, per ulteriori problemi contattaci.

Tre settimane fa ho avuto un problema con Flickr. Per un account per cui avevo effettuato l'upgrade (da gratuito a PRO, appunto) il 31/07 non era ancora arrivata la ricevuta (niente nella mail yahoo, niente nella mail alternativa che avevo lasciato). Così decido di scrivere all'assistenza, specificando i dati richiesti e che avevo una certa urgenza. La risposta non è mai arrivata: da tre settimane scrivo al customer care di Flickr il lunedì e il giovedì (non esistono altri contatti, io invece ho assoluta necessità della ricevuta). Non so più che fare. Non appena scadrà il primo anno, cancellerò l'account e farò in modo di non affidarmi mai più a Flickr.

26 settembre 2007

Riprendiamoci il gusto per i dettagli

Ormai lo sapete. Il tempo che considero più inutile di tutta la giornata è quello che trascorro camminando avanti e indietro dal lavoro. Per mia fortuna non ci metto tanto, ma quei minuti sembrano interminabili. Così cerco di passare il tempo nei modi più improbabili: leggendo il giornale, prendendo appunti per i post sul cellulare... tutto questo mentre cammino. Non è facile, ma basta un po' di allenamento.
Ogni tanto però faccio cose più normali, tipo fumare una sigaretta o guardarmi attorno. Guardarmi attorno. E' strano, perchè ogni tanto scopro delle cose che non so mica se sono sempre state lì dove sono ora. Così mi sono accorta che la maggior parte delle volte che cammino avanti e indietro dal lavoro sono uguale uguale a tutta quella gente che passa in fretta e ti guarda col cipiglio e pensa solo agli appuntamenti della giornata. E ieri ho deciso che non voglio essere così, come tutti loro. E ho iniziato la mia piccola rivoluzione dei dettagli.
Ad esempio, io mica lo sapevo che quel palazzo che mi sta di fronte quando arrivo la mattina ha i quadretti. No, dico, i quadretti. Fino a ieri era un edificio come tutti gli altri, oggi ho scoperto che non solo è rosa, ma ha i quadretti. Che strano.



Poi c'è quella faccenda del soffitto. Io, quel soffitto lì, mica me lo spiego. Ci passo sotto ogni mattina e ogni pomeriggio, e stanotte me l'hanno affrescato. No dico, mica solo ridipinto, affrescato. Va là che sono stati ben bravi, io al massimo, in una notte, ci avrei potuto attaccare una figurina.



Ma una cosa in particolare mi stupisce, più dei palazzi a quadretti e dei soffitti affrescati. Credevo di essere l'unica ad usare questi affari per strada, invece sono in buona compagnia.


Forse, se davvero esiste qualcuno che sta attento anche a questi piccoli dettagli, forse, dicevo, c'è qualcuno là fuori che si è ripreso il gusto per i dettagli, che è capace di godere del tempo a sua disposizione, anche solo dei momenti che passa per la strada, in attesa di fare qualcos'altro. I momenti di transizione. Quelli che potremmo riprenderci per fare in modo che le cose che ci circondano non vengano inghiottite dalla banalità del quotidiano.

25 settembre 2007

Intervista doppia per Ciao Robot

Se non avete mai visto un'arrampicata per gli specchi, date un'occhiata alla mia performance nell'intervista doppia con Luca Mascaro, realizzata da Emanuele di Ciao Robot al RomagnaCamp (e già che ci siete fatevi un giro sul blog che merita). Grazie per la segnalazione ;)

Altra cosina, anche se non c'entra un piffero, mi rendo conto...

Comunicazione di servizio: Salvatore Menale mi segnala che è disponibile un tirocinio come project web manager a Napoli. Se siete interessati trovate qui tutte le informazioni (per favore, fate riferimento a lui, non mandate a me mail con richieste di informazioni)

24 settembre 2007

Più tramezzini per tutti

@Fabio Metitieri: la mia risposta definitiva è no, ovviamente.

My god, finalmente in giro leggo qualcosa di divertente

23 settembre 2007

Adoro i barcamp ben riusciti



Sono commossa. Ringrazio vivamente l'autore del video e soprattutto Stefano, che l'ha promosso. Grazie per lo splendido lavoro.

20 settembre 2007

Recensione libercola del prossimo mese

Chiare, fresche e dolci acque
Di sicuro non si parla del Po.

Per dire, questi due tizi qui hanno appena pubblicato questa roba qui. Alcuni sostengono si chiami fincipit. Si dice in giro che sia pure sulla Comix, tipo a pagina 253. Io fossi in voi controllerei, che questi mica me la raccontano giusta.

19 settembre 2007

Web 2.0

Ero nel bel mezzo di una discussione e a un certo punto mi sono arenata. Dopo un po' che ci si chiedeva cos'è 2.0 (un po' come nel meme di milla) mi è venuto un dubbio, ma non è che non abbiamo la stessa concezione di che cosa sia il web 2.0? Così ci ho provato, sono passata nei vostri blog, ho cercato su google, ma ancora non sono soddisfatta. Ma questo web 2.0, secondo voi, che cos'è? Esiste una definizione unica? Come la vedete voi?

18 settembre 2007

PD Day

Sono qui per dirvi una cosa importante.
Quest'uomo:

ebbene sì, QUEST'UOMO. Io lo amo. Eccosì la Feba partecipa al Philippe Daverio Day. E tu?

14 settembre 2007

Dissertazione sull'essere contemporaneo e il suo rapporto con le società paleolitiche

Scherzavo.

Come a dire, finito il camp tutto torna alla normalità, tranne il cervello.

Autunno, tempo di dentisti. Che io non so com'è, ma coi dentisti ho sempre avuto un pessimo rapporto. Mi ricordo ancora il primo, un dottorino dell'ospedale, io circa ottenne, appena mi vide sulla porta esclamò: questa bimba deve portare l'apparecchio! E così sia.
Sono tornata altre volte da lui, all'incirca per n anni. Ogni volta, lui prendeva il mio apparecchio rosa da notte e lo stiracchiava di qua e di là con la tenaglia, in modo che, portatolo le due notti seguenti, io disimparassi completamente almeno una consonante. Arrivata all'età della ragione, ho detto: mamma, io l'apparecchio non lo porto più. Ho buttato quello che avevo nella spazzatura, ho saltato il controllo e non ne ho più voluto sapere, di dentisti. Fino ai 17 anni.

Mi capitò dunque, un bel giorno dei miei diciassett'anni, di dover andare a sistemare una carie. Il dentista, appena mi vide sulla porta, esclamò: questa ragazza deve portare l'apparecchio! Eh, ma allora lo fate apposta, ho pensato io. E così fu.
Trattavasi di un bellissimo apparecchio fisso, ma con le piastrine semitrasparenti (perchè lo stile a diciott'anni si sa, è tutto). Peccato che con quell'obbrobrio in bocca dessi sempre l'impressione di avere una deformazione alla mandibola, unita al fatto che avevo un sistema di tiranti in bocca non identificabile al primo approccio. Almeno, se uno ha in bocca la ferraglia con tutta la ferramenta e l'umarello che ti vuole far comprare due chiavi inglesi diverse per ogni occasione (che fa sempre scìc), la gente capisce subito che ha a che fare con un apparecchiato. Uno con l'apparecchio. Invece no, la gente mi guardava strana e non capiva, con quel sistema di tiranti semitrasparenti.
Fattostà che ho rivisto quel tizio per un altro paio di anni. A diciannove anni mi sono decisa a chiedergli di fare un baratto, la sua laurea con il mio diploma delle medie, che ormai ne sapevo molto più di lui. Invece, tolto l'apparecchio fisso e portato quello mobile per n mesi, ho fatto quello che tutti voi ormai vi aspettate. Ho preso l'apparecchio, l'ho buttato nella spazzatura e ho detto: mamma, mai più dal dentista, a costo di morire di mal di denti.

Si sa che a quell'età non si ha ancora una visione lucida della vita, men che meno del mal di denti, perchè a fine agosto ho cominciato ad avere dolori lancinanti. Ho chiesto perdono al Dio dei Dentisti per avere detto quelle atrocità qualche anno prima e mi sono rivolta in lacrime al primo studio che non fosse ancora in ferie. Si vede che il Dio dei Dentisti, nella sua infinita bontà, mi ha perdonato, perchè non solo ho trovato qualcuno che non fosse ancora ai caraibi, ma pare pure di aver trovato una personcina a modo. Premurosa. Molto premurosa. Moltissimo. Se insieme al conto mi addebita pure tutte le chiamate che mi ha fatto finora, sono fottuta.

13 settembre 2007

Pochi caratteri...

...giusto per dirvi che oggi è il blogcompleanno di questo tipo qui. Tridimensionale, oserei dire.

10 settembre 2007

Appunti sul RomagnaCamp: gli interventi

Finalmente ci si può ragionare su. Una giornata intera per riprendersi, vedere che ne pensa chi ha partecipato e capire cosa non è andato per il verso.

Così come Elena (e sospetto anche gli altri due), non ho vissuto molto questo camp. Non posso parlare di contenuti, se non attraverso la voce di chi me li ha raccontati. Chi non ha partecipato al Camp e pensa che la gente non abbia fatto altro che giocare a biliardino e fare il bagno, sbaglia. Ci sono state presentazioni dalle 10.30 alle 6.30, in certi orari divise in due sessioni parallele (sala interna con proiettore e palchetto esterno) alcune delle quali non segnalate sul wiki (il che non ci rende la vita facile nel raccoglierle: se ne avete voglia, potete segnalare nei commenti quelle a cui avete partecipato o che avete preparato). Tra le altre:

Livia ha presentato la versione italiana di Intruders.tv;
Luca Mascaro ha riproposto l'intervento sulle cinque scoperte nell'analisi di Dada.net;
Nicola Mattina ha parlato di media sociali;
Gigi Cogo ha presentato il progetto duepuntozero per tutti;
Luca ha parlato di hotspot wifi su software libero;
Antonino Attanasio ha portato dei casi di studio di diritto informatico;
Giulio Cesare Solaroli ha parlato di Clipperz;
Tara Kelly e Francesco Sullo hanno parlato di Passpack;
Dema ha parlato di Fon;
Stefano Vitta ha parlato del V-Day
Emanuela Zibordi ha parlato di e-learning 2.0;
Susan e Stefano Scardovi hanno insegnato i rudimenti del lavoro a maglia (proponendo anche un'iniziativa benefica).
UPDATE: Emanuele ha presentato il video e il blog di Ciao Robot, il documentario sulla nascita della Roboetica (presentazione: il 25 ottobre a San Remo)

Alcune persone si sono rese disponibili e si sono date molto da fare durante i tre giorni di camp: senza di loro, ci sarebbero probabilmente state molte sbavature. Una di queste persone si era resa disponibile per realizzare i badge e poi è stata assoldata a tradimento per scandire le presentazioni. Non solo. Si è anche preoccupata, insieme a due fanciulle, di tenere sveglia me fino a casa, sabato notte. Grazie Mucio.

Blogstar Death Match: Feba contro Luca Sartoni

Nubi all'orizzonte in seno all'organizzazione del RomagnaCamp. Ora è dato a voi decidere se salvare dalla gogna la qui presente oppure quel bellimbusto del Sartoni. Tutto si decide oggi, entro le 24. Al BlogstarDeathMatch. Emilia contro Romagna. Uomini contro Donne. Caino contro Abele. Antonella Clerici contro Carlo Conti. Una sfida epica, insomma, destinata a dividere gli animi della blogosfera...

Per votare, vai sul BlogstarDeathMatch e clicca su chi vuoi che perda, prendendolo così a mazzate...

09 settembre 2007

RomagnaCamp: due o tre ringraziamenti sparsi


Fine dei lavori. Un doveroso ringraziamento va agli sponsor che hanno creduto nell'organizzazione, Spell, Wafer e E-net. Grazie a Yahoo!, Fon (un sincero grazie a Stefano, che non solo è stato disponibile, ma ha anche messo in palio due fonere per il torneo di biliardino) e FSA, che ci hanno supportato e sostenuto. Grazie ai nostri media partner Blognation Italy, curato da Amanda, e alla versione italiana di intruders.tv, a cura di Livia, nonchè a Radio NK, che si è occupata dello streaming audio. Grazie a Giovanni per l'ospitalità alberghiera e grazie a Eugenio e a tutto lo staff del Bocabarranca, che hanno coraggiosamente ospitato i campers per tre giorni. Grazie a Stefano Scardovi per l'iniziativa benefica pensata insieme a Susan e per il materiale che ha messo a disposizione. E un grosso grazie al Comune e alla Provincia di Ravenna, che hanno patrocinato il RomagnaCamp 2007.

Dimentico qualcuno? Vediamo... mi sa che mancano loro, Elena, Luca e Gioxx insieme ai quali ho condiviso gioie e dolori dell'organizzazione, anche se sono arrivata (come mio solito) all'ultimo momento. E poi mancate voi, ovvero tutti quelli che hanno partecipato e a cui devo tre splendide giornate. Grazie davvero.

07 settembre 2007

Celo, celo, celo


Ho appena preso in consegna i badge. Ho pensato a che ora mi devo alzare e cosa devo preparare per domani. Ho controllato l'ansia. Pronti per partire. Via.

04 settembre 2007

Grazie, scrocconi

Se il web collaborativo fosse una realtà, con i cento accessi al giorno di gente che cerca "idee per un compleanno" di idee ne avrei raccolte (e condivise con voi) millemila. Io almeno un paio ve le ho date. Grazie, scrocconi.

Spuntano le giacche

Oggi Bologna è triste. Lo so perchè ora che si è deciso a piovere, Bologna non permette che le gocce scendano in un turbinio violento, non vuole sferzare il flusso che ricomincia lentamente a scorrere nelle sue arterie. E così scende una pioggerella fitta fitta, tranquilla, triste. I resti delle abbronzature spariscono sotto le giacche e compare una moltitudine di ombrelli colorati, che ricordano un po' l'estate e che contrastano in modo così violento con i grigi e i neri degli impermeabili... E' settembre, e tra non molto ci dovremo arrendere all'autunno. Ma se esiste una giustizia da qualche parte, questo fine settimana deve esserci il sole. Altrimenti finisce che mi incazzo sul serio, fottuta pioggia.

01 settembre 2007

Feba che corre?

Insomma, mi sono decisa. Giovedì mi sono svegliata un'ora prima di andare al lavoro per andare a correre al parco. Cioè, io che corro. Se mi conosci un pochetto, saprai che il mio odio per la corsa è pari o superiore al mio odio per i vini di scarsa qualità. E ho detto tutto. Solo che avevo già rifiutato un gentile invito di lunedì ("senti, domani vado a correre.." "lo dici da ottanta mesi...", "...") e di martedì ("senti, ti alzi per venire a correre?" "mhmfgmmgfh"), dunque giovedì mi sono sentita in obbligo. Ho corso la bellezza di quindici minuti e le gambe mi sono diventate due tocchi di marmo irrecuperabili, solo oggi ho ricominciato a camminare. Quand'ero giovane tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Ma tant'è. E lo sai perchè una come me si è decisa ad andare a correre? Perchè era un buon proposito del rientro dalle ferie. Esatto, un buon proposito. Amo ripromettermi qualcosa alla fine delle vacanze. Per esempio, è da un mese che non mi mangio le unghie. Anche se in realtà ricomincio domani, la coscienza è sistemata per un altro annetto. Ora dimmi, qual'è il tuo buon proposito per settembre? Io in cambio ti dico un segreto. Tutto questo post è un'inutile premessa per dire a te, che lo stimi e lo segui da tempo, che PaulTheWineGuy è un cretino qualsiasi. E' anche meraviglioso, ma questo non dirglielo che poi se la prende con me.

29 agosto 2007

I rientri e il RomagnaCamp

E venne il tempo di rientrare. Le vacanze hanno fatto proprio bene, al nostro portinaio. E' solare, saluta calorosamente, sembra persino ringiovanito di trent'anni. Tutta un'altra persona. Uhm. Forse è proprio un'altra persona.

E poi... il RomagnaCamp in arrivo. Ah, il RomagnaCamp. Se non ti sei ancora iscritto, prima di fiondarti sul wiki (aggiornato da pochissimo da Gioxx), dai un'occhiata alla location in questo filmato di Luca ed Elena. E se ancora non ti sei deciso a venire, non sai cosa ti perdi.

15 agosto 2007

Non avrei mai pensato di dovertelo dire...

...e invece te lo devo proprio dire.

Caro amico bloggher vicino e/o lontano, sappi che per un po' è inutile che passi di qui in cerca di aggiornamenti, perchè io sono in vacanza. Oddio, se vuoi proprio passare nessuno ti dice di no, però vedi di lasciare tutto in ordine e non sporcarmi il tappeto, che ci tengo. I bicchieri sono nel mobile, ma l'eventuale alcool te lo devi portare, ché non è che sto qui a lasciare la dispensa piena piena. Se fumi, arieggia un po' il locale prima che io debba risoggiornarvi, il blog qui è piccolo e si fa subito l'aria viziata. Stai attento a non inciampare nel tubo della lavatrice, quello lì sotto vicino all'archivio, e non appoggiarti al mobile che sta a fianco al blogroll, che è un po' sbilenco e poi ti ritrovi a montarlo da solo come l'armadio dell'ikea. Insomma, fai il bravo, che siccome il mio vicino di blog è un po' rompipalle, se vede un po' di casino quello lì è capace di chiamare subito i carabinieri e poi devi passare il resto del tempo a spiegare loro le barzellette e ti rovini le vacanze. Ci becchiamo presto, eh. Prima di quanto immagini. Ciao ciao.

08 agosto 2007

Primi libri per la tesi

Come ben sapete (e se non lo sapete ve lo dico), la vostra amata è infognata con la questione tesi. Ho deciso che non posso scrivere tutto senza un minimo di bibliografia. E oggi, splendente come il sole d'agosto, mi sono recata nella più fornita Feltrinelli per vedere cosa mi poteva offrire il reparto "internet-saggi".

Dal momento che ho la pericolosa abitudine di spendere un sacco di soldi in qualsiasi libreria, questa volta mi sono dovuta dare delle regole, ché soldi per i libri della tesi ne dovrò spendere un pochetto. La regola di base è unica: il libro in questione, per quanto interessante, non può costare più di 10 euro. Occorre ridurre al minimo le eccezioni, e solo per volumi di particolare calibro. Questo perchè non voglio lasciare lo stipendio mensile per due copertine patinate, i fronzoli non mi interessano, voglio i contenuti. E pagare un libro 30 euro anzichè 10 per una futile copertina patinata mi sembra il massimo dello spreco: inquina di più e non vale ciò che costa. Senza contare che i libri appena comprati tra sei mesi saranno pleistocene. Meglio pochi libri, buoni, che siano utili come base per costruire discorsi e possibilmente aggiornabili con considerazioni online degli stessi autori.

Al già citato La parte abitata della rete di Sergio Maistrello, si sono dunque aggiunti al momento Blog generation di Giuseppe Granieri e La coda lunga di Chris Anderson.
Ho avuto tra le mani anche Business Blog dei blasonati Scoble&Israel, edito dal Sole 24 ore alla modica cifra di 26 euro. Ero indecisa se fare un'eccezione alla mia regola di base, così ho sfogliato il libro. Ho letto una sola frase, nella parte in cui si parla delle regole dei blog, che diceva che in realtà non esistono regole, "dal momento che non esiste una polizia unica". Una polizia. Una traduzione talmente grossolana da farmi sorridere. Non ho letto oltre, lo ammetto. Ma se devo vedere questo tipo di traduzioni vi dico solo una cosa: io ventisei euri non sono disposta a darveli.

Per inciso, i libri che mi parlano di come costruire un blog e danno come unica opzione wordpress e aruba.it per l'acquisto del dominio mi fanno ridere. Spero che qualcun altro, oltre a me, abbia avuto il buon gusto di non comprarli.

07 agosto 2007

Notizia del giorno

Stupra 15enne: assolto per sonnambulismo

Caro amico Pietrangelo

Bene o male, l'importante è che se ne parli. E allora parliamone.

Mio caro Pietrangelo, stavolta sono proprio d'accordo con te. I blog dicono un sacco di cazzate. Tu pensa che quei narcisi dei blogger sparano a zero su tutto senza sapere minimamente quello di cui parlano. Prendi Steve Jobs, per esempio, che vuoi che ne sappia della Apple quel rincitrullito quasi pelato? E ti pare che uno come Scoble possa addirittura parlare di tecnologia? No dico, in che mondo viviamo? Per non parlare di Luca De Biase e Quintarelli, che si credono di essere quelli? Dei giornalisti? Andiamo. Ma lo sai che in Italia c'è addirittura gente come Valdemarin e Lupi che parlano di nuovi media? (no, non l'invenzione della stampa, non quei nuovi media)

Pietrangelo, amico mio, hai la vista lunga. Come sapevi che ero una narcisista impazzita pronta a scrivere su qualsiasi cosa mi capita a tiro? Non ci conosceremo mica? Se sì, forse quella volta ci siamo fatti un paio di birre di troppo e io non me ne ricordo assolutamente, ma prima di giudicarmi in modo così schietto ti chiedo perlomeno di avvertirmi, almeno faccio il restyling al blog, ché non mi piace che poi la gente là di fuori venga a vedere se hai ragione e mi trovi tutta in disordine. Anche sull'impazzimento tecnologico sono d'accordo con te, pensa che con internet posso addirittura pagare i bollettini e controllare il conto in banca senza stare in fila. Pensa che orrore, questo si chiama affossare la socialità, non avere più la possibilità di inveire contro il sistema con quella gente e sapere che tempo farà domani. Facciamo così, già che stiamo per chiudere internet per 5 anni su richiesta di uno che nientepopodimenochè porta degli occhiali impronunciabili, eliminiamo anche le automobili. E i treni. E gli aerei, ché almeno risolviamo anche quella faccenda del buco nell'ozono e non ne parliamo più.

A ben vedere, mio illuminato amico, è un vero peccato che questo google ci tolga il gusto di andare a cercare negli archivi. Non solo, pensa a wikipedia. Un branco di internettari impazziti che cerca di diffondere cultura. Ahimè, non potremo più essere gli unici sacri custodi dello scibile umano, noi e i nostri archivi. Potremmo addirittura perdere la credibilità agli occhi del mondo. Non ce lo possiamo permettere. Ti propongo dunque di fondare un partito anti-google, e non ti preoccupare, questi ragionamenti ce li teniamo per noi e nessuno ne saprà niente . Chiamiamolo pane et circensem, distribuiamo un centinaio di gameboy e napoletane da quaranta e vedrai come se ne stanno al loro posto, quelli lì del popolo.

Anche io uso solo i riferimenti ai libri. Pensa che ho costruito la mia cultura su "sola come un gambo di sedano" ed "è una vita che mi aspetto". Non faccio per vantarmi, eh, ma ci ho basato anni e anni di teorie, fino ad arrivare alla versione cartacea di questo blog, in distribuzione nelle migliori librerie vaticane da settembre 2010. Così almeno anche i miei seguaci potranno avere un libro guida per salvarsi dall'oblio.

Anche a me, mio sincero amico, i carrelli elettronici fanno venire i brividi. Per non parlare di quelle orrende agenzie di viaggi online, che mi hanno permesso di organizzare una vacanza di cinque giorni a cavallo di ferragosto con poco più di cento euro. Pensa, anche i pezzenti come me possono andare a vedere gli scavi di Selinunte senza guadagnare 3000 euro al mese. Non ho parole. Opponiamoci, mio colto amico, che questo scempio è un enorme danno alla cultura. Di questo passo, la fine del mondo si avvicina a grandi passi.

Le foto e i video con il cellulare... non me ne parlare, mio orgoglioso amico. Sai che è successo che persone onestissime andassero in galera, con quei mezzucci? Uno non può più fare un sano pestaggio come una volta che rischia subito di essere ripreso. Ma dai. Che ne è dei pestaggi in diretta come una volta? Tu ed io lo sappiamo, mio onorevole amico. Il mondo è a rischio. Eliminiamo una sana volta tutte queste tecnologie inutili e torniamo a fabbricare i telefoni di una volta, con la cornetta, così se si blocca l'ascensore potremo riprenderci il gusto di aspettare che i tecnici tornino dalle ferie, vogliamo tutto subito e non siamo più in grado di aspettare. Non solo il mondo è a rischio dunque, ma anche il nostro equilibrio psicologico. Accidenti.

E ora mi rivolgo a voi. Vi prego, vi scongiuro, intervistate al più presto il mio amico Pietrangelo. Fino a questo momento stavo trascorrendo un'estate tranquilla e noiosa.